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AZIENDE
E PRODOTTI
Prosecco doc e politiche di governance della denominazione
Stefano Zanette, Presidente della Doc
Prosecco, esprime la posizione del Consorzio a commento della classifica
nazionale dei vini DOP pubblicata dall’Unione Italiana Vini.
Con l’occasione affronta il tema della governance e degli strumenti
adottati, come lo stoccaggio: “Sacrifici oggi per favorire al Prosecco
il futuro lungo e florido che lo attende e si merita”.
Treviso, 30 aprile 2014. E’ apparsa in questi giorni sul Corriere
Vinicolo, organo di informazione dell’Unione Italiana Vini la classifica
delle Denominazioni di Origine più imbottigliate: “E’
il Prosecco Doc la denominazione di origine più imbottigliata del
2013: con oltre 1,8 milioni di ettolitri, equivalenti a 241 milioni di
bottiglie, le bollicine veneto-friulane costituiscono il 16% del totale
Doc-Docg messo in bottiglia dai produttori italiani nel 2013, pari a 1,5
miliardi di pezzi. La quota del mondo Prosecco, sommando anche i 73 milioni
di bottiglie della Docg Conegliano-Valdobbiadene e gli 1,2 milioni dell’Asolo
Docg, sale ulteriormente arrivando al 20% netto del totale nazionale.
Al secondo posto il Chianti con 101 milioni, segue quindi l’Asti
con 99 milioni di bottiglie”.
In altre parole 1 bottiglia su 5 che in etichetta rechi la dicitura Denominazione
d’Origine, sia essa Doc o Docg, conterrà Prosecco.
“I dati diffusi dall’Unione Italiana Vini sugli imbottigliamenti
delle principali DOP – commenta il Presidente della Doc Prosecco
Stefano Zanette - confermano le nostre ricerche e rivelano tutto il peso
della nostra denominazione nel panorama enologico italiano. Se questo
dato può essere interpretato come chiaro segno del successo della
Denominazione Prosecco Doc, allora i meriti vanno ascritti in buona parte
al sistema produttivo e alle autorità regionali, nazionali e comunitarie
che ci hanno supportato dal punto di vista tecnico e giuridico - precisa
Zanette - Quanto al Consorzio di tutela è corretto riconoscergli
il ruolo fondamentale svolto in questi anni nel condurre un gioco di squadra
assumendo decisioni importanti, spesso coraggiose, nella gestione della
Denominazione. Ma anche se i frutti ora si vedono e sembrerebbero darci
ragione, molto lavoro resta da fare in un mercato così suscettibile
di oscillazioni”.
Un processo virtuoso che vede il Consorzio Prosecco Doc impegnato anche
in questi giorni nell’adozione di accorgimenti messi a disposizione
dalla normativa vigente nel tentativo di creare un valore duraturo per
le imprese del settore.
“Il primo provvedimento che ci accingiamo ad adottare – prosegue
Zanette - riguarda la richiesta che formuleremo, con il supporto delle
principali associazioni di categoria, alle Regioni Veneto e Friuli Venezia
Giulia in relazione al mantenimento delle limitazioni all’iscrizione
dei vigneti allo schedario viticolo ai fini dell’idoneità
alla rivendicazione della DOC Prosecco fino alla campagna viticola 2016/2017”.
Nel nostro caso non oltre i 20.000 ettari già autorizzati (circa
16.500 al Veneto, 3.500 al FVG).
“Si tratta – precisa Zanette - di un provvedimento atteso
che si rende necessario in coerenza con il provvedimento di stoccaggio
adottato fin dalla campagna vendemmiale 2012, migliorato con la campagna
2013 e che sarà sottoposto all’approvazione della prossima
Assemblea ordinaria dei Soci anche per la campagna 2014”.
A questo riguardo vale la pena evidenziare che le voci ricorrenti sull’imminenza
di un provvedimento di destoccaggio si sono rivelate al momento infondate,
stante la volontà del Consiglio di Amministrazione di questo Consorzio
di valutare non solo l’andamento degli imbottigliamenti della nostra
denominazione ma anche l’andamento vegetativo delle nostre viti.
E ad oggi, le previsioni sull’annata 2014 dicono che se non
interverranno fattori climatici particolari, la prossima vendemmia rischia
di risultare anticipata di circa 20 giorni sulla media stagionale. Se
tale stima venisse confermata dai fatti, le produzioni di Prosecco DOC
attualmente disponibili (vendemmia 2013) saranno in grado di assicurare
la continuità con la prossima campagna viticola. Appare altrettanto
evidente che, qualora si venissero a creare i presupposti, in ogni momento
– da qui a fine giugno - saremo in grado di intervenire, immettendo
nel mercato parte del prodotto attualmente sottoposto a stoccaggio al
fine di evitare eventuali tensioni rialziste sui prezzi. Diversamente,
non esiteremo a indicare agli organi competenti la necessità di
provvedere al declassamento di tali produzioni.
“Non lo nascondiamo – ammette Zanette - si tratta di provvedimenti
importanti e onerosi per il sistema produttivo, ma gli unici in grado
di assicurare il mantenimento di valore alla nostra Denominazione in questa
delicata fase di assestamento. E’ necessario compiere dei sacrifici
oggi per favorire al Prosecco il futuro lungo e florido che lo attende
e si merita. Ciò a evidente vantaggio di tutta la filiera. Concludo
ribadendo con assoluta convinzione che queste azioni hanno il nobile scopo
di garantire non solo un patrimonio del territorio che dà lavoro
a migliaia di famiglie ma anche, e soprattutto, mirano a tutelare il consumatore
finale che, in caso di una compromissione del valore della denominazione,
rischierebbe di vedere abbattuti i livelli qualitativi raggiunti, vera
ragione del successo della nostra denominazione nel mondo”.
Albina Podda / Ufficio Stampa
M 3484510176
Consorzio di Tutela della Denominazione
di Origine Controllata Prosecco
t +39 0422 1572383 – f +39 0422 1572385
www.consorzioprosecco.it
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