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EVENTI
Educational sui vini marchigiani
Macerata 6 - 7 agosto 2003
All'insegna
dell'appetitoso slogan "Nel menù della buona stagione culturale
ci sono anche i vini delle Marche" si è svolto l'interessante
educational sui vini marchigiani nell'ambito della campagna di marketing
Marche "I vini delle Marche, le migliori marche di vini". sostenuta
dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione
Nei suggestivi spazi della sala Specula della Biblioteca Comunale Mario
Borgetti recentemente restaurata dall'architetto Mario Cruciarelli, sono
state presentate ai giornalisti intervenuti all'educational, alcune perle
dell'enologia regionale, in rappresentanza del ricco patrimonio vinicolo
delle quattro province delle Marche.
All'introduzione di Spumante Colonnara brut metodo classico millesimato
1995; ha fatto seguito il crescendo rossiniano delle "perle bianche":
Bianchello del Metauro, Verdicchio di Matelica e Falerio, seguiti dai
"rubini" Rosso Conero, Lacrima di Morro d'Alba e Rosso Piceno,
vini marchigiani sapientemente abbinate alle variazioni cucinarie sul
tema della gastronomia del loro territorio. Una gastronomia, quella marchigiana,
che va analizzata con gradualità e meditazione nei suoi due aspetti
ugualmente importanti: quello marinaro con le discordanze sui brodetti
e quello campagnolo, reso celebre nel mondo dalle olive all'ascolana e
dal celeberrimo tartufo e che trova la sua unità nella preparazione
dei "vincisgrassi" descritti da Antonio Nebbia nel " Cuoco
maceratese" vent'anni prima che il principe Windisch-Graetz, venuto
nel 1799 nelle Marche a capo dell'esercito austriaco a riprendere Ancona
alle armate napoleoniche, esprimesse tale entusiasmo per le lasagne da
indurrei contemporanei ad indicare la loro tradizionale vivanda con un
nome preciso, italianizzando l'ostico casato del principe.
Il simposio si conclude la Vernaccia di Serrapetrona spumeggiante come
il vino del brindisi di Turiddu nella "Cavalleria Rusticana "
messa in scena nella magica cornice dell' Arena Sferisterio per la regia
di Massimo Ranieri che dà una sua interpretazione dell'opera di
Mascagni e dei "Pagliacci " di Leoncavallo.. Interpretazioni
che possono essere più o meno condivise ed apprezzate; ma che si
basano su un testo ben definito e conosciuto. Anche la gastronomia deve
interpretare i testi codificati delle ricette adeguandone le interpretazioni
ai gusti attuali senza sconvolgere il valore della tradizione.
Una giornata densa d'incontri culturali interessanti per la loro eterogeneità
come la mostra " Padre Matteo Ricci. L'Europa alla Corte dei Ming
" che ricostruisce il primo incontro significativo tra civiltà
europea e cinese nell'esperienza storica e nel quadro dei rapporti politici
internazionali di fine Cinquecento nella figura del gesuita Matteo Ricci,
nato a Macerata nel 1552. Umanista, astronomo, geografo e cartografo,
il dottor Li ( Ricci per i cinesi ) ha aperto gli occhi della Cina sul
mondo, come scrive un letterato cinese riferendosi alle cinque edizioni
di carte geografiche universali che dimostravano definitivamente che la
Cina corrispondeva al Catai descritto trecento anni prima da un altro
grande italiano : Marco Polo.
Una nuova giornata illumina le vallate che ordinatamente scendono parallele
verso il mare punteggiate da aziende agricole, alcune trasformate in agriturismo
altre produttrici di vini e salumi: alcuni circoscritti ad una ristretta
cerchia di buongustai come il ciausculu: salume tipico di Macerata a impasto
morbido di carne magra, macinata finissima e mescolata con aromi, spezie
e vin cotto; altri a più grande fama tale da meritare il riconoscimento
europeo denominazione d'origine protetta come il prosciutto crudo di Carpegna
DOP.
