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AZIENDE E PRODOTTI
De Rivolutionibus patatorum
Ecco una serie d'improbabili eventi tra patate prezzemolate, arrostite
e bollite, in un viaggio assurdo quanto improbabile, ai confini della
galassia culinaria, dove nessuna mente umana in grado di intendere e volere,
non era mai riuscita prima ad arrivare….con la forchetta.
Apriamo le porte della nostra fervida ed instancabile mente all'avventura
culinaria, tuffandoci nell'odissea del gusto, ma senza mai più
attraccare terra..Arrivare a Creta, significherebbe dar spazio a situazioni
scontate…il dubbio intriga e stimola gli appetiti! Siamo naufraghi
in una misera zattera, nel mare dei mille sapori e delle infinite tentazioni
mangerecce. Tutto questo, in un percorso all'inverso dove, come protagonista,
troviamo il celeberrimo tubero. Spunti di riflessioni, analisi, simpatici
paradossi immaginando una cucina ed un modo di mangiare capovolto, insomm…la
cucina che non c'è
di Stefano Buso
Dove eravamo rimasti? Ah, ora ricordo!
Certo immaginando con solida fantasia ed un pizzico di demenzialità,
che le patate non fossero mai state portate in Europa dall'America! Ahimè,
direte Voi che tristezza… Atteniamoci però alla storia, ai
fatti reali! La patata, questo magico tubero che risollevò intere
economie e che sfamò milioni di persone evitando spesso che gravi
epidemie mettessero ancor più in ginocchio popolazioni misere,
stremate e atavicamente affamate, arrivò nel "vecchio continente",
con gli Spagnoli, alla fine del 1500 e precisamente verso il 1580. Le
patate, quello storico giorno, scesero a terra dalla nave con onori e
feste solenni, a tal punto che, alla prima patata che approdò sulla
banchina, furono date le chiavi della città e le fu garantito vita
natural durante, una cottura senza olio bollente…mica male!
A differenza d'altri grandi paesi Europei,
la Francia fu l'ultima ad introdurla nel proprio mercato grazie ad Antoine
Augustin Parmentier! Egli, dotto farmacista del tempo, si diede da fare
per diffondere la patata in Francia, dopo che era venuto a conoscenza
delle sue qualità dietetiche e della bontà, da prigioniero
dei Prussiani durante la guerra dei sette anni (1756-1763). Meno male
che fu fatto prigioniero, altrimenti sai che roba? I fatti sono questi,
parliamo di storia dunque.
Certo che, se la patata non fosse mai stata introdotta nell'economia europea
né prima né dopo, la nostra cucina sarebbe stata completamente
diversa. Molto diversa, garantito. E senza dubbio, triste, priva di un
elemento così importante ma talmente importante, che al confronto
lo sbarco sulla luna del 1969 sembra una gita in un parco tematico di
divertimento.
V'introduco ora in un ragionamento non
troppo complesso ma d'analisi spiccia. Parcheggiatevi su di una sedia
o scranno ligneo e tenete tra le mani il tubero magico, senza addentarlo!
Non è mai troppo semplice ragionare su i se e sui ma, però,
in questo caso potrebbe essere divertente. Paradossalmente, è come
togliere prima le tegole dal tetto di una casa, poi i mattoni, le finestre,
i balconi e alla fine mettere in discussione le fondamenta stesse! Le
ricette a base di patate, comprendono centinaia di tipologie di piatti:
dagli antipasti caldi e freddi, ai primi piatti, alle creme, alle zuppe,
ai piatti di mezzo, ai contorni sino ai dessert. La patata è sovente
single, ma anche come inquilina di moltissime ricette della gastronomia.
Evocando questa dissertazione temibile
e spettrale, quasi endemica, che toglierebbe sonni e serenità dal
più grande dei cuochi sino all'ultimo dei commis di cucina del
pianeta, si deduce che moltissimi piatti non esisterebbero sicuramente.
