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EVENTI
“Borsa dei Percorsi Devozionali e Culturali
- L’anima dei luoghi, l’Anima nei luoghi 2014”
27 - 28 e 29 giugno 2014 - Santuario di Oropa (Biella)
“Nigra sum”, ovvero
“Bruna sono ma bella”, recita il celebre versetto
del Cantico dei Canti e “Nigra Sum” compare sulle
scritte che invitano a recarsi al convegno “Borsa dei Percorsi
Devozionali e Culturali - L’anima dei luoghi, l’Anima nei
luoghi”.
La “Borsa di Oropa” edizione 2014 si svolge ad Oropa
(Biella), nel celebre Santuario della Madonna Nera, il più importante
santuario mariano delle Alpi che si erge imponente a 1200 metri sul monte
che domina la città di Biella, raggiungibile percorrendo la ripida
salita che ad ogni curva offre uno spettacolo mozzafiato sui tetti della
sottostante città, per perdersi sulla pianura sino al rilievo della
Serra Morenica che la divide da Ivrea (TO).
Il Piemonte con i suoi grandi eventi di Expo 2015, vuole offrire spazi
devozionali e culturali non solo al pellegrino, ma a chiunque voglia scoprire
luoghi legati non solo alla religiosità ma anche al paesaggio,
alla cultura, all’arte, alle tradizioni e alla gastronomia.
L’edizione 2014 si è presentata con profonde trasformazioni
legate al digitale, la tecnologia che sta cambiando il modo di proporsi
al turista, con la promozione legata alla domanda e all’offerta.
Oggi le più grandi fiere internazionali di turismo propongono eventi
e località attraverso gli operatori turistici e anche il turismo
religioso e il pellegrinaggio si adeguano a nuovi stili di comunicazione.
Il web è il giornale del futuro, entra nelle case in un secondo
e in un’altro secondo ti mette in comunicazione con qualunque tematica
e in qualunque punto della Terra!
La “Borsa dei percorsi devozionali e culturali” nasce
nel 2005, con il riconoscimento del paesaggio dei Sacri Monti del Piemonte
e della Lombardia quale patrimonio dell’umanità dell’UNESCO
e in pochi anni si è affermato uno dei più importanti eventi
internazionali per la promozione del turismo devozionale.
Il 2014 sarà l’inizio di grandi eventi di attrazione per
i fedeli, ma anche per i turisti, e vedrà il massimo delle rappresentazioni
con Expo 2015.
Itinerari di fede, ricorrenze, eventi, celebrazioni per il bicentenario
della nascita di Don Bosco; per il Centenario della Famiglia Paolina nota
per le sue Edizione Paoline e per ricordare il beato Don Giacomo Alberione
che ad Alba (CN), nel 1931 fondò uno dei periodici più diffusi
in Italia, “Famiglia Cristiana”.
Uno degli eventi straordinari del 2015 è l’ostensione della
Sindone, il sacro lenzuolo che la tradizione vuole abbia avvolto il corpo
di Gesù. Le ultime esposizioni pubbliche sono datate 1978, 1998,
2000, 2010 e 2013. Grandiosa fu quella che nel 2010 portò a Torino
milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Tra le molte manifestazioni che richiameranno turisti da ogni parte, il
biellese punta sulla “Passione di Sordevolo” una rappresentazione
conosciuta in tutto il mondo e che ogni anno attira nel nostro territorio
molti turisti e fedeli provenienti da ogni parte del mondo e proprio nel
2015 celebrerà il bicentenario.
Le Sacre Rappresentazioni saranno promosse in Italia ed in Europa dalla
Associazione “Europassion per l’Italia” e dalla “Associazione
Teatro Popolare di Sordevolo”.
Al convegno è stato presentato il programma di “Torino Spiritualità”.
I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia hanno presentato le iniziative
del nuovo progetto “COEUR”.
Il Comitato Expo ha presentato il programma illustrando la presenza della
chiesa nei padiglioni di EXPO 2015, con un ricco calendario di incontri,
eventi, convegni, conferenze, per un EXPO all’insegna dei luoghi
di fede da visitare in Piemonte.
