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APPUNTAMENTI
L’anteprima CHIANTI 2013 presentato a Palazzo
Borghese a Firenze

Oltre 100 giornalisti provenienti da tutto il mondo hanno partecipato
il mese scorso all’evento promosso dal Consorzio Vino Chianti a
Firenze all’ Anteprima Chianti 2013. Un evento, questo, che ha coinvolto
i produttori del Chianti nei Saloni di Palazzo Borghese.
Il Chianti è uno dei vini più conosciuti al mondo e, dal
1927, opera il Consorzio Vino Chianti con 2500 produttori che interessano
10.500 ettari di vigneto per oltre 600.000 ettolitri di Chianti nelle
province di Firenze, Siena, Arezzo e Pistoia, Pisa e Prato.
In occasione dell’ anteprima Chianti il presidente del Consorzio
Chianti, Giovanni Busi (nella foto), ha affermato che, dal punto di vista
del prodotto, il Chianti 2012 è presente negli scaffali dal primo
marzo 2013. Si parla quindi di un vino pronto al consumo, profumato e
accattivante che ben si abbina a molti piatti. Anche per il Chianti è
stato dato il via al processo di denominazione DOCG, nel rispetto dei
disciplinari.
L’immagine classica del Chianti è quella del fiasco di un
litro e mezzo impagliato. Un simbolo della nostra ruralità che
più di qualcuno vorrebbe farlo ritornare a pieno titolo, anche
se i costi per un fiasco sono più elevati. Tuttavia il “vintage”
fa tendenza e, quindi, varrebbe la pena di farci un pensiero. Il Chianti
fa richiamare la Toscana, soprattutto per gli stranieri, e si colloca
in un Madeinitaly invidiato dal resto del mondo e che crea feeling.
All’anteprima Chianti hanno parlato Marco Sabellico del Gambero
Rosso ed Ernesto Gentili della Guida Vini del L’Espresso, mentre
Gianluca Semprini del TG Sky 24 ha fatto da moderatore. Una settantina
le cantine toscane si sono confrontante per la degustazione del Chianti
che, da quest’anno, ha il nuovo logo: il “C”, iniziali
del Chianti che – se rovesciato –fa la faccina sorridente.
Anche questo è un messaggio per avvicinare anche i giovani al Chianti
che vuole esprimere un concetto di territorio, come la Toscana,con emozioni
forti, vere e durature.
di Maurizio Drago

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