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AZIENDE
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UE: Coldiretti, via libera a miele OGM. +29% import
da Cina
Nel miele in vendita nell’Unione
Europea non è necessario indicare in etichetta la presenza di polline
contaminato OGM nonostante il boom delle importazioni da Paesi a rischio
contaminazione, come la Cina, che nel 2013 ha aumentato del 20 per cento
le spedizioni ed è diventata addirittura secondo fornitore dell’Italia
preceduta solo dall’Ungheria. E’ la Coldiretti a lanciare
l’allarme sugli effetti dell’ultima sessione plenaria di questa
legislatura a Strasburgo dove il Parlamento europeo ha adottato il testo
consolidato di modifica della direttiva 2001/110/CE del Consiglio concernente
il miele, frutto dei negoziati in sede di Trilogo tra le Istituzioni dell’Ue.
C’è ora il rischio concreto che venga venduto sul mercato
miele con polline ogm senza nessuna indicazione in etichetta perché
secondo il testo approvato il polline, essendo una componente naturale
specifica del miele, non va considerato un ingrediente e di conseguenza
- sottolinea la Coldiretti - non sarà mai necessario indicare in
etichetta la presenza di polline OGM dal momento che rappresenta un valore
inferiore alla soglia dello 0,9 per cento prevista dalla legislazione
europea. Una interpretazione che - continua la Coldiretti - non
rispecchia peraltro la sentenza della Corte di giustizia, del 6 settembre
2011, secondo la quale il polline è un ingrediente del miele e
quindi la presenza di ogm va indicata in etichetta.
A preoccupare è il fatto che - sottolinea la Coldiretti - la coltivazione
di un campo Ogm è in grado di determinare la contaminazione del
miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api. In Italia
grazie all’azione della Coldiretti è vietato coltivare ogm
e di conseguenza non è contaminato il miele prodotto sul territorio
nazionale che è riconoscibile attraverso l’etichettatura
di origine obbligatoria. Un discorso diverso vale per il miele importato
in ingenti quantità da paesi comunitari ed extracomunitari in cui
sono diffuse le coltivazioni biotech come la Cina.
L’Italia infatti – continua la Coldiretti - ha importato nel
2013 un quantitativo di miele addirittura superiore alla produzione
nazionale per un totale di circa 18 milioni di chili di miele dei quali
quasi la metà dall’Ungheria e oltre il 10 per cento dalla
Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni
Ogm
Il miele prodotto sul territorio nazionale è riconoscibile attraverso
l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla
Coldiretti. Per acquistare miele italiano è bene verificare
sempre l’etichettatura. La parola Italia deve essere obbligatoriamente
presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio
nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi
dell'Unione Europea, l'etichetta - conclude la Coldiretti - deve riportare
l'indicazione "miscela di mieli originari della CE"; se invece
proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta "miscela
di mieli non originari della CE", mentre se si tratta di un mix va
scritto "miscela di mieli originari e non originari della CE".
(www.coldiretti.it)
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