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Il Guinness della polenta trentina
Il tentativo l’8 luglio a Roncone. Regole e numeri per una grande storia. 3333 porzioni per 2 motivi.

Nel 1951 Sir Hugh Beaver, amministratore delegato delle birrerie Guinness, partecipò ad una battuta di caccia e fu successivamente coinvolto in una discussione sull’uccello più veloce in Europa. Si trattava del piviere dorato o della pernice? Sir Hogh si rese conto che un libro con le risposte a questo genere di domande sarebbe stato di grande utilità. L’idea di sir Hugh divenne realtà quando Noris e Ross Mc Whirler che gestivano un’agenzia di informazioni a Londra, furono scelti per quello che sarebbe diventato “The Guinness Book of Records”. La sua prima edizione, pubblicata il 27 agosto del 1955, conquistò i primi posti nelle classifiche dei libri più venduti a Natale di quell’anno. Da allora “Guinness World Records” è diventato un marchio noto ovunque e leader mondiale nel campo dei primati, con completezza ed autorevolezza.
Oggi il “Record Management Team” controlla e garantisce l’esattezza e la pertinenza di ogni singolo Guinness, a servizio dell’autenticità. Un fatto può diventare un record mondiale Guinness solo dopo essere stato comprovato, verificato e dimostrato al di là di qualsiasi dubbio (© Copyright Guinness World Records 2007).
I Ronconesi e con loro, compatta, tutta la Valle del Chiese, vogliono provarci e contano di cuocere simbolicamente 3.333 fette di polenta carbonera (in realtà il guinness si raggiunge con il peso totale degli ingredienti utilizzati, verificato alla presenza di un notaio) da distribuire al pubblico che gratificherà l’evento in programma per domenica 8 luglio 2007. Ogni commensale, per poter apporre la firma sul libro dei Guinness e partecipare all’assaggio della polenta, dovrà versare 1,00 euro. Poi, i Ronconesi, invieranno i dati all’ente certificatore inglese ed attenderanno gli esiti della commissione internazionale. Il tentativo entrerà nel prossimo libro del Guinness? Verranno scelti o non scelti gli amici trentini? Questo è il problema… che per ora appartiene al futuro. Al presente appartengono le fatiche, enormi per le dimensioni annunciate, ma non per la volontà dei protagonisti, messe in campo, per la “carbonera”.
La carbonera è una polenta. Una signora polenta che funge da piatto unico, nel quale il salame fresco, e i formaggi tipici della zona, burro e vino rosso vanno a plasmare, capitanati dalla rinomata farina di Storo, un importante capitolo della tradizione culinaria della Valle del Chiese.
Il paiolo è in rame, tornito con pazienza e bravura da una artigiano del luogo: alto 1 metro e dal diametro di 1,30 metri, pesa 100 chili e ne contiene 1000. A sostenerlo, una struttura in ferro forgiata dai carpentieri della Valle.
I componenti del gruppo sono12, 10 le trise, i mestoloni di legno (in realtà remi da barca) che rimestano la polenta alti 2 metri.
Il tagliere in abete, pronto ad accogliere la polenta fumante, è lungo 3,90 metri e largo 2,00.
Il ricettone da record ha le sue dosi, che verranno pesate prima di essere versate nel paiolo alla presenza del notaio : 500 litri d’acqua, 180 chili di farina di Storo,100 chili di pasta di salame fresco, 25 chili di formaggio grana trentino grattugiato, 110 kg di spressa delle Giudicarie (formaggio tipico del territorio), 45 chili di burro, 15 litri di vino rosso,1 kg di pepe, 4 chili di sale.

