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AZIENDE E PRODOTTI
SANA, FIERA DI BOLOGNA. IL BIOLOGICO
E UN ESPIO SIGNIFICATIVO
Come tutti gli anni in settembre, così anche nel 2005: dall'8
all'11.9. SANA, Salone Internazionale del Naturale - Alimentazione - Salute
- Ambiente
Come
sempre, anzi, forse più che mai, si parla di prodotti provenienti
da coltivazione biologica: li vediamo esposti negli stand e se ne discute
durante convegni e conferenze stampa.
Del resto, per il „bio", l'Italia è il primo produttore
in Europa e il terzo nel mondo, con un fatturato alla produzione di 750
milioni di Euro e un giro d'affari del comparto di 1.400 milioni di Euro.
Venti milioni di italiani consumano regolarmente questo tipo di prodotti,
e il loro numero è in costante aumento, nonostante la scarsa pubblicità
sui media.
Prodotti sempre meno di nicchia e sempre più anche da grande distribuzione:
attualmente sono 1.700 i punti vendita GDO che offrono il bio, oltre agli
altri canali.
Qualcuno a questo punto comincia a chiedersi se gli alimenti provenienti
da produzione biologica controllata potranno continuare a mantenere quello
che promettono.
Molto istruttivo è il caso della ditta Rigoni di Asiago, presentato
durante una conferenza stampa il 9 settembre, presenti anche numerosi
giornalisti A.S.A.
E' ancora possibile trovare territori
non inquinati?
Difendere i terreni, l'acqua e l'aria dagli inquinamenti, anche accidentali,
continua ad essere un notevole impegno per i coltivatori del bio; ora
si aggiunge anche l'attenzione alla contaminazione accidentale da OGM
(organismi geneticamente modificati), non ammessi in agricoltura biologica.
L'apicoltura biologica è ormai possibile praticamente solo in montagna
o in luoghi molto lontani da siti industriali, per esempio in alcune zone
del Sud Italia, perché le api tendono a superare delle distanze
anche notevoli per bottinare.
E per la frutta? Andrea Rigoni spiega che l'azienda ha iniziato nove anni
fa una joint venture in Bulgaria, in una zona ancora incontaminata e molto
adatta alla coltivazione biologica di alcuni tipi di frutta. Una notizia
che si presta per numerose riflessioni.
In un mondo tendente alle fusioni
e ad aziende sempre più grande, quelle medie-piccole, più
tipiche per la produzione bio, potranno sopravvivere?
Problema certamente complesso. Un certo numero di aziende bio in effetti
ha cambiato strada, specie quando sono venute a mancare le sovvenzioni.
La Rigoni è oggi leader in Italia nella produzione di miele e confetture
biologiche grazie alla qualità dei suoi prodotti che gli ha permesso
di conquistare nuovi mercati esteri, per esempio con la Rigoni USA Inc.,
ed è pronta per conquistare il mercato cinese.
Bio = solo tradizione? O c'è
spazio per l'innovazione?
Così come coltivare biologico non è sinonimo di „non
usare nulla", ma di precise scelte e tecniche, così sarebbe
ingenuo pensare che gli attrezzi e le tecnologie usate siano esclusivamente
quelle dei secoli scorsi. Anzi, proprio in questo settore si registrano
numerose novità tecnologiche, come dimostrano anche i brevetti
registrati dalla Rigoni. Uno di questi riguarda la trasformazione del
miele a freddo per preservarne meglio sapore e principi nutrizionali;
un altro, un dispositivo per togliere dal contenitore l'esatta quantità
desiderata di miele, senza sgocciolare né sporcare arnesi. Un'ulteriore
tecnologia Rigoni: un dolcificante liquido ottenuto dal succo di mele
(naturalmente biologiche!): neutro nel sapore, dolce come lo zucchero
di bietola ma meno calorico e con un indice glicemico più basso
(quindi più tollerato dai diabetici); per dare alcuni esempi.
gdv
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