Sabato si è tenuto un workshop di incontri con Tour Operators internazionali
interessati all’offerta italiana dei pacchetti-turistici piemontesi.
Un patrimonio storico, artistico, culturale, sulla religiosità
in Piemonte, con percorsi devozionali che vedranno il nostro territorio
protagonista di un flusso di turismo religioso, di pellegrinaggio, ma
anche una importante promozione per un territorio che con i Sacri Monti
del Piemonte e della Lombardia è presente nell’UNESCO con
ben sette siti, Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo,
e due della Lombardia, Ossuccio e Varese, ma vanta anche i Paesaggi Vitivinicoli
di Langhe-Roero e Monferrato delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo;
le Residenze Sabaude di Torino tra cui il Palazzo Reale, Palazzo Madama,
Palazzo Carignano, Armeria Reale, la facciata del Teatro Regio, il Castello
del Valentino, Villa della Regina, e fuori città: il Castello di
Stupinigi, la Reggia di Venaria Reale, il Castello di Racconigi, i Siti
palafitticoli preistorici dell’arco alpino del Piemonte: Viverone
(TO) e Mercurago, Arona (NO).
Non dimentichiamo che Torino offre numerose testimonianze di fede, dal
1578 custodisce la Sacra Sindone, ma conserva anche numerose chiese di
interesse storico e artistico come la Basilica di Superga, la Gran Madre,
il Monte dei Cappuccini.
Il Piemonte è ricco di opere monumentali di grande valore storico
e culturale, di cui molti sono legati ai Cavalieri Templari, come la Sacra
di San Michele, Sant’Antonino di Ranverso, Staffarda, Santa Giustina
di Sezzadio, l’Abbazia di Vezzolano, della Novalesa e molte altre.
Presso gli stand, presenti sotto i porticati, una indispensabile raccolta
di materiale per conoscere meglio i luoghi sacri del Piemonte e della
Lombardia e intraprendere un itinerario suggestivo in quei “Luoghi
con l’Anima” per un turismo devozionale e culturale, un viaggio
nei luoghi dello spirito, un viaggio nell’anima dei luoghi, ma anche
materiale turistico del Piemonte con le sue opere d’arte, il paesaggio,
il folclore, la storia, la cultura, la gastronomia con i prodotti tipici
e la ristorazione.
1 - lo staff accoglie i giornalisti / gli stand: 2 - EXPO Milano 2015
/ 3 - Provincia di Torino
1 - l’accredito Stampa / 2 - ATL Valsesia - Vercelli
1 - ATL Provincia di Novara / 2 - Distretto Turistico dei Laghi
1 - Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia / 2 - Biella Turismo
Secondo la tradizione le origini del Santuario
risalgono al IV secolo d.C., fu eretto da Sant’Eusebio, primo vescovo
di Vercelli.
Dalle primitive chiese eremitiche, che ospitavano i pellegrini, oggi è
divenuto un’imponente complesso monumentale che nel corso dei secoli
ha visto operare i più prestigiosi architetti sabaudi, tra cui
il famoso Juvarra.
Il sacello originale della Madonna Nera, oggi inglobato nella Basilica,
compare in documenti storici nel 1207. Nel 1295 viene consacrata una nuova
chiesa e vengono costruite le celle per gli eremiti che daranno vita al
grandioso complesso dell’ospizio che circonda la chiesa.
Imponente è la Chiesa Nuova, ma di più recente costruzione,
tra il 1885 e il 1960.
Le 12 cappelle dedicate alla vita di Maria, vennero costruite sul dorsale,
all’ingresso del luogo sacro, tra il 1624 e il 1724.
Nel 1871 venne invece costruito un nuovo Cimitero Monumentale e si realizzarono
tombe di
nobili famiglie e notabili, molte riportano i simboli esoterici massonici,
o hanno altre stranezze, come quella di Quintino Sella che è a
forma di piramide!
Nel Santuario è visitabile anche una interessante raccolta di presepi.
1 - la fontana di Burnell / 2 - La Basilica Antica e la Basilica Nuova
La fontana di Burnell, costruita nel 1665,
è al centro della grande piazza che accoglie i visitatori all’ingresso
del complesso, in cui ci si ferma a bere acqua fresca dai grossi mestoli.
