EVENTI

“Alimentazione dell’orto e suo ambiente per una Milano A-Ortista”
Il 17 Aprile 2009 nel Salone degli Affreschi – Società Umanitaria, via Daverio 7 – Milano

L’associazione culturale internazionale Arte da mangiare prosegue il percorso d’indagine su tematiche riguardanti arte, cibo, comunicazione, territorio, attraverso la ricerca e l’impegno dei propri Artisti, Designer e la collaborazione con Gastronomi, Storici, uomini di Scienza, Chef, operatori della filiera Agroalimentare e Giornalisti, raggruppati in ASA, nella città e nei
suoi protagonisti.
“Orto d’artista: dalla semina al raccolto” è il titolo della XIV stagione di Arte da Mangiare a Milano, iniziata il 16 ottobre 2008 con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e l’evento della Semina, per testimoniare l’affettuoso abbraccio con Milano EXPO 2015. Molti progetti, bene inseminati, sono insediati in aree verdi della città... con l’obiettivo di creare “Milano AOrtista.”
La Società Umanitaria di Milano è come ogni anno sede tradizionale in cui sono ospitate installazioni, mostre, dibattiti, presentazioni e degustazioni: per questo evento, dal 14 al 27 APRILE 2009, arte, territorio, natura, cibo e orti saranno muse ispiratrici. L’invito di organizzare e gestire la Tavola Rotonda sul tema “Alimentazione dell’orto e suo ambiente per una Milano A-Ortista” per coglierne il carattere A-ortista, entusiasma personalmente come in passato aveva entusiasmato gli accademici di Milano Internazionale a condurre per mano gli artisti nella ristorazione milanese d’elite nell’esperienza del “Piatto d’Artista”, a partire dal 2001, in un divertimento che si ripropone anche quest’anno.
Vero è che i mass media ne fanno modesta eco, ma resta primario il divertimento culturale,
mentale e gastronomico di centinaia di artisti, gastronomi ed appassionati d’arte e di cibo che partecipano ai molteplici eventi che finora Arte da Mangiare ha proposto con il protagonismo dei suoi artisti. Con il patrocinio di Agorà Ambrosiana, associazione libera di dibattito a confronto, a sua volta informalmente patrocinata da Associazione Stampa Agroalimentare ossia ASA (www.asa-press.com), da SOGEMI SpA ( www.mercatimilano.it) e dalla Società Umanitaria (www.umanitaria.it), con Arte da Mangiare (www.artedamangiare.it) abbiamo rapidamente tratto le fila della disponibilità di amici, artisti ed esperti nell’ampio tema da mettere a dibattito, grazie ad una tavola rotonda che ci auguriamo sia più aperta all’interazione con i visitatori esterni più che restare solo occasione di mostra del proprio obiettivo di informazione.
La permanenza nel patrimonio agro-alimentare locale, della regione e della sua capitale, oltre che dell’Italia, a cui parteciperanno protagonisti e stakeholders del movimento, si pone come esempio di autenticità e storica e di costume di uno dei più antichi insediamenti del territorio sud alpino.


Titolo della Tavola Rotonda:
“Alimentazione dell’orto e suo ambiente per una Milano A-Ortista”

Amos Nannini – Presidente della Società Umanitaria - “Saluti e presentazione della sessione”

E. Lo Scalzo – ASA, AA e SOGEMI – “Argomenti di spunto per il dibattito e Coordinamento
della Tavola Rotonda”

Ornella Piluso – Fondatrice di Arte da Mangiare – “Idea del team e protagonismo di Orto d’Artista”

Carlo Valli – ASA e Accademia Italiana della Cucina - “Un po’ d’ortin, in un’economia di sopravvivenza”

Gudrun Dalla Via – Presidente onoraria ASA, giornalista e scrittrice - "L'orto in città nel giardinetto, sul terrazzo, sul davanzale…"

Eugenio Medagliani – Calderaio umanista – “Melanzane alla... palmisciana ?? ”

Michele Corti – DIPSA, Università di Milano, Ruralpini - “Orti, cascine, agricoltura urbana: la
città e le vie del cibo sino alla calata del Bitto”

Pietro Leemann – maestro di gastronomia vegetariana

In attesa della pubblicazione degli atti, i quali potranno servire anche da spunto per la preparazione di EXPO 2015 e del tema principale “cibo per tutti”, ecco alcuni riflessioni tratte dai sommari, presentati dai relatori:

GUDRUN DALLA VIA: L’orto anche in città, persino sul terrazzo, sul balcone, sul davanzale la cementificazione e l'urbanizzazione toglie spazi verdi - ma questi possono essere ricuperati, all'interno della città. Come del resto avviene, sempre di più.  Quindi portare il verde, la natura, l'orto in città.
- non più solo periferia (esempio dei Schrebergarten in Germania), ma nella casa in città.
- ogni spazio è valido: terrazzo, balcone, davanzale (con alcuni accorgimenti, p.e. pesi, irrigazione, insolazione)
- piccoli spazi possono contribuire all'alimentazione; alcuni esempi (persino i germogli, all'interno dell'abitazione)
- l'occhio vuole la sua parte; mescolare piante ornamentali e "utili" (a volte i commestibili sono molto decorativi)
- sviluppare l'orto cittadino in verticale: i rampicanti
- produrre il proprio compost, anche per la terrazza

