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EVENTI
BASSANO: A TAVOLA CON MERLIN COCAI FINO A FEBBRAIO
Il monaco benedettino Teofilo Folengo, mantovano d'origine, bassanese
d'adozione, vissuto a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento e diventato
famoso con il soprannome di Merlin Cocai, sarà anche quest'anno
il protagonista di una singolare rassegna cultural-gastronomica organizzata
dal "Macaronicorum Ristoratorum Baxanensium Collegium". La quattordicesima
edizione del ciclo di incontri "A tavola con Merlin Cocai" ha
come filo conduttore l'"Ars coquendi" e la "Doctrina Cosinandi",
temi cari al poeta macaronico. Un percorso gastronomico che vuol far emergere
il divario tra la cucina opulenta dell'aristocrazia del tempo e la frugalità
evangelica delle mense benedettine.
Un esempio di tale contrasto si è avuto nei giorni scorsi presso
il Chiostro della Chiesa di Santa Croce a Campese - località a
due passi da Bassano del Grappa dove il monaco è sepolto e dove
ha sede il Centro Studi dell'Associazione "Amici di Merlin Cocai"
- in occasione del convivio inaugurale della rassegna. Per l'occasione
Otello Fabris, presidente dell'Associazione "Amici di Merlin Cocai"
ha ideato un menu particolarmente seducente. Eccolo: salsicce di porco
e vitello, tortino di funghi, anguilla marinata, tortelli fritti ripieni
di zucca, fegato in guazzetto con salsa d'arancio e misticanza di verdure,
"macaroni" (un impasto grossolano di farina, formaggio e burro)
con ruchetta tritata e una spolverata di formaggio Grana. Ed ancora: pollo
allo spiedo lardellato, imbottito di pastella ed erbe aromatiche con "leccardissima
polenta di miglio", torta di formaggio e funghi allo zafferano e
- dulcis in fundo - la "coppa dei monaci", un delizioso fagottino
ripieno di fichi freschi, noci, datteri e miele presentato su un letto
di zabajone. Il tutto accompagnato dai vini dell'Azienda Bosco del Merlo
di Annone Veneto.
La rassegna gastronomica "A tavola con Merlin Cocai" coinvolge
nove ristoratori del Vicentino e del Trevigiano, autentici "magistri
in arte lecatoria" che per cinque mesi da ottobre a febbraio (il
gran finale si avrà l'ultimo giorno di Carnevale) delizieranno
i palati dei buongustai con una serie di ricette storiche. Eccoli: Stefano
Nardello, patron del Ristorante "Al Castello Superiore" di Marostica
(piatto proposto: petto di cappone caramellato all'acqua di rose), Gino
Poli, patron del Ristorante "Al Toresan" di Breganze (piatto
proposto: pollo allo spiedo imbottito di pastella ed erbe aromatiche),
Franco Chiurato, patron del Ristorante "Al Sole" di Bassano
del Grappa (piatto proposto: polpettine speziate di pollo allo zafferano
in brodo), Sergio Dussin, patron del Ristorante "Il Pioppeto"
di Romano d'Ezzelino (piatto proposto: torta di formaggio e funghi allo
zafferano), Guerrino Maculan, patron del Ristorante "Il Tinello"
di Solagna (piatto proposto: antipasto di gamberi con erbabuona), Emilio
Trevisani, patron del Ristorante "Villa Damiani" di Campese
(piatto proposto: cervo arrostito in sapore nero), Mirco Gottardi, patron
del Ristorante "Pulierin" di Bassano del Grappa (piatto proposto:
fegato arrosto guazzettato all'arancio), Giorgio Meneghini, patron del
Ristrorante "Priaforà Da Giorgio & Flora" di Velo
d'Astico Lago (piatto proposto: agnello con salsa di fiori d'aneto), Beppe
Agostini, patron del Ristorante "Il Tamburello" di Castelfranco
Veneto (piatto proposto: torta ripiena di polpa di cappone e tortelli
alla salvia).
Teofilo Folengo nacque nel 1491 da una nobile famiglia mantovana e morì
nel 1544 a Campese, località della Valsugana ad un tiro di schioppo
da Bassano. Le sue spoglie sono gelosamente custodite nella chiesa di
Santa Croce in un apposito sacello che ogni anno è meta di pellegrinaggio
da parte degli "Amici di Merlin Cocai", l'associazione fondata
nel 1991 da Otello Fabris proprio in occasione del cinquecentesimo anniversario
della nascita del poeta macaronico. Irrequieto monaco benedettino, pubblicò
giovanissimo con lo pseudonimo di Merlin Cocai, uno dei "best-seller"
dell'epoca: le celebri "Macheronee" per le quali adottò
un linguaggio che gli studenti universitari ancora usano scherzosamente
nei loro componimenti goliardici. Mantova, sua città natale, quest'anno
gli ha dedicato il "Festivaletteratura" quasi a voler far ammenda
di troppi anni di oblìo.
Giuseppe Casagrande
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