AZIENDE
E PRODOTTI L’Efsa apre una consultazione pubblica per ottenere pareri in merito all’ultimo documento sul latte artificiale, in cui si afferma che le fonti proteiche da latte vaccino, di capra e di soia sono adatte per la formulazione del latte primi mesi e di proseguimento. Si tratta di una opinione dell’Efsa che verrà poi utilizzata dal Parlamento europeo per aggiornare la normativa e quindi la “ricetta” del prodotto. Per orientarsi meglio conviene fare un breve riepilogo e ricordare che il latte artificiale comprende tre tipologie in relazione all’età del bambino e alla composizione del preparato. Si inizia con il latte per lattanti, ossia la formula per i primi mesi fino al sesto, poi si usa quello di proseguimento (fino al primo anno) e, infine, il latte di crescita, utilizzato per sostituire quello vaccino o di capra fino ai tre anni. Questi prodotti sono da preferire in caso non sia possibile dare al bambino il latte materno o durante lo svezzamento. Dopo l’ultimo documento del 2003, l’Efsa ha ritenuto doveroso aggiornare alcuni concetti sulla composizione proteica del latte. L’Autorità ha quindi stabilito quanto deve essere il carico di proteine oltre ai valori minimi e massimi dei nutrienti che dovrebbero comporre il latte artificiale compreso i riferimenti a grassi, carboidrati, vitamine e sali minerali. Per quanto riguarda il latte di crescita
(utilizzabile 1 sino ai tre anni), l‘Efsa si era già pronunciata
a fine ottobre affermando che non è migliore rispetto a quello
vaccino e che una dieta corretta è il modo più efficace
per garantire al bambino tutti i nutrienti necessari alla crescita. In
questo parere, si dice che dopo l’anno non ci sono giustificazioni
tali da suggerire una composizione specifica per il latte di crescita.
Le formule per lattanti e di proseguimento possono essere utilizzate
indifferentemente dopo l’anno. L’Autorità per la sicurezza
alimentare non condivide infine la tendenza ad arricchire di elementi
nutritivi il latte artificiale per favorire la crescita: non serve eccedere,
ma bisogna solo garantire i giusti livelli minimi per coprire il fabbisogno,
senza affaticare fegato e reni.
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