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CORSI
E CONCORSI
DECOLLA IL CONCORSO NAZIONALE “SALAMI E SOPRESSE DELLA
TRADIZIONE”
Ideato e promosso dall’Accademia
delle 5T della Qualità, con la collaborazione di Unioncamere,Camera
di Commercio di Treviso, Ascom-ConfCommercio Treviso, Bottega di Marca,
Università degli Studi di Castelfranco Veneto- Facoltà di
Scienze Gastronomiche
E’ ufficialmente decollato, dopo
il primo annuncio avvenuto nel mese di aprile al Vinitaly, il concorso
nazionale “Salami e sopresse della tradizione”, giunto alla
prima edizione nazionale e nato lo scorso anno, in una edizione per il
Nord Italia, in provincia di Treviso, un territorio che vede nell’enogastronomia
una delle sue vocazioni principali.
L’iniziativa- ideata e promossa dall’Accademia delle 5T della
Qualità, conta, per l’edizione 2006, importanti collaborazioni
istituzionali, quali : Unioncamere, Camera di Commercio di Treviso, Ascom-Confcommercio
Treviso, Bottega di Marca, Università degli Studi di Castelfranco
Veneto- Facoltà di Scienze Gastronomiche
L’originale concorso, che lo scorso anno ha vissuto un successo
inaspettato- rivaluta un comparto fondamentale per la gastronomia nazionale,
quello dei salumi, ed intende porre l’attenzione sui disciplinari
da seguire per ottenere prodotti sani e di qualità nel rispetto
della tradizione.
L’obiettivo è infatti quello di premiare non solo i salami
più buoni, ma anche più coerenti con le diverse tradizioni
territoriali, nel tentativo di far riemergere, nell’era della globalizzazione
e della corsa alle marche e alle “merendine”, uno degli spuntini
“storici” più autentici, sani e genuini, quella con
il buon “pane e salame”.
L’edizione 2005 ha visto la consegna della targa, da parte di Luciano
Imbriani, uno dei giornalisti e scrittori italiani più esperti
del settore, a Ferdinando Sartorato dell’azienda la salumeria di
Eustacchio di Dosson di Casier (TV) (vincitore nella sezione salami veneti),
ad Eugenio Caprini dell’azienda Caprini di Negrar (VR) (vincitore
nella sezione sopresse venete) e a Francesco Bonadeo dell’omonima
azienda di Montegioco Alessandria (vincitore nella sezione salami dell’Oltrepo
pavese, piemontese e piacentino). Sono stati inoltre consegnati cinque
attestati di eccellenza assegnati ad altrettante aziende che si sono distinte
per la qualità raggiunta nei prodotti di salumeria: agriturismo
Al Ranch di Valdagno (VI), salumificio De Stefani di Guia di Valdobbiadene
(TV), salumificio Dalla Valle di Altissimo (VI), salumificio Valpolicella
di san Pietro in Cariano (VR), agriturismo Val di Ferro di Alsiero (VI).
L’edizione 2006 si svolgerà, come peraltro quella del 2005,
con diverse selezioni interregionali e degustazioni al Castalimenta di
Brescia, all’insegna della trasparenza e della tracciabilità
dei prodotti, due concetti oggi fondamentali per la difesa del cittadino-consumatore
soprattutto per un prodotto a rischio come il salame, spesso afflitto
dall’inquinamento da ingredienti come polvere di latte e zuccheri,
utilizzati per accelerare artificiosamente la stagionatura o trattenere
l’acqua, così da aumentarne il peso.
“In particolare”- conclude il Presidente dell’Accademia
delle 5T Guido Stecchi- “tra gli obiettivi del 2006, c’è
sicuramente la volontà di monitorare i migliori prodotti del mercato
nazionale e di sviluppare, di conseguenza, azioni didattiche e formative
“mirate” grazie al coinvolgimento territoriale degli Istituti
Alberghieri”.
