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AZIENDE E PRODOTTI
Prosecco, la lattina che ci deve
far riflettere e non polemizzare
Lettera aperta di Antonio Bisol, ex Presidente del Consorzio di Tutela
del Vino Prosecco DOC di Conegliano Valdobbiadene, titolare e legale rappresentante
dell’azienda agricola Bisol Desiderio & Figli.
Quello che è avvenuto con il Prosecco è un fenomeno
prettamente commerciale che ha fatto nascere molte polemiche all’interno
ed all’esterno dell’area DOC, perché colpisce l’immagine
dello spumante italiano più venduto. Purtroppo il mercato non guarda
in faccia a nessuno e quando individua un prodotto che si presta alla
speculazione, parte determinato per la sua strada.
Il Prosecco è un vino meraviglioso che per la sua facile beva si
presta a molte occasioni di consumo. Oltre al Prosecco Doc che garantisce
il massimo della qualità, questo vino è sempre stato venduto
nelle forme più disparate, anche improprie: spumante, frizzante,
tranquillo, in bottiglie dai colori più diversi per cui non dobbiamo
meravigliarci, se purtroppo è nata anche la lattina che proviene
dalla libertà del mercato dell’IGT, non regolamentato da
un disciplinare rigido come quello delle DOC.
Non mi meraviglio quindi, se la Rich ha ingaggiato una star come Paris
Hilton per fare il suo scoop, un sicuro business che offende però
il lavoro di generazioni di viticoltori di collina. Ora ognuno dice la
sua pro e contro la lattina: alcuni dicono che è una pubblicità
per la zona, altri un danno e che bisogna fare una azione legale contro
i responsabili. Altri ancora dicono che la DOC non è sufficientemente
tutelata e che bisogna costituire una zona più forte e più
ampia. ecc. Sono idee che, per quanto possano essere buone, almeno per
il momento, vanno analizzate all’interno del Consorzio. Oggi abbiamo
un Consorzio di Tutela che raggruppa ormai tutte le aziende spumantistiche,
alcune delle quali hanno all’interno del Consiglio di Amministrazione
del Consorzio stesso un loro rappresentante. Contrariamente a quanto qualcuno
afferma, il Consorzio ha fatto molto per la zona, anche se c’è
sempre qualcosa di più che si potrà fare. Fin dalle origini,
negli anni 60’, ci sono stati uomini validi, i primi artefici della
tutela della DOC. All’inizio non immaginavano che il Prosecco diventasse
così famoso. Se lo avessero saputo avrebbero registrato il nome.
Guai però incolpare queste persone generose che hanno profuso la
loro vita per far conoscere questo vino creando una economia fiorente
nella zona. Né, tanto meno si possono incolpare coloro che in questi
anni hanno lavorato per rendere rappresentativo ed efficiente il Consorzio
di Tutela e continuano a lavorare per promuovere la qualità e mettere
insieme tutti i produttori. Consci che il nome Prosecco stava per essere
inflazionato, in questi ultimi anni abbiamo promosso una modifica del
disciplinare dove in etichetta si può mettere in evidenza la sola
zona di produzione Conegliano Valdobbiadene, una denominazione che nessuno
ci potrà togliere. Molte sono le idee che si possono approfondire
e la sede più opportuna secondo me rimane sempre quella del Consorzio
che ci rappresenta. Quando presiedevo il Consorzio, oltre alla modifica
del disciplinare, abbiamo richiesto la riserva del nome Prosecco alle
sole DOC.
Richiesta che anche l’attuale Presidente ha sostenuto con forza
e decisione in questi anni e in questi ultimi giorni.
Ci auguriamo che Regione e Ministero di fronte a questo nuovo evento,
possano prendere finalmente la decisione definitiva.
Insisto ancora sulla mia vecchia posizione che è quella di continuare
sulla strada delle DOCG del Cartizze e del Prosecco, come abbiamo tentato
di fare nel passato. Bisogna che i produttori si convincano finalmente
che questa operazione è la più veloce per differenziare
e conferire un valore aggiunto al nostro prodotto.
Penso che al di là dei diversi punti di vista sulla lattina, espressi
da esponenti politici e da altri, ad alcuni dei quali dobbiamo riconoscere
veramente il merito di aver promosso questo nostro territorio, dobbiamo
abbandonare le inutili polemiche, e ritrovare una posizione comune in
modo che il Consorzio possa portare avanti una iniziativa concreta per
promuovere una più ampia tutela di questo nostro amato vino.
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