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EVENTI
“C’era una volta il Natale nel
Castello di Monticello d’Alba”
Castello di Monticello d'Alba - 20 e 21 dicembre 2014
“C’era una volta” e c’è
ancora, un castello che si erge imponente sulla cima della collinetta
che domina l’abitato di un grazioso paesino collocato nelle terre
chiamate “Roero”.
Siamo in Piemonte, a Monticello d’Alba una località della
provincia di Cuneo, tra Alba e Bra.
Ed è qui che si trova uno tra i più suggestivi e scenografici
castelli del Piemonte: la dimora dei Conti Roero che si erge maestosa
dominando la pianura e l’abitato di Monticello.
Storia e mistero si amalgamano dando vita a leggende come quella del fantasma
che si aggira nelle stanze del maniero, ma non manca l’esoterica
scenografia che lo rende unico nel suo genere: le torri sono stranamente
disuguali e una è... ottagonale e si sa che questa geometria è
il simbolo magico-esoterico in cui si “opera” all’unione
tra Cielo e Terra.
Non a caso nel Parco incontriamo storia e mistero anche attraverso simboli
esoterici.
Nelle sale il dipinto che illustra l’ex voto fatto erigere dall’antenato
sulla cima del monte Rocciamelone, l’aguzza cima “piramidale”
in Val di Susa. E’noto che tutta la valle è tratteggiata
da luoghi Celtici e Templari che racchiudono i misteri magici, esoterici,
ermetici e alchemici che uniscono questa montagna con la Torino magica,
il Monte Musinè, la Sacra di San Michele, l’Abbazia di Sant’Antonino
di Ranverso, l’esoterica chiesa della Madonna Nera a Trana e l’intera
Val di Susa.
Oggi il possente maniero sveste l’abito difensivo e battagliero
per indossare quelli di strani Babbo Natale che paiono usciti da libri
di favole natalizie alla Omino di Latta, del Mago di Oz.
E’ la fantasia, di Aimone conte Roero di Monticello e della consorte
Elisa Ricardi di Netro che hanno creato una scenografia fiabesca per rievocare
un tradizionale Natale al Castello, allestendo nelle sale dell’antico
maniero un fantastico percorso natalizio, una “foresta di Alberi
di Natale” e davanti al grande camino antichi giocattoli degli antenati
e dei giovani Conti.
Ma la magica notte di Natale terminerà nel grande salone, dove
la tavola addobbata e imbandita, come al tempo degli antenati, attende
i visitatori, in tutta la sua magnificenza dimostrativa.
Ma ora chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dalla fantasia! Quando
li riaprirete entrerete con noi nel magico mondo di Natale dei Conti Roero
di Monticello...
Elisa Ricardi di Netro ci viene incontro invitandoci a salire le scale
che conducono al castello, mentre spiega lo spirito natalizio che ha ispirato
l’allestimento scenografico di “C’era una volta il Natale
nel Castello di Monticello d’Alba”.
Sorridendo incuriosisce la mia fantasia, tacendo su cosa apparirà
dinanzi a me varcando la porta, ma con un intelligente gioco per stuzzicare
la mia curiosità “dice e non dice”! Poi con un cenno
della mano mi invita a proseguire.
Mi ricorda un episodio e sorridendo racconto di quando molti anni fa durante
un’intervista a Falzoni, alla Reggia della Venaria Reale, vedendo
il mio stupore davanti alla bellezza della sala che ospitava una mostra,
mi condusse dinanzi ad una enorme porta, poi mi disse di chiudere gli
occhi e quando li riaprii, lui la aprì lentamente e dinanzi a me
comparve la stupenda Sala di Diana in tutto il suo splendore di un restauro
non ancora accessibile al pubblico!
Si ferma sull’ultimo gradino, senza smarrire il sorriso e l’alone
di mistero.
“Devo entrare prima io?”, domando. “Cosa vedrò?
Sarà come quel sopito ricordo di chiudere gli occhi dinanzi ad
una porta?”.
Sorride.
Sospingo lentamente la porta assaporando quale sorpresa mi riserva la
fantasia di Elisa contessa Roero di Monticello e immagino coreografie
colorate appese su un albero, o un enorme presepe con l’acqua che
scorre e le statuine che si muovono. Affascinanti coreografie tipiche
del Natale, indubbiamente belle, alcune spettacolari, ma normali scenografie
che siamo abituati a vedere ogni 25 dicembre!
Ma...
