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EVENTI
Expo 2015: un maxi database per l'agroalimentare
mondiale
Il progetto Safety for Food è a firma di Cisco e Penelope, in collaborazione
con il Cnr. Si punta a creare una "Carta costituzionale del cibo"
grazie agli analytics e alla condivisione con la comunità scientifica
Avrà un'anima digitale quella che
ambisce a essere la più importante eredità che l'Expo 2015
vorrebbe lasciare alla propria conclusione, il 31 ottobre 2015: una “Carta
costituzionale dell'agroalimentare” che sancisca le regole della
produzione e della distribuzione del cibo a livello mondiale. Il piano,
senz'altro ambizioso, è stato presentato stamattina al Museo della
Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano in concomitanza
con la piattaforma tecnologica Safety for Food (S4F), che dovrebbe costituire
l'ossatura, ovvero il database, dalla quale la comunità scientifica
internazionale partirà per la stesura della Carta. Come? Utilizzando
gli analytics, gli strumenti di tracciabilità e certificazione
e l'incrocio delle informazioni provenienti da tutte le filiere alimentari
del pianeta, opportunamente processate dalla nuova tecnologia.
S4F è uno strumento ideato da Cisco (official global partner di
Expo 2015) insieme con Penelope, business service provider campano specializzato
nell'industria del food. È stato sviluppato in due anni di collaborazione
con il Cnr e gode di tutti i patrocini possibili e immaginabili: oltre
per l'appunto a quelli del Cnr, di Expo 2015 e del museo che ha ospitato
la conferenza di presentazione, a sostegno dell'iniziativa figurano anche
i loghi del ministero delle Politiche agricole e di quello della Salute,
dell'Istituto superiore di Sanità, di Italia sostenibile e persino
dell'Agenzia per l'Italia digitale.
Il fatto è che in S4F tutti i rappresentanti delle organizzazioni
sopra citate hanno riposto la manifesta speranza di un rilancio dell'immagine
dell'Esposizione universale a un anno esatto dall'avvio dell'evento, i
cui festeggiamenti per l'inizio del conto alla rovescia sono stati funestati
dall'ennesima ondata di inchieste giudiziarie su appalti e tangenti in
quel di Rho. Ma non si tratta soltanto – si fa per dire –
di questo: nella mente di chi l'ha creato e di chi lo promuove, S4F è
anche la concreta possibilità per l'Italia di superare quegli ostacoli
apparentemente insormontabili che le impediscono di mettersi al pari degli
altri Paesi sviluppati sul piano della competitività.
L'auspicio di tutti i presenti (da Piero Galli, dg di Expo 2015, a Diana
Bracco, responsabile del Padiglione Italia, passando per Luigi Nicolais,
presidente del Cnr) è stato ben sintetizzato da Agostino Ragosa,
numero uno dell'Agid: “Non capita tutti i giorni di veder lavorare
fianco a fianco una multinazionale con una piccola impresa per apportare
un contributo così importante. L'esperienza di Cisco con Penelope
è un ottimo segnale per le centinaia di Pmi che operano sul nostro
territorio, dove l'innovazione digitale può esistere solo grazie
alla fusione delle due culture aziendali”. Ma per Ragosa il salto
non ci sarà fino a quando la pubblica amministrazione non comincerà
a considerare la spesa in Ict un investimento e l'Italia non metterà
in campo le giuste competenze. “All'appello mancano circa 100 mila
risorse, ed è specialmente di questo che parleremo al Digital Venice
di luglio”, anticipa Ragosa.
Il progetto S4F si articolerà in tre fasi, illustrate da Francesco
Loreto, direttore del dipartimento di Scienze bio-agroalimentari del Cnr.
La prima, partita oggi e operativa fino ad agosto, prevede la consultazione
delle parti (gli interlocutori saranno primariamente, per quanto riguarda
il mercato italiano, i consorzi a cui fanno capo le aziende agroalimentari
delle varie realtà produttive locali) per la messa a punto della
piattaforma e delle sue funzionalità che, come è stato possibile
osservare in un demo, permettono già di facilitare l'accesso ai
dati in maniera responsiva, in base al tipo di utente (azienda, distributore,
consumatore finale) che consulta il database. La seconda fase comprende
il coinvolgimento della comunità scientifica internazionale anche
attraverso strumenti social e terminerà a dicembre. Sarà
un passo cruciale per conquistare l'autorevolezza necessaria per proporre
lo strumento come uno standard. L'ultima fase è quella dell'integrazione
con i sistemi di tracciabilità dei Paesi partecipanti a Expo 2015,
i quali, se il piano avrà il successo sperato, dovrebbero ratificare
la piattaforma e avviare la redazione della famosa “Carta costituzionale”.
E porre quella pietra miliare di cui l'Italia ha disperatamente bisogno
per vincere la durissima sfida dell'Expo e innescare finalmente la miccia
dell'innovazione digitale. (Domenico Aliperto - www.corrierecomunicazioni.it)
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