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VINITALY US TOUR, BUSINESS E CULTURA

Veronafiere organizza incontri "b2b" e degustazioni di alto livello per far conoscere il vino italiano, ai primi posti nel gradimento dei consumatori americani. Quasi 240 milioni di statunitensi non bevono vino: un mercato ancora di grande potenzialità.
Dal 24 al 26 novembre, a Shanghai, la sesta edizione di Vinitaly China.

Il vino italiano negli USA ha raggiunto negli ultimi tre anni i vertici assoluti sia in quantità che in valore, riscuotendo il gradimento della fascia alta dei consumatori e della ristorazione. Un terzo della spesa enologica negli Stati Uniti, infatti, parla italiano: il 31.2% dei consumatori americani acquista etichette made in Italy.
Si tratta di un mercato dalle grandi potenzialità, tenuto conto che circa 240 milioni di americani non bevono alcun tipo di vino.
Per consolidare e ampliare le opportunità di business e accrescere la cultura delle produzioni enologiche italiane, facendo conoscere il meglio dei prodotti nazionali, Veronafiere da due anni organizza Vinitaly US Tour, una manifestazione studiata e realizzata per mettere in contatto le aziende italiane con i principali importatori e distributori di vini d'oltre oceano.
Forte di un solido legame con il governo degli Stati Uniti, "guest country" dell'edizione 2004 di Vinitaly, che ha ospitato quasi 27mila operatori professionali esteri da 91 Paesi (su un totale di 140 mila), dei quali circa il 14% dagli Usa (+ 17% rispetto al 2003), Veronafiere intende promuovere l'intero settore enologico, che dopo aver superato la Francia nell'export, sia in termini di valore che di quantità, deve adesso competere con l'Australia, temibile concorrente non già per la qualità ma per la politica dei prezzi sostenuta in questi anni.
Uno degli aspetti che vengono spesso trascurati nell'approccio al mercato d'oltre oceano è proprio quello promozionale: i vini godono di un'immagine legata allo stile di vita italiano, composto da moda, turismo e cucina, ma nello stesso tempo non sempre le aziende curano adeguatamente i canali di distribuzione.
Il rapporto diretto favorito dal marchio Vinitaly, molto conosciuto negli Stati Uniti, permette di creare nuove opportunità di business, ampliando le vendite ed i volumi d'affari delle imprese italiane. Del resto il consumo è ancora riservato a relativamente pochi consumatori e quindi il mercato statunitense può rappresentare, nei prossimi anni, uno sbocco fondamentale per le imprese nazionali.
Vinitaly Us Tour prevede, al Biltmore Hotel di Miami (26 ottobre) e al Palace Hotel di San Francisco (28 ottobre) una serie di seminari tecnici, workshop business to business e degustazioni, proposti in collaborazione con la Society of Wine Educators (SWE) e con Wine & Spirits Magazine, a cui partecipano un migliaio di invitati tra importatori, retailer, ristoratori, giornalisti della stampa specializzata e opinion leader.
Le imprese e le istituzioni che prendono parte alla manifestazione, tra cui spiccano la Regione Veneto con una trentina di aziende, che ha programmato una serata di gala in onore del vino del suo territorio con i prodotti tipici regionali, e nomi del calibro di Tenuta San Guido, Mastroberardino, Allegrini, Masi, Fabiano, Fratelli Bolla, Zonin, Sartori, Pasqua, ecc., hanno l'opportunità di allacciare contatti, presentando prodotti qualitativamente selezionati e adatti al mercato Usa.
"Vinitaly US Tour", spiega Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere, "vuole offrire, grazie alla forza del marchio, nuove occasioni promozionali e di vendita, in un mercato ormai strategico per l'export nazionale. Fatto 100 l'export del settore agroalimentare italiano negli Usa, il vino costituisce la voce più rappresentativa con circa il 40% del totale, un valore che il sistema enologico nazionale deve consolidare ed incrementare. Inoltre l'Italia con il 32% in quantità ed oltre il 31% in valore detiene la principale quota di mercato, dimostrandosi il punto di riferimento per eccellenza del consumatore locale".
"Vinitaly", interviene Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, "è uno strumento di penetrazione indispensabile per promuovere il prodotto vino negli Stati Uniti e per contrastare l'avanzata dell'Australia, che in questi anni ha attuato una politica commerciale fondata su prezzi più bassi rispetto a quelli italiani. Puntare sulla qualità diventa quindi indispensabile ed ecco perché all'iniziativa partecipano alcuni tra i più prestigiosi produttori nazionali di vino ed una forte rappresentanza della Regione Veneto, a dimostrazione dell'importanza dell'evento e a sottolineare la valenza di sistema. Accompagnare le imprese nel processo di internazionalizzazione è uno degli obiettivi che Veronafiere sta perseguendo in questi anni attraverso un'attività mirata nei più interessanti mercati del mondo".
"L'esperienza già maturata negli anni scorsi nel mercato statunitense - sottolinea l' Assessore all'Agricoltura della Regione Veneto, Giancarlo Conta - è stata decisamente favorevole e le aziende che hanno partecipato agli incontri sostenuti dalla Regione hanno avuto oggettivi ritorni; d'altra parte, quel mercato d'oltreoceano si sta rivelando particolarmente interessato al made in Italy e il Veneto è in grado di presentare produzioni al massimo livello a prezzi particolarmente convenienti, nonostante il rapporto dollaro - euro non particolarmente favorevole alla moneta europea".
Con l'iniziativa negli U.S.A non si esaurisce però il programma di internazionale di Vinitaly e di promozione all'estero delle griffe enologiche del made in Italy.
Dal 24 al 26 novembre, a Shanghai, uno dei centri a maggiore tasso di sviluppo del mondo, Veronafiere organizza, dopo le edizioni del '98 e del 2002 (le altre furono a Pechino nel '99, 2000 e 2001), Vinitaly China, un evento all'interno del quale verranno proposti wine-tasting e laboratori di cucina in grado di suggerire gli abbinamenti più appropriati tra i loro piatti tipici ed il vino italiano.
Mentre dall'11 al 13 gennaio 2005 si svolgerà IFOWS, una iniziativa dedicata al beverage&food italiani a Mumbay, in India, e a giugno verrà ripetuta l'ottima esperienza di Vinitaly Moscow, la cui prima edizione si è svolta tre mesi fa.
Dati export di vino negli Stati Uniti primo semestre 2004. Dopo aver superato la Francia in termini di vino esportato negli Stati Uniti, il 2004 potrebbe essere ricordato, se l'andamento dei primi mesi sarà confermato, come l'anno del sorpasso anche dal punto di vista del valore dell'export, facendo dell'Italia il principale fornitore del mercato vinicolo Usa.
Nei primi sei mesi dell'anno, secondo i dati dell'Italian Wine & Food Institute, le esportazioni italiane di vino hanno superato i 400 milioni di dollari, crescendo del 3% rispetto al 2003. In significativo calo la Francia (290,4 milioni di dollari, - 23.3% sul 2003), mentre registra un notevole incremento l'Australia, che occupa il primo posto come quantità esportate ed il secondo sotto il profilo del valore (349 milioni di dollari, + 19.5%). Quasi un terzo della spesa per il vino negli Usa parla italiano: il 31.2% dei consumatori americani acquista vini italiani.

Comunicato Stampa del Servizio Stampa Veronafiere
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