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AZIENDE E PRODOTTI
L’evoluzione del mercato
del Vino in Spagna ed in Italia
I distributori CDA riuniti a Siviglia : analisi e dati comparati sui
mercati un confronto Italia - Spagna
CDA
(Consorzio Distributori Alimentari), il più importante gruppo indipendente
italiano di distributori di bevande, che vanta una quota di mercato italiano
altamente rappresentativa del 10%, ha riunito i propri associati nella
splendida città spagnola di Siviglia per quattro giorni di lavoro
mirati ad analizzare e comparare la situazione ed i trend del mercato
delle bevande ed in particolare del vino in Italia ed in Spagna.
Le approfondite relazioni di primari operatori e ricercatori italo-spagnoli
hanno riscosso grande interesse tra i partecipanti, offrendo un quadro
completo dei due grandi paesi, apparentemente simili per clima e stili
di vita “mediterranei”.
La Spagna è un paese di 506.000 km quadrati, più grande
dell’Italia, ma con una popolazione inferiore 41 milioni di abitanti
contro i 57 milioni dell’Italia.
Ma se in Italia facciamo fatica a crescere, il tasso di crescita spagnolo
registra dati ancora significativi: (+6,8% tra 2000 e 2005) ed in grande
modernizzazione strutturale al suo interno.
L’età della popolazione, la sua distribuzione tra grandi
e piccole città, la dimensione media delle famiglie, il crescente
numero dei singles e le coppie senza figli impattano in maniera significativa
e differenziata sul mercato dei consumi e sulla scelta delle priorità
di spesa.
Pur se in presenza di molte similitudini i due paesi risultano essere
diametralmente opposti rispetto ai luoghi di consumo preferiti. Se in
Italia il 60% dei consumi di alimentari e di bevande sono consumate in
casa e il 30 % nel fuori casa, in Spagna è esattamente l’opposto:
70% fuori casa e 30 % in casa.
Tale situazione è generata da diversi fattori i più importanti
sono sicuramente legati alle condizioni climatiche ma anche a una indubbia
maggiore convenienza rappresentata dai pubblici esercizi rispetto al mercato
italiano.
I consumi sono trainati anche da un flusso turistico non indifferente
che ha visto l’ingresso nel mercato spagnolo nel 2005 di circa 55
milioni di turisti.
La Spagna oltretutto ospita un grande numero di studenti stranieri: fatto
che ha favorito lo sviluppo di nuovi stili di vita trendy nelle città
studentesche (in particolare: Barcellona, Saragozza).
Quanto, cosa e come bevono gli Spagnoli? La tabella di sintesi successiva
presenta i dati di confronto tra Italia (I.) e Spagna (S.) che evidenzia
profonde differenze tra i due paesi.
Consumi di bevande (in Milioni di Litri)
Italia Spagna
Birra 1.631(34%) 3.355 (66%)
Vino 2.918 (61%) 1.294 (26%)
Altri alcolici 235 (5%) 413 (8%)
TOTALE ALCOLICI 4.784 (100%) 5.062 (100%)
Acqua minerale 10.092 6.479
Altre bevande analc. 4.202 5.090
Gli
spagnoli sono in generale buoni bevitori di alcolici con un consumo medio
più alto di quello dei consumatori italiani, in particolare il
consumo di alcolici avviene fuori casa (66% dei consumi) nelle “tapear”
(per i giovani) con l’esplosione delle happy hour, degli aperitivi
“prolungati” e di spuntini per strada, nonostante la crescita
dei prezzi di tutte le bevande.
La bevanda alcolica più amata in Spagna è la birra, che
viene consumata anche light/senza alcool o aromatizzata (San Miguel 0%
e Mixta Mahou), soprattutto tra i giovani.
Enorme è la differenza rispetto all’Italia nei consumi di
vino, che in Spagna sono addirittura meno della metà per due motivi
principali: altissima percentuale storica di export del prodotto locale
e preferenza dei consumatori verso la birra, più economica e pubblicizzata.
Anche il consumo dei superalcolici è abbastanza elevato in Spagna
con prevalenza di whisky e cognac tra la popolazione adulta ed interesse
crescente verso rum e white spirits tra i giovani.
Il buon consumo di alcolici è favorito anche dal minor consumo
di bevande analcoliche.
Il grande afflusso di turisti spinge stagionalmente il consumo di alcuni
prodotti specifici: la birra e gli alcolici tra i giovani (soprattutto
tra gli inglesi sulla costa), i liquori all’anice (presso i turisti
francesi), il vino e la sangria presso i turisti interessati all’enogastronomia.
I trend di consumo mostrano in forte sviluppo i vini DOC di qualità
(+8% in volume), gli spumanti di qualità (qui denominati genericamente
“Cava”: +4%), consumati per lo più fuoricasa (70%),
mentre i vini da tavola arretrano vistosamente (-11%), la birra ha consumi
relativamente stabili, bibite e succhi di frutta arretrano di circa il
2-3%, l’acqua minerale sta crescendo.