Il bando è scaricabile dal sito www.accademia5t.it
Adesione prorogata al 16 giugno
Uffico stampa Accademia delle 5T
Silvia Milani
Francesca Mureri
tel. 0422 432999
fax 0422 432933
BANDO DI CONCORSO NAZIONALE 2006
2° CONCORSO
“SALAMI E SOPRESSE DELLA TRADIZIONE”
“Una volta era pane e salame: raccontiamo
ai giovani la merenda italiana di sempre”
Obiettivi del concorso:
- monitoraggio dei migliori prodotti sul mercato,
- incentivo a non utilizzare additivi,
- corretta informazione al pubblico,
- formazione degli addetti ai lavori,
- sviluppo di azioni didattiche presso gli Istituti Alberghieri.
ART. 1
L’Accademia delle 5T della Qualità, in collaborazione con
Ascom Treviso e Bottega di Marca, grazie al supporto della CCIAA di Treviso
e di Unioncamere, organizza il secondo concorso nazionale per premiare
il migliori salami d’Italia, non solo più buoni e genuini,
ma anche più coerenti con la tradizione del loro territorio.
ART. 2
Sono ammessi al concorso i salumi crudi composti di carne magra e grassa
macinata o tagliata a coltello e insaccata in budello o vescica naturali,
sia quelli denominati "salame" sia prodotti affini quali, ad
esempio: "sopressa veneta", "soppressata calabrese",
"finocchiona", ecc.
ART. 3
Sono ammessi solo prodotti regolarmente in vendita nel rispetto delle
norme di legge, anche ove ne sia consentita la sola vendita diretta.
ART. 4
Sono esclusi i salami contenenti additivi chimici fatta eccezione per
nitrati e nitriti (purché in dosi nettamente inferiori ai limiti
di legge), eredi di quel "salnitro" utilizzato anche dai vecchi
contadini. Sono ovviamente ammessi spezie, erbe, aromi e condimenti naturali
previsti nelle ricette storiche del territorio o in ricette innovative
del produttore. Sono esclusi invece ingredienti quali: derivati del latte
e zuccheri, pur naturali, utilizzati per alterare i tempi della stagionatura,
accelerare le fermentazioni, trattenere acqua e in genere per qualsiasi
pratica finalizzata a mascherare difetti della materia prima o del ciclo
produttivo.
ART. 5
Per partecipare al concorso occorre inviare entro e non oltre il 31 maggio
2006 all'Accademia delle 5T (via fax allo 0422 432933 o via posta prioritaria
presso Donadini srl, via Bertolini, 38 – 31100 Treviso) la scheda
tecnica del prodotto candidato (vedi allegato A), oppure compilare direttamente
la form specifica presente nel sito web: www.accademia5t.it.
Tale scheda deve essere compilata integralmente, essa comprende i seguenti
dati:
- denominazione commerciale del prodotto,
- denominazione aziendale del prodotto,
- lista completa degli ingredienti,
- tracciabilità delle carni,
- dati dell'azienda produttrice,
- eventuali certificazioni.
Può comprendere in via facoltativa (la maggior ricchezza di informazioni
è considerata dalla Giuria nota di merito):
- descrizione della tecnologia produttiva,
- descrizione dei luoghi di produzione, dall'allevamento alla stagionatura,
- informazioni storiche e aneddoti sul prodotto candidato e sull'azienda
produttrice,
ART. 6
L'ufficio di Presidenza della Giuria deciderà insindacabilmente,
sulla base della scheda tecnica e di eventuali visite di consulenti dell'Accademia
delle 5T all'azienda produttrice, quali prodotti ammettere al Concorso.
ART. 7
Sulla base dei prodotti candidati la Presidenza, entro il 10 giugno 2006,
a tutti gli interessati indicherà dove inviare il campione per
la Giuria di selezione, tenendo a disposizione un altro campione per l'eventuale
finale.
ART. 8
Le Giurie di selezione si riservano la possibilità di prelevare
direttamente presso l'azienda produttrice un ulteriore campione per verificare
la corrispondenza dell'esemplare inviato con la produzione aziendale.