Il cuore spirituale attorno a cui si è creato questo complesso
di architetture ed edifici, è il Sacello della Basilica Antica,
eretta nel 1620, in seguito ad un voto dei biellesi in occasione dell’epidemia
di peste del 1599. E’ qui che viene custodita la misteriosa Madonna
Nera che la leggenda vuole sia stata portata dalla Palestina da Sant’Eusebio
fuggito per sottrarsi alla persecuzione ariana e nascosta tra le rocce
su cui ora sorge la Cappella del Roc.
La statua lignea è stata realizzata con legno di pino cembro, secondo
la tradizione fu scolpita dall’evangelista Luca, altri vogliono
che il santo l’abbia rinvenuta nel 369 tra le rovine di Gerusalemme.
Alta 132 cm, presenta strane fattezze, strane simbologie!
Le Madonne Nere hanno fattezze bizantine, il bimbo che tengono in braccio
non è il Bambinello, ma una sorta di piccolo adulto. Gli abiti
e il velo non sono azzurri, ma colore della terra e con fregi in oro.
L’espressione è enigmatica, come i simboli che tengono in
mano, chiare simbologie legate all’esoterismo. Lo sguardo, la posizione
della mani, solitamente con dita più grandi e affusolate la rendono
insolita. Anche il bimbo presenta simili diversità.
Ma guardando attentamente questa di Oropa si nota un particolare insolito:
il ventre pare quello di una donna incinta! Appena accennato, ma evidente
e indubbiamente voluto dall’artista che l’ha scolpita. In
fondo le Madonne Nere sono il simbolo della Madre Terra, della fertilità,
della rinascita.
Insolita, ma non unica. Una raffigurazione della Madonna in cinta, l’ho
vista nel Santuario della Madonna della Pieve, a Ponzone (Alessandria),
ma si trattava della Madonna cristiana, con abito bianco e mantello azzurro.
Le Vergini Brune o Madonne Nere sono venerate dai Cavalieri Templari come
simbolo della Madre Terra.
Il legame all’antico Egitto faraonico e al culto di Iside, Osiride
e Horus ha indubbiamente influenzato il cristianesimo Medioevale e l’Ordine
dei Cavalieri del Tempio, i Templari di ritorno da quella terre, anche
nella costruzione delle stupende e misteriose cattedrali gotiche.
La stessa aureola crociata che nel Medioevo compare nei ritratti di Gesù,
non è altro che la trasformazione cristianeggiata della croce patente
“solare” associata ad Horus, il dio dalla testa di falco,
e quindi in analogia con il dio solare Ra.
Quindi non la Madonna come madre di Gesù, ma l’esoterismo
della dea Iside che tiene in braccio Horus il bambino come simbolo solare.
Mentre i Templari e gli esoterici riconoscono i Vangeli gnostici (e quelli
sinottici) e quindi
vedono in Maria, la madre non solo di Gesù, ma di altri numerosi
figli (almeno sette o otto), la chiesa evita l’argomento scabroso
e da secoli si appropria di quei luoghi su cui sono sorti luoghi votivi
pagani, o luoghi di culto Templare, come le imponenti cattedrali o semplici
luoghi ameni dove è stata depositata una Madonna Nera, simbolo
della Madre Terra, come quella deposta da molti Santi in ogni parte d’Italia
e dell’Europa.
E’ risaputo che i luoghi che hanno ospitato queste Madonne, o le
ospitano tutt’ora, si trovano in punti in cui ci sono delle particolari
energie telluriche, linee sincroniche, campi magnetici.
Quasi sempre sono siti megalitici, luoghi sacri già nel Neolitico,
dove si svolgevano antichi rituali sacri, pagani, in particolare Celti,
e particolarmente dedicati alla fertilità femminile, come simbolo
di vita, nascita, rinascita, proprio come il rigenerarsi perenne della
natura o il risorgere del dio Osiride e la sua storia che lo lega alla
moglie Iside e al figlio Horus... la trinità egizia!
