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AZIENDE E PRODOTTI
SPUMANTI -
EXPLOIT DI CONSUMO E EXPORT
Stati e Uniti e Giappone sono in testa. Molto bene l’Est Europa
e la ripresa in Germania. Crescono i consumi domestici in Italia. Il successo
legato al rapporto valore globale e ricchezza tipologie. Dagli exit-pool
molto vicina la soglia di 300 milioni di bottiglie nel 2006.
Valdobbiadene,
8 gennaio 2007
Ha ripreso a correre e …scorrere lo Spumante italiano nel 2006 sia
sulle tavole degli italiani, sia e soprattutto sui mercati stranieri ed
extraeuropei in particolare. Si sta dunque per chiudere con il…botto
un anno decisamente positivo per il comparto spumantistico nazionale,
forse molto vicino a raggiungere l’importante traguardo dei 300
milioni di bottiglie annue. Un risultato impensabile solo qualche stagione
fa e che ora sembra invece alla portata di mano. Un exploit degli spumanti
Made in Italy dovuto soprattutto alle performance fatte registrare sui
mercati stranieri dove sono finite complessivamente oltre 130 milioni
di pezzi. Il dato più eclatante è la forte crescita –
quasi + 20% - delle spedizioni nei paesi Extracomunitari, dove in particolare
evidenza sono Stati Uniti e Giappone. Negli States si stapperanno 15 milioni
di bottiglie per il fine anno 2006, cioè un brindisi su tre sarà
“Made in Italy”. Il merito va soprattutto ad Asti Docg e Prosecco
Doc Conegliano Valdobbiadene che insieme con oltre 25 milioni di bottiglie
(+ 21%), superano lo storico primato dello Champagne. In Giappone con
un balzo oltre il 62% si arriverà a fine anno a 4,5 milioni di
bottiglie. Molto interessanti anche i segnali di crescita ulteriore in
Brasile e più in generale in tutta l’Est Europa dove l’export
in Russia fa registrare una crescita di oltre il 20%. La Cina resta ancora
un mercato di nicchia, ma sta scalando rapidamente le posizioni con un
aumento di 7 volte rispetto al 2005. Per quanto riguarda le tipologie
preferite dai consumatori stranieri, in forte apprezzamento soprattutto
gli spumanti secchi, quelli di vitigno ed anche i metodo classico, con
incrementi superiori al 9% in volume e al 13% in fatturato.
Anche nell’Unione Europea la crescita c’è, anche se
meno accentuata, ma significativa proprio nei paesi a più spiccato
consumo di bollicine di ogni genere e forma. Infatti l’andamento
in Germania – che rimane il primo paese – registra un + 13%
grazie in particolare agli 8,5 milioni di tedeschi che preferiscono brindare
con il Prosecco e con l’Asti (oltre 16 milioni di bottiglie), staccando
nettamente i 2,5 milioni che invece scelgono lo Champagne.
Bollicine italiane in festa anche in Gran Bretagna, ma soprattutto in
Svizzera, in Austria, in Ungheria, in Russia con incrementi sempre superiori
al 20-25% rispetto al 2005.
Il buon momento degli Spumanti italiani all’estero si nota anche
dal fatturato del comparto che è superiore all’incremento
delle quantità e si avvicina molto al miliardo di Euro di valore
finale al consumo.
Dunque un quadro incoraggiante per il settore spumantistico nazionale
che può contare su circa 800 aziende e poco meno di 2900 etichette,
ma soprattutto su una varietà e ricchezza di vitigni, tipologie
e produzioni che non ha riscontri nel mondo e che, se ben valorizzata
e promossa, può avvantaggiare i prodotti italiani in grado appunto
di farsi preferire ai competitors stranieri (primi fra tutti Champagne
e Cava) per le potenzialità di un consumo più diffuso, più
vario negli abbinamenti a tavola, più alla portata di tutte le
tasche, delle diverse le fasce d’età e dei differenti stili
di vita, specialmente quelli giovanili.
Anche in casa nostra si torna a parlare decisamente italiano, dopo anni
in cui avanzavano scelte esterofile, anche in occasione delle festività
di fine anno, periodo in cui si concentra ancora oltre il 65% degli acquisti
degli italiani. Crescono sia i consumi domestici ( + 8%) sia le vendite
in particolare attraverso la grande distribuzione ( + 16%). Solo il 2%
degli italiani infatti sceglieranno le bottiglie di Champagne, mentre
il 54% si orienterà verso gli spumanti dolci di vitigno ed in particolare
verso l’Asti Docg; il 39% verso gli spumanti secchi e semibrut con
in testa il Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene; il 5% circa preferirà
quelli prodotti con il metodo classico, in testa Franciacorta e Trento
Classico. Spesa nazionale al consumo quantificata in 750 milioni di Euro
per stappare 100 milioni di bottiglie solo nell’ultimo mese dell’anno.
” Cresce di più il fatturato rispetto alla quantità
– commenta la direzione del Forum – a dimostrazione che lo
Spumante nazionale gode di una riconoscibilità della qualità
e di un prezzo giusto abbinato ad un valore globale dettato dall’origine
territoriale specifica e dalla ampia ricchezza di spumanti diversi, proprio
per tutti i gusti. In questa ottica anche le produzioni di nicchia hanno
successo e spazio a livello nazionale ( molto meno all’estero dove
i grandi marchi come Asti e Prosecco sono leaders) perché il consumatore
è sempre più attento, esigente e preparato. Cultura e conoscenza
della enologia spumantistica italiana sono buone notizie di grande prospettiva
verso gli anni futuri.”
Elaborazioni dati a cura dell’Osservatorio
Nazionale Economico Spumanti su ricerche, analisi, articoli e studi di
mercato.
Osservatorio Nazionale Economico Spumanti - Forum Spumanti d’Italia
Villa dei Cedri Valdobbiadene (TV) Tel. 0423.971999 www.forumspumantiditalia.it
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