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AZIENDE
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Il mercato USA, n. 1 al mondo per consumi
di vino, continua a crescere
+1,5% in volumi nel 2013 sul 2013, con
328,7 milioni di casse da 9 litri vendute. A dirlo il report di Impact
Data Bank. Giù il fuori casa, si beve di più tra le mura
domestiche
La notizia buona è che il mercato
Usa, n. 1 al mondo (e primo partner enoico commerciale dell’Italia,
che è leader in valore e volume nei vini importati negli States),
continua a crescere: +1,5% nel 2013 sul 2012, con 328,7 milioni di casse
da 9 litri in volume.
Quelle meno buone, semmai, sono che la crescita, nonostante una certa
ripresa dell’economia americana (proprio ieri Wall Street ha segnato
il record più alto dal 2000) rallenta, sul +1,7 del 2012, e sul
+3.5% del 2011. Risultato che arriva per una certa diminuzione del consumo
fuoricasa, compensata dalla crescita di bottiglie stappata tra le mura
domestiche. Ecco i dati salienti dell’ultimo report di Impact Databank.
In particolare, secondo l’agenzia di ricerca “Guest Metrics”,
specializzata nei canali del fuoricasa, il consumo “on-premise”
è diminuito dell’1%, nel complesso, soprattutto nell’ultima
parte dell’anno. Allo stesso tempo, le vendite nei canali “off-premise”,
secondo dati Iri, sono cresciuti, soprattutto grazie a vini da tavola,
che anno visto un +2,4% in volume, e addirittura un +5,9% in valore, con
in vini americani che hanno fatto la parte del leone, guidati dalla California
a da Washington, crescendo del 3,4% in quantità e del 7,2% in valore,
contro quelli di importazione, che hanno perso il 2,3% in volume, pur
guadagnando l’1,2% in valore.
Secondo il report, l’Italia rimane leader tra i Paesi che importano
vino in America, con una performance sostanzialmente stabile sul 2012,
in volume (secondo i dati dell’Italia Wine & Food Institute,
nei primi 9 mesi dell’anno, +0,4%). Tra i competitor, in volume,
chi è cresciuto di più è stata la Nuova Zelanda,
con un +21%, seguita da Argentina (+5,5%) e Spagna (+2,6%). Male, sempre
in quantità, tutti gli altri importatori più importanti:
-1,5% per la Francia, -4,5% per il Cile, -6,5% per l’Australia,
-11% per la Germania. Come accade da qualche anno, il segmento più
“frizzante” è stato quello degli sparkling wine, con
l’Italia che, soprattutto grazie al Prosecco, è cresciuta
del 16% in volumi, su una media nazionale, nei canali off-premise, del
9,4%, dove è da tenere d’occhio anche la crescita delle bollicine
americane, a +8%.
Nel complesso, dicono gli esperti dell’industria, un anno positivo,
ma non entusiasmante, come invece si spera sarà il 2014. E qualche
segnale di ottimismo già arriva, almeno per i vini made in Usa,
stando alle previsioni del report annuale sull’industria del vino
della Silicon Valley Bank, che ha sondato il parere di 650 cantine della
West Cost e incrociato altri dati, e secondo il quale le vendite dovrebbero
aumentare tra il 6% e il 10% ...(www.winenews.it)
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