AZIENDE E PRODOTTI

Vinitaly: produttori e sommelier sdoganano tappo a vite
Italia si adegua nel packaging a mercato internazionale

Il tappo a vite segna la svolta casual del mondo del vino riunito in questi giorni al Vinitaly, 48/ma edizione in Fieraverona. ''Il consumatore - sottolinea Daniela Scrobogna, autorevole voce di Bibenda-Fondazione Italiana Sommelier - non avrà più il problema del sentore di tappo che si rischia col sughero. E il tappo di tipo Stelvin si sta dimostrando capace di sostenere un invecchiamento di tre-cinque anni. La guaina interna consente la microssigenazione, e quindi l'affinamento in bottiglia. Certo - ammette la storica sommelier - non lo userei per un Brunello, ma fa piacere vedere che il mondo produttivo italiano si sia adeguato ai mercati internazionali. Nel Nuovo Mondo i viticoltori di Australia e Nuova Zelanda lo usano da tempo. Da noi hanno aderito all'idea anche i grandi classici, da Angelo Gaja a Riccardo Cotarella che lo usa persino per il Falesco, che è il vino più premiato del Lazio''.
''Questo Vinitaly dimostra che anche in Italia è stata superata la diffidenza, queste chiusure non sono più percepite come identificative di vini da supermercato - conclude Scrobogna - e sono tante le bottiglie che associano eleganza nel packaging al tappo a vite. Per i vini di media durata è una soluzione più economica, pratica nell'uso, ma anche più ecologica rispetto ai tappi da conglomerati o in silicone''. (www.ansa.it)

 


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