Dalla ben nota Creme Parmentier (certo, la crema dedicata all'eroico farmacista)
sino alle deliziose patate fritte o al succulento Gateau di patate! Tutto
dissolto come nebbia al sole! Anni ed anni, secoli e secoli, di storia
culinaria e di gustosi assaggi e pantagrueliche abbuffate, come d'incanto
cancellate per sempre e senz'appello. Per non parlare poi dei libri di
cucina dove la nostra è nominata come sempre e in ogni caso. Che
tristezza, che sciagura!
Dopo quasi vent'anni che entro ed esco
da cucine e da ristoranti, spesso imprecando e sbattendo porte e finestre,
tra pentole, gamelle, mestoli e armi da battaglia culinaria, non immagino
altro sostituto della gustosissima patata. Il sol pensiero, mi cagiona
brividi ed acuta depressione, immaginando cose buffe ed estreme che possano
con dignità ed autorevolezza gastronomica, sostituire l'amata,
ma, in verità nulla mi viene in mente. Per non parlare poi di tutti
i condannati a morte, che, come ultimo desiderio chiedono espressamente
un piatto di patatine fritte, ovviamente, e cosa mai potrebbero chiedere
in alternativa prima d'esser tradotti sotto le grinfie del boia? Una patata
non si nega mai a nessuno! Una patata allunga la vita o, quantomeno ci
prova!
E la felicità dei nostri bimbi?
Potremo mai privare i nostri pargoli del magico "sacchetto di patate"
con sorpresa annessa e connessa? Cosa mai daremo loro in alternativa a
tanta delizia? Sentiamo! Un sacchetto di carote fritte o glassate? Non
sarebbe certamente la stessa cosa, che diamine!
Mentre possiamo fare a meno d'alcune pietanze o ingredienti o, in questa
rubrica sbilenca, immaginarli diversi o addirittura cancellarli dalle
tavole dei più celebrati menu, tutto diventa arduo se non impossibile
per la patata!
Per finire, giacché lunghe dissertazioni,
non solo sono tediose ma anche sonnolente, affermo, a squarciagola…
patata iacta est e, sfido chiunque a dimostrare il contrario!
Questa notte, ante litteram, prima di dedicarmi al pezzo in oggetto, un
incubo atroce ma verosimile: affogavo, dentro una casseruola in un mare
di purea di patate, mentre dal bordo della pentola un sinistro figuro
vestito da cuoco nero, rideva e sogghignava…….premonizione
o vendetta del vilipeso tubero per aver messo in dubbio o quantomeno provato
a bandirla dalla nostra dieta?
La patata nel mondo si chiama così:
Regno Unito: potato
Francia: pomme de terre
Germania: kartoffel
Portogallo: batata
Russia: kaptowka
Grecia: natata
Svezia: potatis
Spagna: patata
.
La patata nell'alta cucina
Ho coinvolto alcuni personaggi in merito a questo scenario di fanta-cucina,
in una simpatica intervista a tema: Gianfranco Vissani, Ferran Adrià,
Carlo Cracco, Roberta Schira, Stefania Barzini, Alessandra Meldolesi,
Massimo Roscia, Nicola Batavia..
D) Che cucina sarebbe, quella senza patate,
immaginando con non poca fantasia, che il mitico tubero non fosse mai
arrivato in Europa alla fine del 500?
Gianfranco Vissani, famosissimo, creativo
chef di cucina, risponde così:
Se Cristoforo Colombo non avesse portato la patata iniziando così
le prime opere di Globalizzazione e Consumismo, saremmo stati in grado
di mantenere e successivamente sviluppare il topinambur che oggi per la
maggior parte richiediamo alla Francia?
Roberta Schira, famosa scrittrice, autrice
di libri bellissimi e articoli di gran successo:
Sarebbe ben triste perché amo questo alimento e la sua versatilità.
Ad esempio, considero la purea di patate uno dei piatti più consolatori
e rassicuranti…..
Ferran Adrià carismatico chef di
cucina di fama mondiale già da me intervistato l'anno scorso..
Ciao Stefano, - La patata è un prodotto molto importante in Europa,
infatti, probabilmente è uno degli ingredienti più usati.