I protagonisti
Un primato che possa entrare nel Guinness? L’idea è venuta a due Associazioni che operano nel mondo del volontariato di Roncone, un paese di 1.500 abitanti che sorge ad 842 metri sul livello del mare nell'alta Valle del Chiese, nella parte sud-occidentale della provincia di Trento, sulla strada che dalla Lombardia conduce a Madonna di Campiglio, perla turistica del Trentino.
La “Pro Loco”, innanzitutto. E' un sodalizio che organizza manifestazioni per gli ospiti e per i residenti. Quella di maggior successo, oltre alle visite alle antiche malghe, forse, è la regata d’agosto nel lago di Roncone, bacino incontaminato incastonato nel fondovalle, tra le zattere che rappresentano, ognuna, una contrada del paese.
Il presidente della Pro Loco è Vigilio Bazzoli, uomo semplice ma vulcanico che, dopo aver guidato i vigili del fuoco volontari del paese per un quarto di secolo, ora si dedica al sodalizio turistico.
Il “Calderon de Roncon” in secondo luogo. Un gruppo di paesani – “12 come gli apostoli”, ci tengono a ricordare - che ha realizzato, con l’aiuto degli artigiani del luogo, un maxi paiolo di rame ed una enorme struttura in ferro che lo sostiene, per poter cucinare qualche quintale della loro polenta tipica – la mitica carbonera, simile alla taragna, ma con l’aggiunta del salame, piatto unico dei tanti carbonari presenti un tempo in zona – ora piatto unico e gustosissimo a servizio delle manifestazioni estive del loro paesello e… della loro amicizia.
Il Calderon è uno strumento costruito nella convinzione di salvare le tradizioni. Tra queste la culinaria che parla in primo luogo di polenta oltre che di formaggio, simboli indiscutibili di una terra povera e di emigrazione in cui gli alimenti principali derivavano dalla campagna e dall'allevamento.
La cooperazione
Poi il presidente del Comitato del Calderon, Damiano Oliana ed il suo collega della Pro Loco, Vigilio, hanno trovato nella collaborazione del Consorzio dei Comuni del B.I.M. (Bacino Imbrifero Montano) e del Consorzio turistico della Valle del Chiese, un valido aiuto.
La Valle, Ecomuseo che salvaguarda e promuove lo stretto legame tra l’uomo ed il suo habitat, conduce a Roncone. La Valle – ricca di Natura, Arte e Sapori, di Cultura, di Sport e di antiche Tradizioni, di un carosello infinito di Iniziative per l’estate 2007 -, affascina e coccola il turista. Lo vizia, nella sua semplicità e genuinità, di attenzioni.
Non è un caso che la Pro Loco ed il Calderon de Roncon abbiano trovato in quattro Cooperative i partner ideali per realizzare il tentativo di record. Non è un caso perché in Trentino la cooperazione ha radici profonde (le prime furono fondate negli ultimi 15 anni del Secolo XIX) e valenza sociale oltre che economica. Basti un dato: in Trentino i soci delle Cooperative sono 200 mila, su una popolazione di mezzo milione.
In pratica la Cooperativa Agri 90 di Storo fornirà la famosa farina gialla (l'oro di Storo). La Famiglia Cooperativa Valle del Chiese, dal canto suo, fornirà il salame, uno degli alimenti senza il quale la polenta carbonera non esisterebbe.
Essendo la carbonera un prodotto tipico della Valle, la Famiglia Cooperativa si è specializzata nella produzione della pasta fresca di salame che dà sapore al piatto. Il salame va rosolato nel vino rosso: a quello ci pensa la Cantina Toblino che offre una selezionata barrique di Rebo Trentino Doc, il vitigno autoctono rosso per eccellenza. Infine c'è il Caseificio Pinzolo-Fiavè Rovereto, frutto della fusione di una serie di piccoli caseifici sociali che costellavano il territorio. A quest'ultimo competerà fornire gli altri due alimenti che miscelati insieme alla farina ed al salame comporranno la polenta carbonera: il formaggio ed il burro.
Ne uscirà un piatto unico e saporito, che i valligiani consumano in particolari occasioni come le sagre e le feste in montagna.
Il prossimo 8 luglio, sulle sponde dell’amato laghetto incastonato tra le montagne, accarezzato di rito da un certo venticello e per l’occasione inghirlandato di tante casette di legno a vetrina dei prodotti del territorio, tutta la Valle, con tutte le sue forze, orientate a far leva sui mestoli giganteschi per cucinare la “carbonera” più grande del mondo, tenta il suo Guinness.

Per informazioni:
Uffici Turistici della Valle del Chiese: tel. 0465.901217, www.valledelchiese.tn.it
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