I consumi alimentari domestici sono canalizzati attraverso la grande distribuzione
organizzata per il 73% del totale: lo Spagnolo medio beve ogni anno a
casa “solo” 11 litri di vino, a fronte di oltre 40,6 litri
di soft drinks e ben 15,1 litri di birra.
Il mercato globale delle bevande fuori casa vale circa 20.120 Milioni
di Euro.
Entrando più in dettaglio nell’ industria del vino, è
da ricordare che la Spagna vanta una tradizione millenaria di produzione
ed è il primo paese al mondo per superficie dedicata a vigneto
con circa 1,2 milioni di ettari (16% del totale mondiale!).
Dal punto di vista delle quantità prodotte, invece, si colloca
solo al secondo/terzo posto al mondo (dopo Francia e Italia) a seconda
delle annate con una produzione di circa 40 milioni di ettolitri.
E’ da evidenziare come i vigneti occupino in Italia “solo”
750 mila ettari, però presentino una previsione di produzione di
ben 51 milioni di ettolitri di vino!
Ciò avviene per il buon andamento dell’annata e, soprattutto,
grazie ai sistemi moderni e razionali introdotti ormai da anni nelle nostre
campagne per ottimizzare la produttività, mentre è evidente
come la Spagna non si sia ancora dotata di sistemi di produzione all’avanguardia
e necessiti di conversione ed ammodernamento delle proprie metodologie
ed impianti.
La grande varietà di suoli e caratteristiche climatiche in Spagna
offre una gamma estesa di vini: con oltre 60 denominazioni di origine
controllata, tra cui le più importanti sono Rioja, Ribera del Duero,
Cava e Jerez-Sherry.
Come l’Italiano, anche il mercato del vino spagnolo è molto
frammentato con oltre 5.000 produttori e 15.000 marchi: le prime 4 aziende
valgono solo il 21% del mercato.
La tendenza dei produttori è verso l’affiancamento dei vitigni
autoctoni alle varietà più note a livello internazionale
(cabernet, merlot, syrah, chardonnay) per favorire ulteriormente l’esportazione,
mentre sul mercato locale, come in Italia, aumentano i consumi del vino
di qualità con un parallelo calo verticale dei ‘vini de mesa’
(da tavola).
Il mercato Spagnolo del vino vale circa 4000 Milioni di Euro, equamente
suddiviso tra consumi tra le mura casalinghe e nel canale “fuori
casa”, cosiddetto “horeca” (hotel, ristoranti, bar,
etc.).
I consumi di vino aumentano nel canale dei bar: in Spagna, come in Italia,
finora questo canale è stato trascurato, ma recentemente è,
più della Ristorazione, sotto i riflettori per il ragguardevole
tasso di sviluppo dei consumi (in Italia il vino cresce nei bar e “wine
bar” del 12.5% annuo!).
La previsione per il futuro è che il canale dei ristoranti continuerà
a conferire immagine al vino, ma sarà il canale bar ad offrire
agli operatori la reale crescita quantitativa!
Consumi di Vino (in Milioni di Litri)
Italia Spagna
VINO FERMO 2.533 ( 87%) 1.185 ( 92%)
Rosso 1.278 661
Bianco 1.085 308
Rosato 169 216
VINO MOSSO 347( 12%) 61 ( 5%)
Champagne 5 2
Altro 342 59
SIDRO --- 9
VINI LIQUOROSI 28 ( 1%) 49 ( 4%)
TOTALE VINI 2.918 ( 100%) 1.295 ( 100%)
Le differenze più significative nei consumi di vino in Spagna rispetto
al mercato italiano riguardano: il maggiore consumo fuori casa, la netta
preferenza per i vini rossi rispetto ai bianchi, il consumo elevato di
vini rosati leggeri, il basso consumo di vini mossi (i prodotti locali
di alta gamma sono esportati e manca l’offerta “intermedia”),
un rilevante consumo di vini liquorosi (in partic. lo Sherry del sud della
Spagna).
“In conclusione – afferma Lucio Roncoroni
Direttore Generale di CDA - la Spagna è un grande Paese vicino
che sicuramente: ci assomiglia, seppur con molte differenze, è
molto interessante per l’industria del beverage.
Non rappresenta, al momento, un concorrente pericoloso per il vino Italiano:
potrebbe, però, divenirlo tra qualche anno assieme ai Paesi dell’Est
Europeo, oggi oggetto di forti flussi d’investimento da parte di
produttori multinazionali.
Nostro obiettivo, quindi, deve essere sempre mirato alla qualità
del servizio: è’ cruciale, in Spagna come in Italia, che
industria e distribuzione lavorino assieme in modo coordinato per ottimizzare
le politiche globali di trade marketing, che sono oggi fondamentali per
favorire il corretto sviluppo del settore e dei suoi prodotti”.
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