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Il vino 'bio' batte la crisi, vendite in aumento del 4% nei supermercati
Un milione di litri venduti per un
valore di 5 milioni di euro
Il vino biologico vince sulla crisi.
Se la grande distribuzione ha venduto, nel 2013, 517 milioni di litri
di vino confezionato per un valore di 1 miliardo e mezzo di euro, con
una sensibile flessione in volume del 6,5% rispetto all'anno precedente
(nel 2012 era stata del 3,6%), il vino biologico segna invece una crescita
del 4% in volume delle vendite nei supermercati, con 1 milione di litri
venduti per un valore di 5 milioni di euro. Lo rileva la ricerca svolta
dall'Iri per Vinitaly 2014 sulle vendite di vino nei supermercati, un
canale che distribuisce circa il 63% del vino.
Dati che si rispecchiamo anche nella percezione dei produttori che hanno
scelto di intraprendere la strada del biologico e che oggi si vedono premiati
non solo da una maggiore richiesta interna, ma anche sul fronte delle
esportazioni in particolare verso Stati Uniti, Germania, Paesi scandinavi.
"Per la prima volta, da anni, c'è specifica richiesta di vino
biologico, per fortuna perché il momento è momento difficile,
ma tutto questo ci dà grande speranza", dichiara all'Adnkronos
Maria Grazia Mammuccini, vice presidente dell'Aiab, l'associazione italiana
agricoltura biologica, ma anche produttrice di vino 'bio' in Toscana.
Secondo i dati dell'Aiab, in Italia sono 57.347 gli ettari coltivati a
vite 'bio'. A guidare la classifica delle regioni c'è la Sicilia
con 16.144 ettari, seguita da Puglia (10.173), Toscana (5.887), Abruzzo
(3.699), Umbria (3.569) e Marche (3.278). "Le ragioni dell'aumento
della superficie coltivata a biologico sono molte - spiega Mammuccini
- certamente c'è l'aspetto delle tendenze di mercato, fino a qualche
anno fa il 'bio' era considerato sano e naturale ma non sinonimo di grandi
vini, mentre oggi la conoscenza della natura, del sistema climatico e
dei vitigni più adatti per ogni territorio consente di interpretare
al meglio la vocazione del territorio".
Poi, aggiunge la vice presidente dell'Aiab, "c'è un miglioramento
importante dal punto di vista tecnico, dalle pratiche fitosanitarie a
quelle agronomiche, e senza grandi apporti da parte della ricerca pubblica
siamo andati molto avanti".
"Oggi - continua Mammuccini - il consumatore chiede un vino che sia
anche un prodotto culturale, espressione del cambiamento degli stili di
vita e del rispetto dell'ambiente. Una tendenza che credo continuerà
ad aumentare".
Dati positivi, quindi, ma anche tante difficoltà, "la prima
delle quali non è tecnica né agronomica - aggiunge la vice
presidente Aiab - il dramma è la burocrazia, soprattutto per chi
produce vini certificati. La burocrazia rischia di uccidere i produttori:
bisogna sburocratizzare e fare più controlli tecnici, controlli
che i produttori bio non temono". (www.adnkronos.com)
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