AZIENDE E PRODOTTI

I FORMAGGI DISOLABRUNA AL LUCANIA DAIRY EXPO 2006
Nascono i formaggi da latte vaccino disolabruna. A presentarli al Lucania Dairy Expo 2006, la grande rassegna sul bovino da latte del Centro Sud che ha avuto luogo a Potenza dal 21 al 23 aprile scorso, il Consorzio di Tutela.

“Il consorzio di tutela dei formaggi da latte vaccino di razza Bruna Italiana- ci dice la dottoressa Patrizia Cavuoto responsabile degli Affari Generali dell’ANARB (Associazione Nazionale Allevatori di Razza Bruna) - è nato per garantire una migliore promozione e diffusione dei prodotti caseari derivanti da latte di bovine di razza bruna iscritte al Libro genealogico nazionale”.
Si tratta di un consorzio di tipo volontario, senza scopo di lucro, con sede a Bussolengo, che ha come obiettivi la realizzazione di attività volte a valorizzare, tutelare e diffondere i prodotti di razza bruna, sostenendo ogni iniziativa intesa a salvaguardare la tipicità e le caratteristiche peculiari dei prodotti disolabruna.
Tante pezzature, piccole e grandi, provenienti dal nord e dal sud della penisola sdraiate su un tavolo coperto da una tovaglia color ecrù di lino grezzo per far risaltare il giallo oro vecchio.
Da degustare il caciocavallo silano dop , la casicavaddro, il taccagno, il casolet, il parmigiano reggiano (dal colore intenso e dal sapore deciso), la valetellina casera dop, il garda tremosine e il re dei re, il formaggio di malga Monte Cesen che ha ottenuto ultimamente il riconoscimento olimpionico nel corso dell’Olimpiade dei Formaggi di Verona. Si presenta nel suo trono, su un tagliere con la forma di tronco di cilindro, pronto per essere apprezzato dai palati più raffinati. La sua produzione è limitata all’area del Monte Cesen che si trova a sinistra del fiume Piave. All’affondo del coltello mostra una pasta morbida o semidura di colore giallo paglierino e con occhiature piccole o medie. Il profumo è gradevole ed intenso, dal sapore dolce e insipido.
“Il messaggio che diamo al consumatore – ci spiega la Cavuoto – è fargli capire la differenza del tipo genetico del latte. Ciò è dovuto al patrimonio genetico insito nella razza, là dove la selezione non può costruire nulla, ma può migliorare, esaltandole, quelle che sono già le caratteristiche dell’animale. Il latte di bruna è ricco di k caseina BB che rappresenta la materia prima per la trasformazione casearia e gli conferisce quel particolare sapore.”
Nell’esposizione la Cavuoto spiega che è stato dimostrato scientificamente da studi fatti da diversi centri universitari che lavorare il latte di un unico patrimonio genetico facilita il lavoro del casaro e rende unico il prodotto finito sotto gli aspetti organolettici.
“Il formaggio – spiega la Cavuoto – è espressione del territorio, del patrimonio culturale di un luogo e dell’essere umano, poiché la mano del casaro è un tratto di distinzione. L’Italia vanta 400 formaggi tipici e questi prodotti provengono generalmente da zone montane o comunque svantaggiate. Per questi motivi bisogna promuovere tali produzioni. Conferire loro quel quid necessario ed il giusto valore economico ed antropico”.