Queste Madonne hanno anche un’altra caratteristica, venivano adorate
in ipogei, costruzioni sotterranee scavate dall’uomo o cavità
naturali riadattate, caverne, cripte e altri luoghi bui, in contrasto
con la luminosità della Madonna, madre di Gesù, che è
accanto all’altare.
Il culto per le Vergini Nere è legato alle religioni precristiane
che davano alla natura e agli elementi naturali una importanza divina,
per questo antico retaggio popolare anche il “masso di Sant’Eusebio”
era oggetto della devozione popolare legata alla fertilità, sino
ad essere considerato magico, taumaturgico, ancora nel secolo scorso...
Alcune curiosità: mentre su tutto il corpo si posa la polvere,
sui volti della Madonna Nera di Oropa e del Bambino non se ne trova traccia.
Pur essendo vecchia di secoli non presenta traccia di tarlature.
Come avveniva nelle statue di Santi o altri personaggi della nostra cristianità,
era in uso toccare con la mano, o con gli oggetti sacri acquistati, i
piedi o le mani delle statue che così con il tempo apparivano logorate,
ma questa stranamente non presenta segni o altro logorio.
All’esterno della Basilica Antica c’è una grande roccia
su cui si trovava la statua e come altri massi erratici legati alla fecondità,
anche per questa era usanza pagana che le donne si sedessero sopra per
propiziare la nascita. All’interno, incastonato nei muri il masso
erratico, chiamato “ròch dla vita” (“sasso della
vita”) era considerato dalla credenza popolare una “pietra
della fecondità” su cui le donne si strofinavano per propiziare
le nascite infilandosi in una stretta fenditura del masso, questo rito
pagano non era certo gradito dalla chiesa che decise di inglobarlo in
una cappella, ma le donne riuscirono ugualmente ad infilarsi tra la roccia
e il muro, così oggi la parte interna che si trova nella Chiesa
Vecchia è stata chiusa da un cancelletto di ferro.
E qui mi fermo, ma avrò ancora molto
da raccontarvi sul mistero delle Madonne Nere a cui sono devoti i Templari,
però è un’altra storia, che vi narrerò prima
o poi!
Il convegno è finito, la nebbia
avvolge la cima del monte e scende lentamente anche sulla Basilica Nuova:
potete venire quante volte volete, ma è sempre difficile vedere
il Santuario senza nuvole...
Una pioggerella disturbatrice infastidisce, mentre un pò di fresco
induce ad indossare una maglietta, il tutto crea disagi nel girare comodamente
per visitare il complesso, ma restano ancora molte ore di luce, ed è
anche l’ora del pranzo, così ci allontaniamo dopo aver fatto
un giro veloce tra gli stand delle varie Provincie.
Man mano che si ridiscende ci si trova in un’atmosfera diversa,
finchè il sole ci spinge a girovagare senza meta, alla scoperta
di paesi e paesaggi!
Si parte per Graglia, altro Santuario, nato da un grandioso progetto:
realizzare una Nuova Gerusalemme in Piemonte, nel 1615, che il parroco
voleva erigere come Sacro Monte, dotandolo anche di un centinaio di cappelle
dedicate alla vita di Gesù, ma una serie di vicissitudini impedì
la realizzazione.
Ma non impedì ai fedeli e ai pellegrini di recarsi in preghiera
davanti alla Madonna Lauretana. La via Lauretana è l’antica
via di pellegrinaggio mariano che già nel Medioevo collegava Roma
al Santuario di Loreto.
La costruzione iniziò ai primi del 1616, seppure in scala ridotta
e nella chiesa venne collocata la statua lignea della Madonna Lauretana,
fatta scolpire a Torino nel 1620 e subito fu meta di pellegrinaggi.
I pellegrinaggi proseguivano anche in inverno e la difficoltà dei
devoti indusse il nuovo parroco a costruire alle porte del paese di Graglia
un oratorio dedicato alla Madonna della Neve, con annessa l’abitazione
per i sacerdoti che lì dimoravano e accoglievano i devoti.
La cappella, in seguito a numerose grazie e miracoli ottenuti dai fedeli
venne poi inserita in un maestoso Santuario, grazie ai finanziamenti del
duca Carlo Emanuele II di Savoia.