ART. 9
Le Giurie di selezione si riuniranno in seduta pubblica in presenza di
studenti di corsi di specializzazione del settore agroalimentare e/o di
Istituti Alberghieri. Gli studenti avranno facoltà di partecipare
ai lavori senza diritto di voto.
ART. 10
Ogni Giuria di selezione individuerà uno o più finalisti
per la Giuria nazionale e stabilirà a quali prodotti sarà
assegnata un'attestazione di qualità da esporre nel punto vendita
dell'azienda produttrice.
ART. 11
La Giuria Nazionale, composta da esperti del settore di diverse regioni
italiane, si riunirà in autunno presso la prestigiosa scuola CAST
Alimenti srl di Brescia e degusterà i prodotti finalisti. La premiazione
si svolgerà in località da definirsi in provincia di Treviso
in autunno.
ART. 12
Saranno proclamati vincitori i migliori assoluti di ogni categoria. Le
categorie verranno stabilite in base alle candidature tenendo conto di
denominazioni d'origine o tradizionali, di provenienze, di ingredienti,
ecc.
Il premio consiste in apposita targa di premiazione e diploma di qualità
per utilizzi promozionali.
I nominativi delle aziende premiate verranno comunicati alla stampa nazionale,
pubblicati sul sito dell’Accademia delle 5T e diffusi tramite agenzia
di stampa.
Il salame: una lunga storia
Con il nome di "salame", assai
generico a dire il vero, si usa indicare un insaccato di carne suina,
oppure suina e bovina, macinato in pasta a crudo e tenuto a stagionare
più o meno a lungo. Come è noto, il salame, nel nostro Paese,
viene prodotto in numerose varietà, seguendo le tradizioni d'impronta
regionale. Per esempio, in Lombardia predominano i tipi Milano, ungherese
e Varzi; in Veneto il maggior indice di gradimento tocca alla generosa"
Sopressa". In Emilia, le tipologie più rinomate sono il salame
di Felino e quello chiamato "gentile", che prende il nome dalla
parte finale del budello, cioè la più morbida. Nelle Marche,
fa spicco il salame di Fabriano e in Campania il napoletano piccante,
più simile alla salsiccia.
In Piemonte, tiene tuttora banco il salam 'd la douja, conservato morbido
sotto uno strato di strutto fuso dentro una giara, chiamata douja. Recentemente
sono saliti alla ribalta i salumi del Tortonese, caratterizzati da una
particolare dolcezza ed un elevato utilizzo di tutte le parti nobili del
maiale, assieme ad altre specialità. Sempre in Piemonte, si distingue
il salame al Barolo, che si prepara in diversi centri delle Langhe.
Al di fuori degli insaccati di puro suino e di quelli misti di suino e
bovino, il repertorio si allarga ai salami e salamini di camoscio, di
capra, di capriolo, di cervo e di cinghiale. Questi insaccati non sempre
risultano soddisfacenti perché sono coriacei e rinsecchiscono facilmente.
La famiglia dei salami è così vasta e ramificata che non
è stato possibile regolamentare la materia, se non con disposizioni
generiche, come quelle di indicare con una "S" i salumi di carni
di suino, con la sigla "SB" gli esemplari misti di suino e bovino.
Difatti, le disposizioni di legge non stabiliscono i costituenti dell'impasto
di ciascuna tipologia, né tantomeno le parti dell'animale da cui
devono essere ricavati. E lo stesso dicasi per le spezie e gli aromatizzanti
vari. Purtroppo, sia i grandi che i piccoli salumai, sempre meno si attengono
con scrupolo alla tradizione, ed in ciò si può dunque distinguere
il ruolo delle Associazioni di appartenenza, delle Istituzioni e anche
degli appassionati gourmet nel contribuire al recupero e alla salvaguardia.
