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Per l'Australia Prosecco è solo il nome di un'uva
Prosecco è il nome di un’uva,
e dunque la pretesa italiana ed europea di proteggere quel nome in esclusiva
come un’indicazione geografica viene respinta. Questa, in estrema
sintesi, la decisione dell’Australian Trade Marks Office Geographical
Indication di fronte alla richiesta di registrazione del marchio Prosecco
in Australia avanzata dall’Unione europea. Brutto colpo per i prosecchisti.
Vero che adesso l’Unione europea può ricorrere contro la
decisione australiana, ma se questa venisse confermata protrebbe uscirne
un bel grattacapo per il Prosecco fuori dall’Europa. Perché
il boom delle bollicine del Nord Est ormai ha portata mondiale, ma se
il nome non venisse considerato un’esclusiva di un vino a denominazione
italiano, be’, potrebbero aprirsi varchi verso la produzione di
Prosecco in altri continenti. Come avviene, del resto, proprio in Australia.
Due passi indietro.
Il primo. Prosecco fino a qualche anno fa era davvero il nome di un’uva,
e con quella ci si faceva un vino doc che si chiamava appunto Prosecco.
Poi l’uva venne chiamata glera e l’area di produzione del
Prosecco venne estesa dal Veneto al Friuli, perché in terra friulana
c’è un paesino che si chiama Prosecco. Così adesso
la doc Prosecco fa riferimento a una località - quella del paese
di Prosecco, appunto - e non più a un’uva, che ora si chiama
glera.
Il secondo. Tra l’Unione europea e l’Australia dal 1994 esiste
un accordo – si chiama “Agreement between Australia and the
European Community on Trade in Wine” – che stabilisce reciproche
regole di tutela dei marchi vinicoli.
In base all’Agreement esistente, l’Unione europea, su richiesta
italiana, ha domandato all’Australia di proteggere il nome Prosecco.
Ma dagli australiani è arrivato un dettagliato “no”.
Nella sostanza, contro la domanda europea ha fatto ricorso - vincendolo
- la Winemakers' Federation of Australia, un’organizzazione che
riunisce i produttori australiani di vino, affermando che nel Wine Agreement
del ’94 il termine "Prosecco" era riferito a una varietà
di uva e che due cantine australiane (Dal Zotto e Brown Brothers) da anni
hanno piantato vigne di prosecco (i primi impianti sono del ’97),
producendo un vino che si chiama proprio Prosecco e commercializzandolo
con quel nome in Australia, ma anche in Nuova Zelanda, Cina, Hong Kong
e Indonesia. In più, nella King Valley, nello stato di Victoria,
in Australia, c’è perfino una strada turistica intitolata
a quel vino, la Road of Prosecco.
Obiezioni accolte. Adesso la palla passa agli europei, per il ricorso.
(Angelo Peretti - www.internetgourmet.it)
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