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Mais Ogm 1507, stallo in Europa.
Si rischia il sì?
Su una situazione di stallo rischia
di passare l’autorizzazione alla coltivazione sul territorio europeo
del mais OGM 1507 della Pioneer. Il Consiglio Affari Generali dell’Unione
europea oggi si è espresso negativamente rispetto alla coltivazione:
19 paesi, Italia inclusa, hanno votato contro l’autorizzazione alla
coltivazione del mais 1507. Manca però la maggioranza qualificata.Con
19 intenzioni di voto contrarie, 5 favorevoli e 4 astensioni, non è
infatti emersa la maggioranza sufficiente per autorizzare o meno la coltivazione
di questo mais, il che porterà a un nuovo stallo.
“Purtroppo grazie all’astensione della Germania non è
stata possibile raggiungere la maggioranza qualificata richiesta”,
commenta Legambiente. L’ultima parola spetterà ora alla Commissione
europea, già chiamata in causa dal Tribunale dell’Unione
europea che lo scorso novembre ha dichiarato la carenza della Commissione
per non aver dato seguito alla richiesta presentata dalla società
Pioneer. In pratica, la coltivazione rischia di passare, anche perché
la Commissione ha ricevuto già sei pareri favorevoli dell’Efsa
e in Consiglio non si è arrivati a una soluzione condivisa. Oggi
19 Paesi hanno votato contro l’approvazione del mais OGM (Italia,Francia,
Ungheria, Grecia, Romania, Polonia, Olanda, Austria, Bulgaria, Croazia,
Cipro, Danimarca, Irlanda, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia
e Slovenia), solo cinque a favore (Spagna, Gran Bretagna, Finlandia, Estonia
e Svezia) e quattro si sono astenuti (Germania, Portogallo, Repubblica
Ceca e Belgio).
“Dopo la “non decisione” del Consiglio, la palla torna
alla Commissione, che avrebbe un obbligo legale di autorizzare il mais
1507, dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue di fine settembre che
l’ha accusata di averne ritardato l’approvazione – spiega
nel dettaglio Slow Food – La Pioneer, infatti, ne aveva fatto richiesta
12 anni fa, e l’Efsa aveva già dato sei pareri favorevoli”.
Legambiente chiede ora alla Commissione di ritirare la sua proposta di
autorizzazione alla coltivazione del mais transgenico 1507. “Dopo
il voto di oggi del Consiglio – dichiara Vittorio Cogliati Dezza,
presidente nazionale di Legambiente - diventa prioritario includere tra
le priorità del prossimo semestre italiano di presidenza dell’Unione
europea l’approvazione del regolamento di modifica della direttiva
2001/18, in modo da consentire agli stati membri il diritto di vietare
sul proprio territorio la coltivazione di OGM anche per ragioni socio-economiche.
Un diritto imprescindibile per garantire la sicurezza e la qualità
dell’agricoltura italiana”.
“Una forte maggioranza di Stati membri dell’Unione europea
ha votato contro la proposta della Commissione che autorizzerebbe la coltivazione
del mais OGM 1507. Una possibile approvazione del mais OGM, nonostante
l’ampia opposizione politica e le preoccupazioni sulle conseguenze
ambientali, sarebbe illegale”, afferma Greenpeace. A gennaio una
larga maggioranza del Parlamento Europeo aveva già fatto appello
alla Commissione perché ritirasse la proposta di autorizzazione
del mais OGM 1507. “La Commissione non può ignorare le preoccupazioni
di carattere scientifico, politico e legale provenienti da una vasta maggioranza
di Paesi membri, dai due terzi del Parlamento Europeo, e da gran parte
dei cittadini europei – commenta Federica Ferrario, responsabile
campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia – E’
molto probabile che la Corte di Giustizia Europea annulli un’eventuale
autorizzazione del mais 1507, se portata in giudizio, come fece con la
patata OGM Amflora. La Commissione deve imparare dai suoi errori e smettere
di infrangere le regole che garantiscono la sicurezza delle coltivazioni
in Europa” .
Il mais 1507 è stato geneticamente manipolato per produrre una
tossina chiamata Bt, letale per alcuni parassiti. L’Autorità
per la sicurezza alimentare dell’Unione Europea (Efsa), ha riconosciuto
la tossicità di questo OGM per farfalle e falene, e ha messo in
guardia su possibili carenze dei test condotti sul mais 1507. Questo prodotto,
commercializzato dall’industria agrochimica americana Dupont Pioneer,
è stato inoltre modificato per essere resistente all’erbicida
glufosinato, che sarà vietato nell’Unione europea entro il
2017 a causa della sua tossicità.
“Accogliamo con soddisfazione la decisione dell’Italia, che
si è schierata contro la coltivazione di Ogm sul nostro territorio,
ma questo deve essere solo un primo passo – dichiara Roberto Burdese,
presidente di Slow Food Italia – Ciò nonostante, ancora una
volta non si è raggiunta una posizione chiara a livello europeo,
quindi il problema è solo rinviato”. Secondo Slow Food, “la
votazione apre comunque scenari interessanti dal punto di vista politico
e giuridico perché se la Commissione, che di fatto ha la responsabilità
di assumere una decisione finale, ignorerà l’opinione pubblica
e il parere del Parlamento e della maggioranza del Consiglio, sapremo
perlomeno di trovarci di fronte a una contraddizione senza precedenti”.
“Sarebbe del tutto assurdo e contrario allo spirito comunitario
un’eventuale via libera della Commissione Europea alla coltivazione
del mais ogm 1507 di fronte alla contrarietà della maggioranza
dei Paesi Europei e dell’Europarlamento, come pure di quasi due
cittadini europei su tre che si oppongono alle coltivazioni biotech”,
conclude Coldiretti. (www.helpconsumatori.it)
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