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AZIENDE
E PRODOTTI
La Romagna ha celebrato la sua Albana DOCG
L’occasione è stata il ventennale dell’ottenimento
della prestigiosa “G”
A Bertinoro, splendido borgo sulle colline
forlivesi rinomato nei secoli per la sua ospitalità e per i suoi
vini eccellenti, si è tenuto il 19 novembre un importante convegno
nazionale dal titolo “20 anni di Albana di Romagna DOCG”.
L’occasione per fare il punto sulla storia e sullo sviluppo di questo
vino è stata il ventennale del riconoscimento della DOCG: era infatti
il 1987 quando il vino romagnolo ottenne, primo bianco a livello nazionale,
la prestigiosa “G”. Organizzato da Consorzio Vini di Romagna,
Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, Comune di Bertinoro e Comune
di Dozza, il convegno ha visto la partecipazione di un folto pubblico
composto da produttori, ristoratori, sommelier, giornalisti della stampa
di settore. Numerosi e molto qualificati gli interventi portati dai relatori
chiamati in rappresentanza di diverse categorie di esperti ed amanti del
vino.
Dopo i rituali saluti da parte dell’Amministrazione Comunale di
Bertinoro, il convegno, coordinato dal giornalista romano Massimiliano
Rella, si è aperto con Roberto Ronchi, vice Presidente del Consorzio
Vini di Romagna, e Giordano Zinzani, Presidente Assoenologi Sezione Romagna,
che hanno rispettivamente parlato dei dati produttivi dell’Albana
di Romagna e dell’evoluzione del disciplinare di produzione, con
il celebrato passaggio da DOC a DOCG. Di produzione, ma anche di mercato
e di promozione ha invece parlato Gian Alfonso Roda, Presidente dell’Enoteca
regionale dell’Emilia Romagna.
Si sono poi succeduti gli interventi di alcuni addetti del settore: Gianfranco
Bolognesi, storico patron del ristorante La Franca, Cristina Geminiani
della Fattoria Zerbina, azienda che da vent’anni interpreta l’Albana
passito nella sua massima espressione della muffa nobile, Mauro Sirri,
storico produttore giunto in questo 2007 alle sua ventiquattresima vendemmia.
Giorgio Amadei dell’Ais ha invece raccontato le impressioni “nel
bicchiere” delle ultime annate dell’Albana di Romagna sottolineando
gli ottimi risultati di alcuni giovani produttori che hanno a loro modo
“reinventato” questo vino. Sergio Miravalle, caposervizio
de La Stampa e presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte,
e Marco Gatti, giornalista esperto di vino e vicepresidente nazionale
Club di Papillon, hanno posto l’attenzione dei loro interventi sull’importanza
della comunicazione e il rapporto di riconoscibilità tra l’Albana
di Romagna e il suo territorio. Christian Eder, redattore per l’Italia
della rivista svizzero/tedesca Vinum, in maniera puntuale e precisa ha
riportato i dati di una sua ricerca sui mercati austriaco, tedesco e svizzero.
Da tale indagine è risultato che il mercato svizzero è sicuramente
il più interessante da sviluppare per quanto riguarda i vini romagnoli.
Gli interventi conclusivi sono stati affidati a Ugo Foscolo Foschi, Presidente
Romagna Terra del Sangiovese, e a Tiberio Rabboni, Assessore all’agricoltura
della Regione Emilia-Romagna. Dopo un piccolo dibattito pubblico fra i
relatori e la platea, e prima di assaporare alcune delle eccellenze enogastronomiche
del territorio nel banco d’assaggio allestito per tutti i presenti,
i saluti finali sono stati quelli di Paolo Reggi, Presidente del Consorzio
Vini di Romagna.
Il convegno sull’Albana di Romagna DOCG ha rappresentato solo la
prima “tappa” del ventennale. Infatti, il fine settimana successivo
(24 e 25 novembre) la Rocca Sforzesca di Dozza (Bo) ha ospitato una tavola
rotonda dal titolo “Dozza e Albana: tradizioni e prospettive”
e una degustazione delle diverse tipologie dell’Albana delle aziende
vitivinicole locali. L’Albana di Romagna si potrebbe definire il
più autoctono dei vitigni italiani, visto che si coltiva solo ed
esclusivamente in un’area ristretta che va dalle colline bolognesi
al confine con la Romagna (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel San
Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imola, Ozzano Emilia) a quelle forlivesi/cesenati
(Castrocaro e Terra del Sole, Forlì, Forlimpopoli, Meldola, Bertinoro,
Cesena, Montiano, Roncofreddo, Savignano sul Rubicone, Longiano), passando
in quelle ravennati (comuni di Castelbolognese, Riolo Terme, Faenza, Casola
Valsenio, Brisighella). Diverse la variati riconosciute di questo vino:
secco, amabile, dolce, passito e, con l’ultima modifica del disciplinare
realizzata dal Consorzio Vini di Romagna nel 2004, anche passito riserva,
un altro passo nella scala della qualità.
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