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APPUNTAMENTI
“C’è chi vuole la Luna, chi canta alla Luna”,
ma ad Asti è... La Luna di Marzo.
Asti, città del Palio, ricca di storia Medioevale, una tra le più
importanti precettorie dei Cavalieri Templari, in cui fu indetto un Capitolo
Generale presieduto da Aymericus de Salutiis, precettore di tutte le case
d’Italia.
A quei tempi Asti aveva giurisdizione su tutte le case del Piemonte che
possedevano dei beni, come si legge in una bolla di Clemente V, del 1312,
indirizzata al vescovo incaricandolo di passare i beni dell’ordine,
appena abolito, ai Gerosolimitani.
Asti storica, folcloristica, culturale, ma anche città del vino
e della gastronomia!
Da sempre la Luna è la silente compagna dell’uomo, a lei
hanno dedicato canzoni, poemi, fiabe. Gli innamorati la donano all’amata;
i menestrelli gli dedicavano dolci melodie; un pierrot triste e solitario,
con gli occhi umidi di pianto piange un amore che non ha; i contadini
la collegano al lavoro dei campi, alla semina e al raccolto, al lavoro
in cantina e all’imbottigliamento; i sognatori restano seduti ad
osservarla e lasciano scorrere la fantasia mentre maghi e cartomanti,
astrologi e scienziati affidano a lei le arti magiche e divinatorie.
Nella nostra era I Nomadi “Cantano alla Luna”, Fiordaliso
“Non vuole mica la Luna”, per Loredana Bertè “La
Luna bussò”, per Mina la “Luna è Rossa”
e Branduarti punta “Il dito alla Luna”, ma ad Asti, nella
splendida cornice del Palazzo dell’Enofila, per la “Fiera
dei Vini DOC e DOCG del Piemonte” è... la “Luna di
Marzo” e oggi, la Asti del 2013, golosa e buongustaia ha narrato
della tradizione contadina legata alle fasi lunari con una grandiosa vetrina
enologica che per tre giorni, dal 9 all’11 marzo, ha versato nei
calici i migliori vini del nostro territorio piemontese.
Non soltanto fiera dei vini, ma una fiera dedicata anche ai piccoli che
hanno trovato “pane per i loro denti”, o meglio “dolci”
per i loro palati. Formaggi, salumi, marmellate, mieli, pane e conserve,
hanno ravvivato i banchi degli espositori, tra curiosi e golosi in cerca
di prelibatezze gastronomiche e qualche click fotografico su personaggi
insoliti, noti cittadini come il nostro sindaco Brignolo, simpaticamente
finito nel mirino della macchina fotografica, che con in mano il “bicerin”
degli amari finiva tra gli scatti “simpatici”, o come il momento
in cui l’infrangersi di un’ottima annata di vino... varava
il pavimento senza quel “Divizia! Divizia!” (“Allegria!”),
che urlava quell’oste che usava urtare gli avventori per far loro
versare il vino affinché ne ordinassero altro!
Molti i giovani con le loro produzioni di ogni genere, frutto della nostra
Regione nota per le sue prelibatezze che vantano posti in primo piano
tra le produzioni dei migliori vini d’Italia: dici Barolo e identifichi
Alba, dici Barbera e indichi il Monferrato e se dici frizzanti bollicine
hai un calice di dorato Spumante astigiano!
Piccoli produttori, grandi marchi, etichette d’autore per un confronto
diretto con il pubblico di estimatori di vini, e tante bottiglie, tutte
in fila come soldatini pronti a difendere il nostro vino a suon di tappi
che saltano, calici che si riempiono.
A firmare questa edizione l’Azienda Speciale della Camera di Commercio
di Asti con la collaborazione dell’Onav, ma non poteva mancare il
guru dell’enogastronomia, l’uomo dal papillon: Paolo Massobrio.
Dalla rivista di gastronomia “Papillon” alla “Guida
Critica e Golosa” al suo “Club di Papillon” al “Golosario”
e altre guide delle cose buone, Paolo Massobrio a Enofila ha presentato
la sua manifestazione Golosaria, un connubio tra turismo, cultura, arte,
storia del nostro territorio, dell’eno-gastronomia e della cultura
del cibo, che ha animato le località della provincia di Asti e
Alessandria, le piazze dei paesi e i castelli con eventi gastronomici
e momenti di degustazione intervallati da spazi culturali.
A me non resta che lasciarvi alle immagini fotografiche che meglio illustreranno
una “Luna di Marzo” alla Fiera dei Vini nel Palazzo di Enofila
ad Asti e salutarvi con le parole di una canzone che Mina ha interpretato
magnificamente: “Blue Moon You saw me standing alone. Without a
dream in my heart. Without a love of my own”... che a me “suona
meglio” dedicare
alla Luna di Marzo nella nostra lingua: “Blue moon, pallida Luna
perchè, sei tanto triste cos’è
che non risplende per me”.
Personaggi “Divizia! Divizia!”
Il Sindaco e... il “bicerin” “L’Assaggiatore”
Si stappa!
di Alexander Màscal
foto Matteo Saraggi
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