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10a Giornata europea delle lingue: guardiamoci intorno

"Per ogni nuova lingua che parli hai una vita in più; se conosci solo una lingua, vivi una volta sola". Questo proverbio ceco è uno degli slogan della 10a Giornata europea delle lingue, che in realtà dura quasi tutta questa settimana con vari eventi, tra cui convegni, quiz, letture di poesie e giochi di strada. Lo scopo è di promuovere l'apprendimento delle lingue e di celebrare la diversità linguistica europea, a partire dalle 23 lingue "ufficiali" dell'UE fino ad arrivare alla profusione di lingue e dialetti.

"I benefici procurati dalla padronanza di una lingua diversa dalla propria sono evidenti. Che si tratti di un'esperienza di lavoro all'estero in Germania, di un soggiorno di studio in Francia o di un periodo di vacanze a Cipro, la capacità di comunicare direttamente con la popolazione locale costituisce un enorme vantaggio. Le lingue allargano la mente, aprono nuovi orizzonti e accrescono la propria occupabilità", ha affermato il commissario Vassiliou.
L'UE investe 1 miliardo di euro all'anno in programmi volti a rafforzare le abilità linguistiche e le competenze di altro tipo mediante iniziative quali Erasmus, che consente agli studenti universitari di trascorrere parte del loro periodo di studi o di formazione in un altro paese. Sono 400 000, prevalentemente giovani, i beneficiari delle borse di "mobilità" finanziate dall'UE ogni anno, mediante Erasmus o altre iniziative quali il programma Leonardo da Vinci (formazione professionale) e il programma Gioventù in azione (volontariato/lavoro giovanile). Nell'ambito del proprio impegno per lo sviluppo dell'apprendimento e delle competenze linguistiche, la Commissione intende duplicare il numero di tali borse nel suo progetto di bilancio per il periodo 2014-2020. L'UE investe inoltre 50 milioni di euro l'anno a sostegno di attività e progetti di natura linguistica.

La prima Giornata europea delle lingue, celebrata in 45 paesi, si è tenuta nel 2001 su iniziativa del Consiglio d'Europa. L'obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle lingue parlate in Europa, promuovere la diversità culturale e linguistica ed incoraggiare i cittadini ad imparare altre lingue.

L'impegno dell'UE sulla promozione delle lingue è scontato, date le 23 lingue ufficiali e la miriade di lingue regionali o dialetti che sono parte essenziale della cultura del continente. Da qualche anno le azioni sono concentrate sulle opportunità formative e lavorative offerte da una conoscenza approfondita di diverse lingue. L'obiettivo quantitativo è "lingua materna +2", ovvero far sì che ogni bambino parli due lingue oltre a quella materna. La costruzione del mercato interno prevede molte norme a tutela della diversità linguistica, nell'interesse dei cittadini e delle imprese. I costi legati alla traduzione e all'interpretazione del lavoro delle istituzioni UE ammontano a circa due euro l'anno per ogni cittadino europeo. Il paese più multilingue dell'UE è il Lussemburgo, dove il 99% dei cittadini parla almeno una lingua straniera, cui seguono il 97% degli slovacchi e il 95% dei lettoni. I paesi meno multilingue dell'UE sono l'Irlanda (34%) e il Regno Unito (38%).

Matteo Fornara e Cintia Dantas
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
27 settembre 2011

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