L’impatto visivo con una realtà inimmaginabile mi coglie
di sorpresa! Resto un attimo incapace di dare un giusto senso che sia
quello dello spirito natalizio, ma è solo un attimo e subito intuisco
la profondità di quel messaggio che solo la fantasia di grandi
menti poteva creare e poi trasformarla in questo significativo messaggio...
La Sala delle Armi! Armature trasformate in Babbo Natale, armi di morte
addobbate come Alberi di Natale! Una sala di guerra e di morte, quasi
un monito a chi varcava la porta del castello, ora ci accoglie in un abbraccio
di pace! Armature... disarmate e sui manichini che più non celano
il viso sotto gli elmi guerrieri, ma ora posano con i rossi berretti simbolo
natalizio!
La vecchia carrozzina degli antenati di Aimone conte Roero di Monticello
si trasforma: non porta nobili infanti, ma pacchi e pacchetti addobbati
con carte e nastri colorati.
Tutto attorno aleggia il Natale, lo spirito natalizio ha trasformato anche
le armature di antichi guerrieri che ora accolgono il visitatore infondendogli
un senso di pace e di speranza!
Ed è la stessa contessa Elisa a raccontare di come hanno voluto
trasformare una sala di guerra in un “Benvenuto! Buon Natale!”
ai visitatori!
Sopraggiunge il conte Aimone Roero con le figlie Lucrezia, Domitilla e
la piccola Clotilde.
Anche lui, come Elisa di Netro è gentilissimo, senza quell’aria
di supremazia che metterebbe a disagio, anche se in verità in loro
presenza mi sento un pò impacciata, ma solo per rispetto.
Uno sguardo all’annessa cappella con quadri della natività.
Un sorriso osservando la campanella che ricorda la leggenda di Chiara
e del suo fantasma che aleggia tra le mura del maniero in cerca dell’amato,
e di tanto in tanto fa sentire la sua presenza con i rintocchi!
Sorrido con affetto ricordando l’amore sventurato della giovane
fanciulla e penso alla mia indole portata verso la magia di quei luoghi
del Roero che vuole che tutti i castelli abbiano una leggenda, un fantasma,
sennò non sono veri castelli...
1) la cappella / 2) la scala vista
dall’alto / 3) vista dal basso, con le due scale che si congiungono
Un attimo di magia e leggenda, poi visitiamo le salette
che espongono foto di presepi viventi.
Si sale tutti per la stretta e tortuosa scaletta che conduce al piano
superiore, tra festoni colorati, rossi come vuole la tradizione natalizia
mentre mi domando: “Ma come facevano le dame a salire, con quegli
abiti larghi?”.
“Il bosco degli Alberi di Natale”:
1) piattini decorati / 2) arance e cannella / 3) pane, grissini, biscotti
Al piano superiore ci attende un grande
salone che rappresenta un bosco di Alberi di Natale.
Tutta la magia del Natale è racchiusa in questa sala! Tutto il
passato delle tradizioni natalizie è qui rappresentato!
Pini di colore verde, bianco, disposti come se il visitatore percorresse
il sentiero in un bosco e che hanno per tappeto migliaia di foglie secche.
Ogni albero rappresenta una tradizione natalizia ed è addobbato
“a tema”. C’è quello con sopra i biglietti augurali,
piccoli calendari, quello con i centrini di pizzo, quello con piattini
dipinti. Ma quelli che più mi colpiscono seppure nella loro estrema
semplicità sono l’alberello con biscotti, grissini e piccoli
pani di varie forme, e quello con arance e tronchetti di esotica cannella!
Sono i più densi di ricordi del passato, sono la storia del popolino
che viveva ai margini del castello, per questo sono i più “Vivi!”.
1) centrini / 2) biglietti / 3) orologi
Oggi sotto l’albero di Natale i bimbi
trovano computer, cellulari, le chiavi per l’auto nuova o la motociclette.
Barbie accessoriate con costosi abitini e complete di casette, castelli
auto e camper e altri giochi costosi.
Un tempo non esistevano questi oggetti “di culto” ed erano
pochi i bimbi che ai piedi dell’albero trovavano bambole con la
carrozzina, biciclettine, cavallucci a dondolo, trenini e altri giocattoli
di legno, porcellana, ferro, stoffa, ceramica.