 


PIETRO LEEMANN, Chef, leader della linea vegetariana universale: Dal seme alla natura del gusto

Forma e Gusto
A) La mia cucina è composta da elementi di forma e di gusto che rappresentano la natura.
- La natura è da me intesa come punto di riferimento e di partenza per ogni ricerca di salute e di piacere.
- Nella natura ci sono già tutti i gusti riconoscibili e presenti in noi, non bisogna fare altro che individuarli e focalizzarli.
- Non è necessario inventarne di artificiali. Il piacere autentico è nella natura e non nell’artificio.
- Qualunque persona, di qualsiasi estrazione sociale e culturale che farà un confronto mangiando un pomodoro cresciuto al sole e lo confronterà con uno coltivato in idrocoltura e in serra non avrà dubbi sulla scelta .

Protagonismo naturale
- Come qualunque paesaggio naturale è esponenzialmente più soddisfacente di un paesaggio artificiale, nella mia cucina non faccio altro che prendere la natura, individuare le sue caratteristiche, trasformandole e enfatizzandole senza alterarle.
- I gusti, le consistenze, i colori della natura vengono isolati e caratterizzati così che ognuno di essi si possa mantenere protagonista.

Gioco e sensi
B) Nei miei piatti propongo dei giochi, il mio intento è quello di stimolare la percezione non limitando la degustazione al senso del gusto ma ampliandolo a tatto, vista, olfatto e udito.
- Ciò mantiene viva l’attenzione dell’ospite che lo assapora così maggiormente e ne entra in relazione in modo più ampio.
- L’intento è duplice, da una parte l’ospite approfondisce la sua relazione con il cibo, ne focalizza l’importanza fondamentale ed è così in grado di fare delle scelte. Soprattutto però il cibo diventa un veicolo di relazione.

Viaggio del cibo
- Lo stimolo dato da un cibo accattivante crea tra i commensali un senso di condivisione come se intraprendessero assieme un viaggio avventuroso.
- Il cibo aiuta inoltre l’avvicinamento tra le persone, ci accompagna in ogni momento della nostra vita, è sempre presente, in famiglia, con gli amici, quando ci sposiamo, quando celebriamo.
- Simbolicamente e concretamente.

Chiavi di lettura del viaggio del cibo
C) Volendo approfondire questi presupposti si può individuare una triplice chiave di lettura.
- Nella prima il cibo inteso come nutrimento per il corpo, quindi necessariamente buono e di qualità naturale.
- Nella seconda il cibo inteso come nutrimento per la mente, quindi stimolante mezzo approfondimento culturale.
- Per mangiare in modo consapevole dobbiamo acquisire cultura del cibo.
- Il cibo rappresenta i luoghi e le persone, noi siamo come mangiamo.

Cibo veicolo di cultura
- Se siamo curiosi siamo aperti e stimolabili ad acquisire cultura, se siamo apatici non ci lasciamo stimolare e non siamo ricettivi per nuova cultura.
- Ciò vale sia per il cibo che per la cultura in senso più ampio. C’è chi si accontenta di poca conoscenza del cibo e quindi si limita ad un cibo banale, c’è chi ha sempre voglia di approfondire e quindi ne sviluppa una conoscenza più articolata.
- Sotto questo aspetto la mia cucina è intesa come veicolo di approfondimento culturale, con nuove scoperte, ampliamenti e approfondimenti.

Terza chiave di lettura…
La terza chiave di lettura , che mi sta molto a cuore e che è il motivo principale per il quale ho intrapreso questa carriera, è quella di promuovere attraverso il cibo l’avvicinamento tra le persone che lo mangiano.
- Il cibo abbatte le barriere culturali e sentimentali e avvicina le persone.
- Nel micro mondo tra le persone che ci sono vicine, nel macro tra i popoli che da sempre si scambiano cibi e conoscenze.

Cibo diventa comunione
- Approfondendo questo tema si individua nel cibo un aspetto divino.
- Il cibo, oltre che essere condivisione tra le persone è soprattutto condivisione tra le anime e tra le anime e Dio (comunione).
- Il cibo è un dono prezioso che va utilizzato per avvicinarci a Dio.
- Mangiare dovrebbe essere un atto centrale e fondamentale della nostra vita e andrebbe considerato anche per il suo valore sacro.

Sintesi del viaggio del cibo
D) Nella mia cucina e in ogni mio piatto tengo in considerazione tutti e tre gli aspetti descritti.
- Cibo per il corpo, quindi buono, cibo per la mente e quindi stimolante, Cibo per la condivisione e per lo spirito, quindi vegetariano.Vegetariano per questo terzo aspetto non è sufficiente ma è già buon punto di partenza.
- Corpo, mente e spirito sono indissolubili, un cibo non buono per il corpo non lo sarà nemmeno per la mente e per lo spirito e viceversa un cibo non buono per lo spirito non lo sarà nemmeno per il corpo.