Sono comunque ancora molti, fortunatamente, i maestri salumai che hanno
conservato le antiche ricette tradizionali, al fine di mantenere integra
la fisionomia di ogni specialità, pur con l’ utilizzo di
macchinari e tecniche di produzione estremamente aggiornate per essere
in grado di offrire ai consumatori prodotti di sicura sanità. Semmai,
l'unica variante è quella di limitare l'apporto delle parti grasse,
il che, oltre tutto, garantisce un gusto più equilibrato e una
conservazione del salame senza rischi di irrancidimento.
Considerazioni di natura tecnica a parte, il lettore curioso potrebbe
chiedersi: quando e come è nato il primo salame ? Purtroppo a questa
domanda risulta impossibile rispondere. E volendo cimentarsi in tale impresa
si rischia davvero di fare la "figura del salame". L'unica certezza
in materia è di natura filologica. Difatti, il nome del salame
deriva dal "sale", l'ingrediente fondamentale per la sua maturazione.
Fin dagli albori della civiltà, l'uomo si rese conto che, per la
conservazione delle carni, la funzione del sale era indispensabile e lo
rimane tuttora.
Spetta infatti al sale di ridurre la quantità di acqua libera contenuta
nella carne e di bloccare la proliferazione di batteri indesiderabili,
quali i germi anaerobi e quelli che i tecnici di laboratorio chiamano
"Gram negativi" (cioè i batteri misurati con il metodo
inventato dallo scienziato danese Gram). La flora responsabile dei processi
di affinamento dei salumi viene quindi selezionata principalmente grazie
all'apporto del sale, senza per questo togliere valore ad altri ingredienti
come l'aglio e soprattutto il vino .
Per i Romani, il salame apparteneva al genere di vivande chiamato salsum,
vale a dire salato. Più specificamente, la famiglia dei salami
portava il nome di tomaculum o tomacium". Queste definizioni si ritrovano
negli scritti di Petronio, di Marziale e di Giovenale. Invece, Varrone
ci spiega che la "tomacina", corrispondente più o meno
all'odierno salsicciotto, veniva venduta nelle botteghe dei salsamentarii,
ossia gli attuali salumieri.
Intorno al salame sono sorte anche talune divertenti leggende, come questa
che riguarda Giove. Il boss dell'Olimpo ebbe un periodo in cui soffriva
di astenia. Siccome nessuno riusciva a tirarlo fuori dal suo letto dorato,
la fedele sposa Giunone, dopo averci pensato su, diede incarico a Febo
di compiere una missione speciale, dicendogli: " Scegli un maiale
con i fiocchi,
né troppo grasso, né troppo
magro, e portalo ai nostri fidati salumieri affinché ne ricavino
dei salami davvero con i fiocchi " .
Febo ubbidì da bravo talent scout e così, dopo qualche tempo,
Giove fu rimesso in sesto con una speciale cura a base di buoni salami.
E quando fu completamente guarito, per ricompensa, conferì ai salumai
che gli avevano preparato quelle delizie la targa di "fornitori degli
Dei". Da quel giorno, stando alla leggenda, cominciò l'era
della Salameide in tutto il mondo occidentale e nemmeno la religione cristiana,
subentrata al culto degli dei, nulla ebbe a che ridire contro gli insaccati,
salvo la prescrizione di non consumarli nei giorni di magro.
L'antico adagio milanese che recita: "Pan, vin e luganeghin, l'è
un mangià divin" resta quindi tuttora di moda. Sia dunque
benvenuto il saporito salame, specie quello di tipo artigianale, che rallegra
la tavola a prima vista ed al cui fascino, tutto sommato, ben pochi sanno
resistere, specie se viene accompagnato da un bicchiere di vino generoso.
Meglio se rosso come vuole l'usanza, tuttavia non va escluso un bianco
razzente. Negli Stati Uniti, da diversi anni è diventato di moda,
come appetizer, un buon panino con il salame, accompagnato da un vino
italiano, bianco, rosso, oppure spumante.
In barba alla cultura dell’hamburger.
Luciano Imbriani
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