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La pesca italiana tra crisi e prospettive future

Ad Ancona, fino a domenica, la Fiera internazionale della pesca. In Italia cresce il consumo di pesce, ma l’80% delle risorse ittiche è sovra sfruttato. Decenni di pesca intensiva hanno infatti portato a un preoccupante declino degli stock ittici un tempo abbondanti. Inoltre, circa il 30% di quello che viene pescato, viene ributtato in mare perché poco commerciabile scarsamente redditizio.
Nel giro di 40 anni - dal 1961 al 2005 - il consumo pro capite di pesce e prodotti della pesca è cresciuto, sia sul versante Mediterraneo - da 11 chilogrammi a 18 kg, per un incremento del 71%, sia nel mondo (da 9 kg a 16 kg per un incremento dell'83%). In Italia parliamo di un incremento del 108%, con un consumo pro capite passato dai circa 12 kg nel 1961 a 25 kg nel 2005.
Però, il pesce è sempre meno. Nel Mediterraneo, si stima che l'80% delle risorse ittiche studiate sono sovra sfruttate. Decenni di pesca intensiva hanno infatti portato a un preoccupante declino degli stock ittici un tempo abbondanti. Inoltre, circa il 30% di quello che viene pescato, viene ributtato in mare perché poco commerciabile scarsamente redditizio.
Su fronte dell’occupazione in Italia sono 29mila gli occupati nel settore peschereccio ma confrontando il dato con i livelli 2004 emerge un progressivo calo degli occupati che ha cancellato oltre 6mila posti di lavoro.
Sono questi alcuni numeri che fotografano la situazione della pesca in Italia, un settore di grande importanza per la nostra economia, che sta attraversando un momento di crisi, ma che è anche arrivato ad un momento di svolta. Uno scenario di grande cambiamento che vedrà la sua ribalta alla Fiera Internazionale della pesca ad Ancona da giovedì 21 a domenica 24 giugno. L’obiettivo degli organizzatori è quello di fare tesoro di un grande passato, di una tradizione e di un forte legame con il territorio e partendo da questo capitale rilanciare il prestigioso appuntamento ma con l’ambizione di riposizionare, affrontando la crisi, il comparto ittico italiano, orientandolo ai temi della qualità, della buona pesca, della sostenibilità.
La manifestazione, nata nel 1933 e dal 1954 dichiarata internazionale, ha una storia lunga 78 anni. L’edizione 2012 segna la ripartenza di una grande avventura. “L’obiettivo, infatti, è quello di fare tesoro di un grande passato, di una tradizione e di un forte legame con il territorio e partendo da questo capitale rilanciare il prestigioso appuntamento che di fatto sarà una sorta di anteprima, ma con l’ambizione di riposizionare, affrontando la crisi, il comparto ittico italiano, orientandolo ai temi della qualità, della buona pesca, della sostenibilità”.
L’area espositiva ha visto negli anni la presenza di aziende nazionali e straniere che operano nei settori della cantieristica (apparato motore, scafo, allestimenti), attrezzature, delle apparecchiature e dei servizi per la pesca e per l’acquacoltura (impianti ed accessori), per la conservazione e trasformazione del prodotto proveniente dal territorio nazionale e dall’estero, oltre ad enti ed istituzioni. Grande spazio ai contenuti, alle prospettive e alle politiche del settore, ai temi legati alla sostenibilità ambientale, ma anche un appuntamento di grande interesse verso il grande pubblico che potrà conoscere da vicino le varie marinerie italiane e apprezzare i prodotti e i sapori legati ai vari territori costieri, le culture, le tradizioni e la gastronomia che sarà la grande protagonista. La gastronomia come aspetto culturale e strumento di promozione turistica del territorio e delle marinerie italiane e internazionali e valorizzazione di tutto il pescato anche quello meno nobile e conosciuto.
Grazie alla collaborazione dei grandi chef con il progetto “Gusta blu”, in collaborazione con Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, si terranno degustazioni e corsi di cucina, con un occhio particolarmente attento al cosiddetto “pesce dimenticato”, tutte quelle varietà meno pregiate, ma gustose, sane ed economiche che possono arricchire le tavole degli italiani. E poi mostre fotografiche, proiezioni video e iniziative di divulgazione e approfondimento. (www.aiol.it)


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