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CORSI E CONCORSI
ANDREA GALLI RAPPRESENTANTE ITALIANO
AL BOCUSE D'OR 2005
Nella
primavera del 1966 Emilia Teglia e Giancarlo Banditori, arrivati già
da qualche tempo a Milano da Ponte Buggianese, piccolo paesino vicino
Montecatini Terme e patria di altri celebri ristoratori toscani, decidono
di "mettersi in proprio" ed aprono un gradevole ristorantino
in Via Sacchi, dove è tuttora, nel centro della città, chiamandolo
con i propri nomi "Emilia e Carlo ". La cucina, regno indiscusso
di Emilia, offre specialità tipiche toscane cucinate seguendo le
antiche ricette tramandate di generazione in generazione. In sala, l'inventiva
e l'estro di Giancarlo, padrone di casa fra i tavoli, danno vita a piatti
nuovi creati insieme ai clienti (nasce qui, infatti, la prima vera tagliata
di carne). Il ristorante diventa ben presto meta fissa di personaggi della
moda, attori, calciatori. Con il passare degli anni Giancarlo viene affiancato
in sala dai figli Franco e Nicola, cresciuti praticamente fra pentole
e fornelli e con la stessa passione dei genitori.
Oggi, dopo avere realizzato il loro sogno, Emilia e Carlo si godono un
po' di tranquillità nelle loro campagne toscane ed hanno passato
lo scettro al figlio Nicola, il quale, attento alle nuove esigenze della
clientela, ha ingaggiato uno staff tecnico giovane ma altamente qualificato.
In cucina lo chef Andrea Galli, che rappresenterà l'Italia tra
i 24 paesi selezionati per la finalissima del prestigioso concorso di
cucina Bocuse d'Or che si terra' il 25 e 26 gennaio 2005 nel corso del
SIRHA a Lione. Il giovane chef è affiancato da Taichi Murayama
ottimo collaboratore e il giovanissimo Alessandro Procopio; associa alla
professionalità gastronomica una speciale raffinatezza di gusti
e di presentazione dei piatti.
In questo contesto si colloca la Charta Ambrosiana che vuole essere una
rivalutazione storica della città di Milano nell'intento di salvare
il patrimonio della cucina ambrosiana, frutto della collaborazione del
mensile d'informazione A Misura Duomo e dell'Antica Credenza di Sant'Ambrogio
risorta dall'istituzione milanese del 1198, che riuniva persone fidate
ed esperte, cui i governanti erano tenuti a "credere" da cui
il nome "credenza ".
La forte immigrazione di ristoratori da altre regioni, toscani e pugliesi
negli anni cinquanta e successivamente da altri Paesi: cinesi e giapponesi,
ha fatto perdere a Milano la tipicità gastronomica ben netta e
definita fino al periodo successivo al termine della seconda guerra mondiale.
Questo fenomeno ha allargato il panorama della tavola che si può
gustare a Milano in un clima di forte competitività a tutto vantaggio
della qualità che ha consentito di poter definire Milano come la
città italiana dove si mangia meglio.
Ma che cosa si mangia della cucina ambrosiana non è dato di sapere
anche in considerazione delle false credenze espresse da falsi profeti
in favore di pasti calcolati sul numero di calorie e di altri artifizi
che sono il peggior nemico della sana e schietta cucina sotto ogni latitudine.
Andrea Galli, giovane chef emergente della nuova scuola di cucina, pur
non avendo ascendenti ambrosiani, propone le ricette tradizionali adattandole
al gusto attuale in perfetto accostamento e corretto abbinamento ai vini
e costituisce un classico esempio dei professionisti della cucina che
danno una loro personale interpretazione delle ricette della tradizione
ambrosiana nell'ambito della Charta Ambrosiana.
Gianni Staccotti
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