Ma a causa della grande varietà di verdure e ortaggi che vi è
attualmente, la patata non sarebbe completamente necessaria, ad esempio
nei paesi dell'Est riescono ad avere un'ottima cucina e cibo pur usandola
poco…
Stefania Barzini si occupa di enogastronomia
ed è scrittrice e autrice di successo
Un mondo senza patate dici eh? Un mondo tristissimo! Perchè malgrado
si usi l'espressione "spirito di patata" per segnalare qualcosa
che sa di poco, una battuta scipita, una mancanza di intelligenza e di
vivacità,senza la patata sulle nostre tavole non sarebbero mai
apparsi piatti semplici ma che hanno da sempre lo straordinario potere
di aprire l'anima,la purè di patate, lo sformato di patate, la
semplice patata lessa, le patate fritte! Solo a immaginarlo mi vengono
i brividi, sarebbe come avere un mondo senza le gioie dell'infanzia, perchè,
a ben pensarci, un mondo senza patate sarebbe un mondo senza cuore
Massimo Roscia, scrittore, gourmet, autore
del bellissimo libro, Uno strano Morso -
Senza evocare Antoine-Agustine Parmentier, Luigi XVI o Antoine Caréme,
provo, poi, a soffermarmi sulla insolita e provocatoria domanda di Stefano:
che cucina sarebbe quella senza patate? Provo a darmi/dargli una risposta.
Allora… Da buon onnivoro degusto con piacere ogni genere di alimento.
Scorro rapidamente il mio database mentale delle ricette. Elido, una ad
una, le pietanze che contemplano l'impiego di patate. Una serie di piatti
sublimi si materializza dinanzi a me. Il mio universo del gusto è
ancora sterminato. Tutto sommato, senza pomme de terre potrei anche…
sopravvivere. Sto per pigiare il pulsante e dare la mia risposta quando
le narici vengono inebriate da un profumo sovrannaturale. Inspiro profondamente.
Dionisiaco. E le vedo. Sono lì. Adagiate su un vassoio, accanto
ad una generosa porzione di abbacchio al forno. Dorate, croccanti, invitanti…Il
movimento della mia mano è rapido e del tutto istintivo. Cambio
pulsante e, quasi senza accorgermene, opto per l'altra risposta. Decisamente
no, mio caro Stefano. Non riesco proprio ad immaginarla una cucina senza
patate!!!
Carlo Cracco, chef di cucina di elevato
prestigio, autore anche di interessantissimi libri a tema culinario
Mi è difficile, Stefano, immaginare una cucina senza l'uso della
patata. Io, ad esempio, regolarmente la uso sia come guarnizione sia come
pasta, ovvero gnocchi e spaghetti di patate; davvero mi diventa strano
non immaginarla..è un po' come immaginare una cucina senza pomodori,
anche quelli, arrivati dall'America! Persino in Italia è dura privarcene
o farne a meno! Ci sono Paesi poi come la Francia dove addirittura è
molto più usata che da noi..E gli Americani, senza le loro mitiche
chips, cosa farebbero?
Alessandra Meldolesi, affermata giornalista,
foodwriter, scrittrice
Pommes dauphine, pommes Anna, pommes maxim's: le patate hanno segnato
la marcia trionfale delle verdure nell'empireo della cucina che conta.
Trasformiste di genio, ora croccanti, ora carnose,ora liquide e persino
dolci: una cavia perfetta per lo spirito scientifico del cuoco, scrigno
di proprietà biochimiche da indagare per via empirica. Dalle magiche
patate soufflés, gonfiate da bagni di frittura a temperatura diversa,
alle spume di patate affumicate il passo è breve. Senza le umili
patate la cucina non avrebbe mai conosciuto il potere alchemico del cuoco,
che oggi ci diverte tanto a tavola.
Nicola Batavia Chef di cucina e titolare
del prestigioso ristorante "Il Birichin" di Torino
Da professionista del settore posso dire che ringrazio ancora oggi coloro
che hanno contribuito all'arrivo ed alla sua scoperta. Un ingrediente
talmente versatile da usare in cucina dal salato al dolce stimolando quindi
il suo uso a 360 gradi. C'e da dire che per il mio punto di vista se non
esisteva ne potevamo fare ameno..magari questi chef s'inventavano altro.
Tratto da "La
Cucina che non c'è" di Stefano Buso
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