L’ospite è libero…
- Quando l’ospite assaggia la mia cucina è poi libero di scegliere (aspetto questo fondamentale) quanto voler approfondire.
- Magari una sera avrà voglia di mangiare un cibo buono e basta, oppure assieme alla propria compagna vivere un evento di maggiore spessore come se andasse a una mostra d’arte o a fare una passeggiata nella natura.
- Ognuno sceglie in ogni momento come rapportarsi al cibo, è fondamentale però che il cibo sia nutriente ad ogni livello.

Consapevolezza…
E) Da quanto detto si comprende come il ruolo del cibo sia importante e di come l’atto di cucinare lo sia altrettanto.
Il cuoco come l’ospite può decidere di limitarsi a cucinare del cibo buono oppure di dare a quello che cucina un valore superiore.
Sicuramente la sua responsabilità è grande: dal cucinare in modo da non far venire il mal di pancia all’aspetto innegabile che il cibo ha un ruolo fondamentale nel benessere letto in una chiave più ampia.

e… soddisfazione
- E’ fondamentale che chi cucina sia consapevole dell’importanza di quell’atto, dalla madre per i figli alla grande azienda.
- Con semplici attenzioni e con la conoscenza adeguata è possibile regalare un cibo straordinario, buono per il corpo, per la mente e per lo spirito.
- Cucinare e preparare in ogni ambito diventa allora un atto straordinario.

MICHELE CORTI: Orti alla Casa Bianca…Segnali importanti…

- Orti alla Casa Bianca, orti in Vaticano. Si tratta di segnali importanti.
- La società, la cultura, l’estetica che assegnava il senso del bello all’inutile, all’esotico al non commestibile non esistono più.  
- Le piante esotiche si clonano industrialmente in Olanda e dà più prestigio sociale dimostrare di avere tempo e competenze per curarsi un orto che esibire un verde “inutile” e plasticoso.
- Il criterio del bello si capovolge, bello è edule.

Paesaggi…
- Nel dilagare dell’urbanizzazione il “paesaggio rurbano” perde connotati alimentari.
- Il “paesaggio agroindustriale” perde connotati rurali ed è una fabbrica a cielo aperto, senza alberi, con poca vita, con tanti pesticidi, elevati carichi fertilizzanti e organismi GM (la vita artificializzata, ingenierizzata).
- Il “paesaggio selvaggio” è confinato alle montagne, ai luoghi “svantaggiati” dove l’agroindustria non può operare.
- Anche questo è sempre meno un “paesaggio edule” e sempre più “teatro della rappresentazione del naturale” del mito della wilderness, consolatorio, compensatorio rispetto ad un “naturale reale” sempre più integrato nella cultura e nella società.

Un ruolo in più…
- Da questo punto di vista l'agricoltura urbana (orto ma anche di più) deve rappresentare un elemento di svolta, frutto della consapevolezza che “nutrire il pianeta”, contrastare i cambiamenti climatici, conservare la risorsa acqua, significa operare dei cambiamenti, qui e ora.
- Tornare a rendere eduli i paesaggi.  Oggi - alle porte delle città - quando i terreni non sono lasciati incolti si praticano spesso le stesse coltivazioni delle zone a forte vocazione agricola. Si usano anche gli stessi metodi (chimici e meccanici).

Residenziale e commerciale
- In queste condizioni la competizione per usi più “pregiati” delle aree (residenziali e commerciali) non è sostenibile e avanza la cementificazione
- Va invece incoraggiato lo sviluppo di un'agricoltura differenziata (policoltura intensiva) quale era in passato praticata in ambito urbano all'interno delle mura cittadine.

Orti urbani e agricoltura civica
- Oggi, tale agricoltura deve essere basata il più possibile su metodi biologici, orientata alla vendita diretta che compensi, con l'annullamento dei costi di trasporto e di commercializzazione, i maggiori costi di una scala “artigianale”.
- Su questa base è possibile anche la realizzazione di forme di partenariato e co/auto-produzione.
- Rompere la dicotomia tra tempi (alienati) per “consumare” (ozio e, all’opposto, fitness) e per “produrre”.
- Con gli “orti urbani” ma anche con una nuova agricoltura “civica” a piccola scala i confini tra consumo e produzione si stemperano.

Orti, cascine, agricoltura urbana …
- La produzione si svincola da valori di scambio, si riallacciano relazioni e forme comunitarie, si ripensa la città un po’ meno urbana e un po’ più rurale.
- La città e il suo intorno tornano a nutrire ma nel frattempo si riallacciano le vie del cibo: vie d’acqua e di terra per percorsi tutt’altro che casuali (non come nel mercato globale dove tutto può arrivare da ogni dove in forza del costo di produzione e trasporto, non tenendo conto dei costi ecologici, ovviamente).


Gudrun Dalla Via - ELS