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CORSI
E CONCORSI
Ecco la nuova classifica dei World's 50 Best: vincono i Roca, Massimo
Bottura è terzo
Il Celler di Can Roca di Girona conquista il trono del Noma.
Mentre la cucina italiana rialza la testa
Dopo due anni di purgatorio dorato al secondo posto, il Celler di
Can Roca, tristellata insegna catalana di Girona, si scambia il trono
con il danese Noma e conquista il primo posto dell'undicesima edizione
della World's 50 Best Restaurants, la classifica sponsorizzata da S.Pellegrino
e Acqua Panna che premia i migliori ristoranti del mondo, accende polemiche
e, soprattutto, muove milioni di prenotazioni. Dalla serata di gala londinese
– la premiazione si è tenuta ieri sera nella sala quattrocentesca
del Guildhall, l'ex municipio della City – escono pochi stravolgimenti
(un po' un gioco della poltrona tra soliti noti) ma una grande notizia
per l'Italia: Massimo Bottura, chef tre stelle Michelin dell'Osteria Francescana
di Modena, scala due posizioni e raggiunge il podio al terzo posto, appena
dietro l'ex numero uno René Redzepi.
Per il supercreativo talento emiliano si tratta di un meritato riconoscimento
alla sua cucina contemporanea, sintesi perfetta di tradizione e modernità,
di territorio e suggestioni artistiche.
Dopo il quasi flop dello scorso anno (erano tre i cuochi in classifica)
la cucina tricolore rialza la testa. Oltre al già annunciato premio
Veuve Cliquot World's Best Female Chef 2013 ritirato sul palco da Nadia
Santini del ristorante Dal Pescatore, sono quattro in tutto gli italiani
tra i magnifici cinquanta. Rientra alla 40ma posizione Davide Scabin e
il suo Combal.Zero di Rivoli. Un gradino sotto, al debutto assoluto, c'è
Enrico Crippa di Piazza Duomo di Alba. Due nomi piemontesi più
il veneto (Sarmeola di Rubano) Le Calandre di Massimiliano Alajmo, che
sale di 5 posizioni e si piazza al 27mo posto.
Fuori dai 50 ci sono Dal Pescatore (74°) e Cracco (82°). Un quadro
più che rassicurante per la nostra cucina che però non rappresenta
come invece meriterebbe – nota dolente - il Centro-Sud. Torniamo
al cambio al vertice: all'algida Nordic Cuisine di Redzepi, gli oltre
900 opinion leader che compongono la giuria internazionale hanno preferito
la cucina "emozionale" dei tre fratelli Roca. Joan ai fornelli,
Jordi maestro pasticciere, Josep sommelier e direttore di sala: una squadra
perfetta, una bellissima saga familiare.
Tra i 29 europei in totale sono 5 i ristoranti spagnoli, tra cui Mugaritz
al quarto posto, e 6 i ristoranti francesi, primo dei quali L'Arpège
di Alain Passard, solo al 16mo posto. Piccola consolazione: al maestro
Alain Ducasse è stato conferito il premio alla carriera Lifetime
Achievement Award.
A completare la top ten sono il newyorchese Eleven Madison Park (in totale
6 gli statunitensi tra i 50), il paulista D.O.M. di un deluso Alex Atala,
il londinese Dinner di Heston Blumenthal, il basco Arzak e (uniche sorprese)
l'austriaco Steirereck e il tedesco Vendôme al 9° e 10°
posto. Scorrendo le altre posizioni, ecco alla 14ma (+21 dallo scorso
anno e premio "Highest Climber") Astrid y Gastón di Lima,
alla 20ma Narisawa di Tokio (premio Acqua Panna Best Restaurant in Asia),
alla 21ma Attica di Melbourne ("Highest New Entry") e alla 38ma
Andre di Singapore. Un Far East in forte ascesa con sette ristoranti,
soprattutto dopo la prima e strategica edizione degli Asia's 50 Best Restaurants
Awards. Non è un caso. Un'economia in salute vuol dire (anche)
una gastronomia di livello. Gli ingredienti: coraggio, investimenti e
tutela. Quelli che merita anche l'alta cucina italiana.
www.theworlds50best.com/list/1-50-winners
(di Federico De Cesare Viola - www.luxury24.ilsole24ore.com)
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