|
AZIENDE
E PRODOTTI
Al via il pesce biologico delle Valli del
Delta del Po
Certificazione bio e marchio Qualità
Controllata per il pesce di valle. Già in commercio la produzione
di Valle Smarlacca
Orate, branzini, anguille, ma anche boseghe, mecciati, cefali, latterini,
gamberi e govi: tutti allevati nelle acque vallive del Parco del Delta
del Po, nel pieno rispetto dell’ambiente e della sicurezza
alimentare. A tal punto da potersi fregiare, primo caso in Italia, del
marchio di certificazione bio, rilasciato dall’organismo di
controllo Ccpb di Bologna che si aggiunge a quello Qualità
controllata della Regione Emilia-Romagna, certificato dalla stessa società.
Il pesce di Valle è un prodotto allevato con tecniche
totalmente naturali, senza ricorso ai mangimi artificiali (i pesci
si nutrono esclusivamente di quanto naturalmente presente nell’ambiente
acquatico) e l’utilizzo di medicinali (a vantaggio di una crescita
nel pieno rispetto dei ritmi naturali e del benessere animale). A tutto
ciò si unisce il controllo rigoroso della qualità delle
acque, reso possibile da un articolato sistema di arginature, in
un ambiente, quello delle Valli del Parco del Delta, di
particolare pregio naturale.
La prima produzione messa in commercio, alla fine di questo inverno, è
stata quella di Valle Smarlacca nel comune di Ravenna, al momento
l’unica azienda ad aver ottenuto la certificazione bio. A Valle
Smarlacca sono in procinto di aggiungersi i produttori delle altre Valli tra
il Ravennate e il Ferrarese: Valle Bertuzzi e Cantone nel comune di Comacchio,
Valle Lavadena, Valle Ussarola e Pastorina, Valli Scorticata e Scirocca,
Valle San Clemente, tutte nel comune di Ravenna, per una superficie
complessiva di 3 mila 900 ettari e una produzione che, a regime, potrà
raggiungere complessivamente 8-10 mila quintali.
Le caratteristiche della vallicoltura
La vallicoltura, ovvero l’allevamento estensivo di pesce nelle lagune
salmastre, è una pratica tradizionale del nord Italia, esclusiva
di fatto delle regioni Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia.
Solo in questo limitato territorio infatti, e grazie alle esperienze acquisite
dagli operatori del settore e tramandate per generazioni, si
verificano le condizioni per produrre pesce in un ambiente naturale protetto.
Gli avannotti delle diverse specie, di cui viene certificata la provenienza,
vengono introdotti in piccoli bacini assolutamente privi di altre presenze,
dove sostano per 30-60 giorni. Dopo questa “ambientazione”
preventiva, vengono immessi, per mezzo di chiaviche di cui bacini sono
dotati, nel bacino vallivo nel quale restano fino al raggiungimento della
taglia commerciale, con densità non superiori a kg. 0,05 per metro
cubo d’acqua.
Dal dopoguerra a oggi ciò che è cambiato riguarda essenzialmente
il miglioramento delle strutture e degli impianti.
In particolare: la regimazione delle acque; gli impianti di ossigenazione
e di ricambio, fondamentali per mantenere condizioni ambientali
ottimali anche in estate con le elevate temperature; l’utilizzo
nella stagione invernale di vasche di “sverno” coperte da
serre e dotate di impianti di adduzione di acqua calda proveniente da
pozzi artesiani, che garantiscono temperature di 7- 8°C, sufficienti
per la sopravvivenza del pesce; idonee vasche di stoccaggio del
pesce pronto per la commercializzazione, oltre a locali di confezionamento
ed etichettatura.
Il commento
"Questo prodotto – ha spiegato a Bologna l’assessore
regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni presentando l’iniziativa
- può rappresentare un’alternativa di elevata qualità
a un pescato che come sappiamo è in calo, rianimando un mercato
ittico in difficoltà e compensando almeno in parte la nostra
dipendenza dall’estero. La domanda di prodotti bio è in costante
crescita e il pesce di Valle può inserirsi in questo trend
positivo, valorizzando ulteriormente un territorio di pregio quale
il Delta del Po".
(www.regione.emilia-romagna.it)
Questo sito web utilizza solo cookie tecnici per garantire il corretto funzionamento. Per saperne di pił
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|