AZIENDE
E PRODOTTI ASS.I.CA. - che rappresenta a livello confindustriale le imprese di macellazione e trasformazione della carne, rassicura i consumatori: carne suina e salumi sono aumentati nel 2007 molto meno dell’inflazione. Come è stato confermato nella riunione di ieri a Roma con lo stesso Garante per la sorveglianza sui prezzi, i consumatori possono acquistare con fiducia carne suina e salumi, che sono da anni tra i beni stabilmente sotto il tetto dell’inflazione. Merito di questo risultato è degli anelli produttivi della filiera (allevatori, macellatori e industria salumiera) che hanno visto negli ultimi anni una continua erosione della loro redditività a vantaggio della Distribuzione. Il contenimento dei prezzi di carne suina e salumi, quindi, è determinato dai bassi prezzi praticati dagli allevatori e dall’industria di macellazione e trasformazione. Venendo alle informazioni apparse in questi giorni sulla stampa, anche al fine di ottemperare alla richiesta del Garante dei prezzi, Antonio Lirosi, e del Ministro De Castro di fornire informazioni corrette, basate su elementi e dati certi, precisiamo che: - I consumi di carne suina e salumi non
sono diminuiti. Anzi, sono aumentati - Non esiste alcun problema di prezzo al
consumo per i salumi e la carne suina
Suggerire che esista una speculazione a danno dei consumatori è quindi falso e irresponsabile. Le affermazioni di alcune confederazioni agricole possono ingenerare nel pubblico diffidenza e sospetto verso la carne suina e i prodotti della salumeria, compresi i prodotti DOP e IGP, realizzando così un grave danno per una filiera che sta sicuramente attraversando un momento difficile. Gli anelli produttivi della filiera (allevatori, macellatori e industria salumiera) hanno infatti visto, negli ultimi anni, una continua erosione della loro redditività a vantaggio della Distribuzione, la quale, come ha certificato Cermes Bocconi, detiene oggi più del 50% del valore di un prodotto di salumeria, mentre ad allevatori, macellatori e trasformatori rimane meno della metà del prezzo pagato dai consumatori. Nonostante questo squilibrio, il contenimento dei prezzi di carne suina e salumi è determinato dai bassi prezzi praticati dagli allevatori e dall’industria di macellazione e trasformazione, che stanno assorbendo l’aumento dei costi dei fattori produttivi, mentre la distribuzione non sempre ha trasmesso al consumatore gli sconti ottenuti, a vario titolo, dai fornitori. - È demagogico e stravagante confrontare
il prezzo del maiale con quello della braciola o del prosciutto. - È assurdo affermare che il prezzo
dei suini è “un terzo di cinque anni fa” Come è evidente, a parte il dato anomalo del 2001 determinato dai riflessi della crisi della mucca pazza, il prezzo medio annuo è sempre rimasto compreso tra 1 euro e 1,25 euro. Cinque anni fa, nel 2002, il prezzo medio è stato 1 euro e 25 centesimi al chilo. Non si capisce come si possa affermare che il suino possa essere mai costato più di 3 euro al chilo. È evidente che le confederazioni hanno considerato la quotazione record del 2001 (dovuta al fenomeno della mucca pazza) dimenticandosi che allora l’unità di misura era la lira e non l’euro.
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