La chiesa, gli edifici adibiti ad ospizio per i pellegrini e le abitazioni
per i sacerdoti, ma anche per questa costruzione, una serie di eventi
protrassero il temine dell’opera dal 1659 sino alla seconda metà
del 1700.
E fu così che anche Graglia, a pochi chilometri dal Santuario di
Oropa ebbe il suo Santuario di Nostra Signora di Loreto sul Sacro Monte,
e naturalmente la sua Madonna Nera...
1 - Graglia - Ristorante del Santuario / 2 - le bellissime opere di
Enzo Pinarello
La nostra sosta inizia al Ristorante del
Santuario sul Piazzale Santuario e non senza una gradevole scoperta.
Una signora ci serve con gentilezza e quel sorriso che spesso manca a
chi ti accoglie con un classico “muso lungo” che sadicamente
mi verrebbe da dirgli “Bella giornata, vero?”.
Sarà la simpatia a prima vista, sarà la sua cordialità,
ma nel breve tempo di un caffè scoprirò che ama gli Animali
come noi e in particolare i Gatti... proprio come me. Mi racconterà
della sua amata cagnetta che era “la sua ombra” e di altre
storie di animali.
Accidenti! Avessi scoperto prima questo luogo avrei pranzato in un luogo
dove gli animali sono amati e mi sarei deliziata con il menù del
giorno: primo, secondo, contorno, acqua, vino e caffè a 12 euro!
Magari con l’elenco giornaliero: agnolotti di carne alle erbe alpine,
panissa alla vercellese, gnocchetti verdi al Maccagno (formaggio locale),
stufato alla birra Menabrea (la famosa birra biellese), magari con l’aggiunta
di una degustazione di formaggi tipici: Tome, Pian Brès, Sbirro,
Maccagno e se avanzavo ancora un posticino ci stava pure la torta di castagne
che è uno dei pochi dolci che adoro!
Intanto la signora, che scoprirò chiamarsi Lucia, mi conduce nella
sala del ristorante: stupenda, con le volte affrescate, molto chic nell’insieme
elegante e raffinato.
Lungo il corridoio scorgo della vetrine con stupende riproduzioni di casette
e chiese locali, in pietra e mattoncini di marmo, geniale opera dell’artista
Pinarello Enzo, suo compagno.
Un luogo dove tornare per simpatia e per gustare!
Pochi metri e ci troviamo davanti allo stabilimento della “Lauretana
- l’acqua più leggera d’Europa”.
La sua storia è semplice e abbastanza recente e questo rende ancora
più valore ad una azienda che dal 1965 in pochi anni riuscì
a divenire una delle acque più vendute.
1 - Graglia - ampliamenti allo stabilimento / 2 - ingresso della “Lauretana
- l’acqua più leggera d’Europa”
Teresio Rossello durante una passeggiata
in questa località, si dissetò ad una fonte. La sorgente
si trovava a 1050 metri di altitudine, lontano dagli insediamenti industriali
o da località abitate, in una zona incontaminata. Trovò
che quell’acqua era leggera e tornò a dissetarsi molte volte,
finchè un giorno portò un campione dell’acqua ad analizzare
e risultò “eccezionale”. Altri esami confermarono la
stessa cosa. Il Rossello, nel 1964, fondò una società a
gestione famigliare, poi giunsero i soci e uno stabilimento nei pressi
della fonte.
L’acqua veniva convogliata per caduta spontanea attraverso tubazioni
di acciaio inox e nel 1965 iniziò l’imbottigliamento e la
commercializzazione con il nome “Lauretana” in onore alla
Madonna di Loreto venerata nel Santuario di Graglia.
In pochi anni l’azienda si ingrandì, gli edifici industriali
furono ampliati, vennero installate nuove linee di imbottigliamento, sino
al grande successo, con Antonio Pola e Giovanni Vietti che seppero valorizzarne
le caratteristiche portandola ad essere considerata “la migliore
acqua europea, la più leggera d’Europa!”.
Ad Oropa non ho solo scoperto il turismo religioso, ma anche paesaggio,
storia, cultura, arte e ... gastronomia!
di Alexander Màscàl
- foto Matteo Saraggi - ASA
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