Nell'Alto maceratese, a 490 metri d'altitudine: Serrapetrona,
la millenaria Serra Filiorum Petroni, comune antitransgenico, che, come
dichiara il sindaco Giampiero Feliciotti- " nonostante le ridotte
dimensioni, vanta una concentrazione grandissima di beni artistici, storici
e demoetnoantropologici che l'amministrazione comunale sta restaurando
dopo il flagello del terremoto del 1997".
La chiesa di san Francesco, con la Croce dipinta su tavola di anonimo
del XII secolo; la Croce Stazionale, gioiello di oreficeria del XIV secolo
ed il Polittico di Lorenzo d'Alessandro del XV secolo. L'archivio storico
dei documenti antichi ha trovato la sua sede nell'antico mulino del borgo
dove si conserva il frantoio che spremeva l'olio dalle olive della varietà
Coroncina, antesignano dell'attuale produzione di oli d'oliva vergini
extra prodotti dalle 26.000 aziende delle Marche dove l'olivo rappresenta
la coltura più diffusa in un'area del versante adriatico che rappresenta
il limite settentrionale di coltivazione dell'olivo
Il Museo d'Arte Sacra contemporanea, sistemato in un antico palazzo di
Serrapetrona, ospita la mostra, curata da Mario Quadraroli dello Spazio
Oberdan di Milano, che presenta opere grafiche di artisti che silenziosamente
lavorano per esternare materialmente il "messaggio" della loro
chiamata e far capire come anche oggi il sacro offra momenti di riflessione.
Interessante la sinopia di Paolo Marazzi per una tarsia di marmi policromi;
marmi simbolo di una civiltà sorta nel momento in cui l'uomo ha
cessato il suo nomadismo stanziandosi in siti dove ha potuto nobilitare
le proprie case robuste al punto da sostenere i pesi dei marmi che le
adornavano. Stanziamento che ha consentito di aspettare i frutti della
vite per trasformarli in vino: marmo e vino : elementi essenziali della
culla della nostra civiltà.
Ed il vino è padrone di Serrapetrona che si appresta a festeggiare
il riconoscimento denominazione d'origine controllata e garantita alla
Vernaccia di Serrapetrona DOCG: prima nelle Marche e venticinquesima in
Italia. Spumante che sa maturare ottenuto con il metodo classico da uve
leggermente appassite del vitigno autoctono " vernaccia nera ",
spumante singolarmente rosso rubino, dal profumo vinoso intenso, leggermente
speziato con sentori di frutta rossa matura e di confettura.
La stretta gola delle superbe " grotte di Frasassi" si apre
sulle colline della valle dell'Esino, unica nel suo tracciato ortogonale
rispetto alle altre valli marchigiane; questo andamento da nord a sud
determina una condizione particolare in questa singolare vallata: l'ottima
esposizione dei vigneti, la costante ventilazione, la luminosità
e il calore contribuiscono a costruire un ambiente ottimale per il ciclo
vegetativo della vite. Il risultato finale è un'uva ricca di estratti,
di aromi primari, di zuccheri e polifenoli che si traducono nel vino di
maggior corpo che sopporta una lunga maturazione tanto da far definire
" un rosso vestito di bianco " il Verdicchio DOC di Matelica
: fruttato e floreale all'olfatto, con sentori di mela, sapido e caldo
al gusto e con l'inconfondibile retrogusto di mandorla amara. Vino marchigiano
portato ai livelli più alti dell'enologia nazionale dalla sapiente
opera dei produttori mirata all'esaltazione della tipicità, unitamente
all'uso delle più moderne tecnologie di vinificazione.
Un'esperienza tutta da vivere e da rivivere nell'armonia gastronomica
che si ritrova in quella geografica di una regione pigramente distesa
fra il dorsale appenninico e la costa adriatica, attraversata da fiumi
paralleli ed equidistanti come nervature di una foglia; nella graduale
discesa dalle zone del castagno a quelle delle tamerici, fino al placido
giungere, senza violenti contrasti, alle plaghe litoranee dove si esprime,
ora in forma altera ora sommessa, un convivio di aromi e di sapori.
Gianni Staccotti
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