Molti genitori vivevano nella nera miseria e il dono più bello
nasceva dalla loro fantasia che inventava qualcosa di semplice, ma “vivo”
perchè fatto con amore. Una bambola fatta con stracci e una culla
intagliata nel legno, un paio di zoccoli su cui mani inesperte disegnavano
lacci e suole per farli sembrare scarpe, un rozzo trenino di legno, e
sull’albero mettevano collane di noci, fichi secchi, castagne e
se “potevano” biscotti, pagnotte a forma di treccia, bambolina,
Bambinello o altra immagine. Qualcuno poteva permettersi di porre collanine
di mandarini, arance, caramelle e cioccolato. Altri riuscivano ad addobbarlo
con figurine di legno o di cioccolato, palline colorate, fili argentati
e luci che si accendevano e spegnevano: ma erano pochi...
Il caminetto fa da sfondo all’angolo dei giocattoli...
vecchi ricordi di fine ‘700 e giocattoli delle nuove generazioni
dei Roero. Bambole accessoriate di carrozzine per portarle a spasso, servizi
di porcellana per il tè e la toeletta. Orsacchiotti di ogni dimensione,
libri, trenini e navi di legno: oggetti con tante storie da narrare di
giochi e bimbi festosi. Storie d’altri tempi, quando non riuscivamo
a prendere sonno e nel silenzio ascoltavamo ogni piccolo rumore che ci
indicasse la presenza di Babbo Natale intento a depositare i giocattoli
sotto l’Alberello o davanti al caminetto. Festosi risvegli e corse
verso la sala dove ci attendeva ciò che avevamo chiesto a Gesù
Bambino nella nostra letterina, fiduciosi che poi, così cattivi
non lo eravamo stati... e qualcosa avremmo trovato!
Molto bello e pregiato il grande presepio con statuette di più
notevole dimensioni, come in uso a fine ‘700 presso le corti dei
nobili. Vestono abiti in pregiato tessuto. Perfette “foto”
della vita di quell’epoca: chissà quanta storia avrebbero
da narrare e quanti Natali hanno vissuto?
Il viaggio a ritroso nel Natale continua nella stanza successiva dove
spiccano le colorate livree del personale di servizio, disposti in modo
impeccabile, quasi volessero invitarci a prendere posto per la cena. E’
facile fantasticare e immaginare, domandandoci a chi fossero appartenuti,
quali segreti di corte fosse racchiuso nel loro silenzio discreto e tanto
impeccabili da sembrare vivi. Qualche manichino è posizionato accanto
al grande tavolo e mi verrebbe voglia di avvicinarmi per vedere se mi
spostano la poltrona invitando a sedermi!
Mi aspetto che da un momento all’altro arrivi il personale con grandi
vassoi argentati pieni di prelibatezze! In fondo anche Danny Kaye nel
film del 1952 “Il favoloso Andersen” di Hans Christian Andersen
danzava con soldatini di piombo che ogni notte, allo scoccare della mezzanotte
prendevano vita!
Splendida coreografia del salone allestito per scoprire
tutta la magia del cenone della notte di Natale, attorno alla grande tavola
addobbata con tovaglie di fiandra, fine argenteria, porcellane decorate
con lo stemma del casato e... con un pò di fantasia: la servitù
pronta a portare in tavola ogni prelibatezza, su vassoi d’argento.
Aimone Roero di Monticello, Elisa Ricardi di Netro, Lucrezia, Domitilla
e la piccola Clotilde
Un viaggio nelle favole, una storia di
nobili castellani e di un castello che ai giorni nostri rivive la notte
di Natale grazie ai Conti Aimone Roero di Monticello, ed Elisa Ricardi
di Netro che con le figlie Lucrezia, Domitilla e la piccola Clotilde hanno
dato “Vita” al Natale.
Una favola di Natale: ma forse sono loro stessi usciti da una favola perchè
il loro nome è inciso nelle pagine di una “Letterina di Natale”
che forse, un giorno qualcuno ha scritto a Babbo Natale!
Qui termina la favola di “C’era una volta il Natale nel Castello
di Monticello...”.
Un invito speciale per piccoli e grandi a rivivere le emozioni non solo
del nostro Natale, ma anche quello storico, di una volta: quello che vedeva
le rincorse frettolose di piccoli conti che, forse, non erano molto dissimili
da quelli della mia fanciullezza e di tutti quelli che credono ancora
nel Natale: qualunque sia l’età!
“C’era una volta”- Monticello
d'Alba, 20 e 21 dicembre dalle 10 alle 18 - orario continuato
Info: tel: 393474437144 - http://www.roerodimonticello.it/-
info@roerodimonticello.it
di Alexander Màscàl e Matteo Saraggi - ASA
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