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APPUNTAMENTI
Il bacalà alla vicentina tra i cinque alimenti tradizionali più
rappresentativi dell’italia
Finale
saporito all’insegna della storia e della cultura del gusto del
Veneto, il 21 settembre per il “Punto Zaia”, l’ormai
consueto appuntamento con l’informazione al termine della seduta
settimanale della Giunta regionale. Ad allietare il palato di giornalisti
e ospiti è stato infatti il Bacalà alla vicentina, presentato
dall’omonima confraternita presieduta da Luciano Righi (già
assessore regionale nella 2ª e 3ª legislatura ed ex parlamentare).
La presenza di un piatto così ricco di storia e tradizione, ma
anche di avventura non era per nulla casuale: il Bacalà alla vicentina
è stato infatti designato dal network internazionale per l’informazione
sugli alimenti EuroFIR (European Food Information Resource Network), finanziato
dalla Commissione Europea, come uno dei cinque alimenti tradizionali rappresentativi
dell’Italia a tavola, a fianco dei Cannoli alla Ricotta siciliani,
del Castagnaccio toscano, della Pizza napoletana Margherita e del Brasato
al Barolo piemontese.
Il riconoscimento inserisce a tutti gli effetti il Bacalà alla
vicentina nel gotha mondiale delle grandi pietanze di tradizione e premia
una vicenda veneziana e vicentina dai contorni avventurosi e incredibili.
In Veneto, anzitutto, si definisce bacalà quello che nel resto
d’Italia viene chiamato stoccafisso. Il suo arrivo sulle tavole
veneziane risale XV secolo. Nel 1432, in occasione di un viaggio commerciale
verso le coste britanniche e anseatiche con una “cocca” carica
di vino, il capitano veneziano Pietro Querini si imbattè in una
tempesta, naufragò nell’isola norvegese di Rost, nell’arcipelago
delle Lofoten, e venne tratto in salvo con ciò che rimaneva del
suo equipaggio dagli abitanti, pescatori dediti alla cattura del merluzzo,
che essiccavano all’aria fresca e asciutta del Mare del Nord. Il
Querini apprezzò questo prodotto e ne portò alcuni esemplari
a Venezia dopo un avventuroso ritorno attraverso la Svezia. Tutto questo
ci è noto dal resoconto che dell’avventura fece lo stesso
Querini, seguendo l’obbligo dovuto da tutti i capitani veneziani
che si avventuravano per nuove rotte o si imbattevano in nuovi territori.
Il Bacalà, nella sua primaria espressione di merluzzo essiccato,
è un pesce povero e insapore, ma durevole e leggero da trasportare.
Inoltre, i prelati che animarono il Concilio di Trento lo dichiararono
idoneo al regime di astinenza della Quaresima. Ci pensarono poi i veneti
ad arricchire di sapore il prodotto alimentare primario, e i vicentini
inventarono appunto il saporito e sostanzioso Bacalà alla vicentina.
Insomma: da oltre 500 anni questo pesce del Nord ha trovato la sua perfezione
in cucina a Vicenza, al punto che, si stima, circa il 20 per cento delle
3 mila tonnellate di stoccafisso che arrivano dalla Norvegia in Italia
finisce in Veneto, a comporre una pietanza antica ed eccellente. E si
tratta dello stoccafisso della qualità migliore.
Ecco perché, dal 23 al 27 settembre, il sindaco di Rost, accompagnato
da un’autorevole delegazione del Paese scandinavo, sarà presente
a Sandrigo, in provincia di Vicenza, per partecipare all’annuale
Festa del Bacalà organizzata dalla Pro Sandrigo e dalla Confraternita
del Bacalà alla Vicentina.
Ad inaugurare la manifestazione, il 23 settembre alle ore 20,30, sarà
proprio un Gran Galà Europeo del Bacalà alla vicentina,
che festeggerà il riconoscimento internazionale conferito a questa
pietanza “locale” ma figlia di due nazioni.
Regione del Veneto – Giunta Regionale
Sebastiano Carron
Sebastiano.Carron@regione.veneto.it
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