|
EVENTI
Cibus, boom dell'export e Federalimentare promuove Governo
Il viceministro dello Sviluppo Economico
Calenda inaugura ufficialmente il Salone dell'alimentare e fa il punto
sul comparto: +8% di esportazioni. "Lotta alle contraffazioni".
Il presidente delle Fiere: "Questo primo evento al mondo per il made
in Italy". Ferrua: "Il bonus di 80 euro può segnare una
svolta"
I dati prospettici sull'export alimentare
sono "enormi" ma sulla capacità di penetrazione nei mercati
esteri da parte delle aziende italiane c'è ancora molto da fare.
Lo dice il vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nel convegno
inaugurale di Cibus, tradizionale vetrina dei prodotti italiani d'eccellenza
che quest'anno raccoglie 2700 aziende.
Nei prossimi anni il settore è quello che crescerà di più
in valore, +8,2% a fine 2017 con 800 milioni di nuovi consumatori di prodotti
italiani. Eppure gran parte del giro d'affari è in mano a un piccolo
numero di grandi aziende. Il Governo intende quindi lavorare per favorire
i processi di internazionalizzazione delle Pmi, per il riconoscimento
dei prodotti Igp e contrastando le contraffazioni alimentari. Previsto
un piano straordinario per promuovere l'italian food negli Stati Uniti
e in Canada, attraverso la grande distribuzione.
L'esecutivo ha intenzione di triplicare, per il prossimo anno, il budget
per la promozione agroalimentare. "L'Italia - ha detto Calenda -
oggi ha un posizionamento che in pochi comprendono fino in fondo. Tuttavia
sono ancora poche le aziende che esportano".
Per quanto riguarda il settore, la strategia prevede azioni sia in difesa,
sia in attacco. "La difesa - ha detto Calenda - riguarda soprattutto
il riconoscimento delle indicazioni geografiche e la difesa dalla contraffazione.
Non dobbiamo essere più disponibili ad accordi con paesi che aumentano
le barriere non tariffarie. Da questo punto di vista un importante passo
in avanti è stato l'accordo siglato con il Canada. Abbiamo poi
restituito in quattro paesi i desk anticontraffazione, gestiti da italiani
che lavorano in studi legali stranieri e che in questi giorni stanno facendo
formazione proprio al Cibus. Bisogna poi diffondere il 'divieto di evocazione',
ovvero proibire i segni che facciano pensare che un prodotto sia prodotto
in Italia quando non lo è".
Le strategie d'attacco, invece, devono riguardare in particolare la grande
distribuzione, mezzo attraverso il quale, ad esempio, si può aggredire
il mercato dell'America profonda.
Se l'export si conferma positivo (+5,8%) nel 2013, "rallenta e apre
piatto nel 2014". Così come "le vendite sui mercati esteri
non riescono più a tamponare l'emorragia dei consumi che segnano
-4% del valore reale. Ma è sul fronte occupazionale che il settore
alimentare paga alla crisi un prezzo significativo, ancor più simbolico
per la sua storica anticiclicità. Rispetto a 10 anni fa, spiega
la relazione di Federalimentare in occasione dell'assemblea annuale svoltasi
nel pomeriggio a margine di Cibus - il numero delle imprese alimentari
è calato del 17,9%, mentre quello degli addetti (oggi superiore
alle 385mila unità) segna una riduzione del 13,6%. A chiudere sono
state soprattutto le micro-imprese fino a 9 addetti, oggi 48mila rispetto
alle 60mila del 2001.
Tiene, invece, la fascia propriamente "industriale" delle imprese
alimentari, quella superiore ai 9 addetti, con oltre 6.800 imprese (erano
circa 6.900 10 anni fa). Nonostante tutto, quindi, la spina dorsale del
comparto è sostanzialmente integra rispetto ad altre realtà
del manifatturiero. E per questo a buon diritto l'alimentare può
candidarsi a motore della crescita del Paese".
Il presidente di Fiere di Parma Enrico Boni torna sull'evento fieristico
per sottolineare come la spinta di Federalimentare da una parte e la concorrenza
milanese dall'altra abbiano sollecitato negli anni il rinnovamento dei
padiglioni; interventi possibili grazie al contributo dei soci e in particolare
di Cariparma.
"La manifestazione - aggiunge - è in crescita continua e oggi
Cibus si conferma il primo evento al mondo per il Made in Italy alimentare.
Da piccola barchetta che naviga in acque perigliose le Fiere e Cibus sono
oggi una solida realtà grazie anche a importanti alleanze internazionali
con Francoforte e Anuga".
Filippo Ferrua Modigliani, il presidente di Federalimentare - associazione
confindustriale che detiene il 50% del marchio Cibus - dà atto
ai risultati e ai "numeri record" del salone. Di dolente ci
sono invece i dati sulla produzione industriale del comparto e sui consumi
interni in costante calo mentre positivi sono i risultati delle esportazioni.
"Il 2013, con il suo -4% in termini di fatturato a valori costanti
e del -2,1% in quantità, è stato l'anno peggiore per i consumi
interni. Sono le discese più marcate degli ultimi anni, che fissano
il calo dei consumi interni in quasi 14 punti dal 2007".
Un trend negativo che continua, pur se attenuato, anche nel primo trimestre
del 2014, in quanto anche il primo bimestre 2014 conferma questo andamento
negativo, con cali prossimi a 2 punti percentuali in termini di fatturato
vendite in valuta costante, e a 1 punto in termini quantitativi. "In
10 anni abbiamo visto chiudere 12 mila microimprese nonostante un andamento
decennale assai più dinamico (+8% contro -22%) rispetto al resto
dell'industria italiana" conclude Ferrua.
Da cui arriva pieno apprezzamento all'operato del Governo Renzi, in particolare
sul fronte dell'internazionalizzazione dove si denota "una efficienza
manageriale. Questo è un fatto nuovo ed è un'altra musica.
I risultati quindi arriveranno". E sempre sulle azioni del Governo,
Federalimentare è convinta che il bonus degli 80 euro possa aiutare
la ripresa degli acquisti da parte degli italiani: "Non è
una cosa trascurabile: può segnare una svolta".
Da Guido Barilla un invito alla politica: "L'agroalimentare è
uno dei pochi settori di eccellenza in Italia; siamo al fianco dei francesi
e in molte voci li abbiamo superati. La cucina italiana poi è la
più amata al mondo. Come imprenditori del 'food' ce ne accorgiamo
in tutte le situazioni, però come Paese nei decenni siamo stati
lenti a percepire l'importanza del comparto che è un vero valore
del nostro Paese. Sarebbe miope non dare valore all'agrobusiness".
Per il presidente della Regione Vasco Errani "è importante
il radicamento di Cibus a Parma. Di qui al 2020 noi dobbiamo essere tra
le regioni leader nella ricerca in Europa sull'agroindustria. Sarà
questa, con la tutela della qualità, la sfida per gli anni futuri".
(Francesco Nani - http://parma.repubblica.it)
Questo sito web utilizza solo cookie tecnici per garantire il corretto funzionamento. Per saperne di pił
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|