CORSI E CONCORSI

GOLOSARIA INCORONA GUALTIERO MARCHESI
Solenne cerimonia con i suoi allievi, al “maestro del cuoco italiano”

Giornata di premi e di riconoscimenti l’11 novembre a Golosaria, la manifestazione organizzata da Papillon, movimento di consumatori legato alla cultura del gusto. Nel pomeriggio, dopo i premi ai 100 migliori vini d’Italia scelti da Marco Gatti e Paolo Massobrio sarà la volta dei riconoscimenti legati al Golosario, il best seller di oltre mille pagine che viene celebrato con i suoi protagonisti. Sono 17 le categorie premiate: dalle panetterie migliori d’Italia (tra questi Princi a Milano) alle macellerie (ancora Milano con Ercole Villa), alla civiltà dell’acqua con il premio al Raiss Gioacchino Cataldo che ha catturato 20 mila tonni. E poi le pizzerie più buone d’Italia (la migliore secondo Papillon è a San Bonifacio, e si chiama I Tigli), i relais di charme (chi lo conosce a Nembro la Locanda Pjaio?), fino ai ristoranti della nuova cucina, con Pietro Leemann del Joia in testa.
Un premio solenne andrà alla civiltà contadina, con la menzione per il professor Corrado Barberis, ma anche per Fausto Andi che a Montù Beccarla porta avanti un’azienda agricola speciale con ragazzi down e alla Monache Trappiste di Vitorchiano eredi di quella civiltà benedettina che ha dato tanto all’agricoltura europea.
Il culmine della giornata sarà il riconoscimento a “Gualtiero Marchesi, maestro del cuoco italiano” che iniziò proprio a Milano, nel 1977 in via Bonvesin de La Riva la più incisiva rivoluzione che la storia della gastronomia di casa nostra ricordi. Nato a Milano il 19 marzo 1930 (www.marchesi.it) è lo chef italiano più conosciuto nel mondo. Il primo ristoratore a ricevere le “tre stelle” della guida Michelin Italia nel 1985. Innovatore, intuitivo, amante della buona cucina come delle arti. Nella sua cucina si sono formati molti degli chef italiani più affermati. Ristoratore a Milano nel ristorante che portava il suo nome e oggi ristoratore a Erbusco in Franciacorta, a Roma e a Cannes. Cresciuto nel locale che la sua famiglia possedeva nel Verziere di Milano, in età matura si porta in Francia da Michel e Pierre Troisgros ed inizia un percorso che, una volta tornato in Italia lo porterà ai massimi vertici della ristorazione. Appassionato d’arte e di musica nel 1977 apre in via Bonvesin de la Riva a Milano il ristorante che lo renderà famoso, nel 1979 Gault e Millau lo annoverano tra i primi 15 ristoratori del mondo. Nel 1998 riceve il premio “Artusi”, nel 1999 riceve il premio “Longobardo d’Oro”. Nel 2000 è eletto presidente di Euro-Toques International; apre un ristorante un nuovo ristorante, a Roma in Via dei Soldati apre l’Osteria dell’Orso. Nel 2002 è insignito del Gran Prix “Mémoire et Gratitude” insieme ai più grandi cuochi europei. Dal 2004 è Rettore di ALMA La Scuola Internazionale di Cucina Italiana con sede a Colorno (Parma).
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti hanno voluto far giungere un messaggio di congratulazioni a Marchesi, che nella sua città ha iniziato a fare scuola divenendo in poco tempo il cuoco italiano più conosciuto al mondo. E in prima fila ci saranno tutti i suoi allievi: Carlo Cracco, Andrea Berton, Davide Oldani, Pietro Leemann e tanti altri..
Il perché di questo premio, lo spiega Paolo Massobrio, giornalista, presidente di Papillon: “Gualtiero Marchesi ha cinque ingredienti che fanno di lui un cuoco italiano, benché abbia mutuato dalla Francia la provocazione della nuovelle cuisine. Lui è un uomo che ha dentro di sé la musica, l’arte, il colore, il gusto… e la famiglia. Senza queste cose, molto italiane, Marchesi non sarebbe stato quel che è stato e la cucina italiana non avrebbe seguito una sua originalità, tra l’altro oggi ben interpretata dai suoi stessi allievi, uno diverso dall’altro, come stile ed interpretazione”. “Dire Gualtiero Marchesi insomma – prosegue Massobrio – è parlare di uno che ha dentro di sè i dipinti di Piero della Francesca, per capirci. E non è poca cosa”.


Sarah Scaparone
Ufficio Stampa Club Papillon
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