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Le importazioni mondiali nel 2013: tendenza
piatta
Sul fronte volumi, i più grandi
Paesi sono fermi o addirittura vanno indietro, come UK, Germania, Paesi
Bassi, Belgio, Svizzera. In crescita, ma con valori tutt'altro che clamorosi,
Usa, Cina, Canada. In forte ripresa solo la Russia.
A livello di volumi, ovvero litri di vino importato (spumanti esclusi),
la tendenza mondiale sembra indicare linea piatta. I principali Paesi,
come UK, Germania, Paesi Bassi, Giappone chiudono l’anno in terreno
negativo, con il picco di Londra di -4%, a 760 milioni di litri. Crescono
invece gli Usa (+3%) e la Cina (+5%), mentre abbastanza soft è
il saldo positivo del Canada (+2% scarso).?Saldo zero o giù di
lì per la Svizzera, mentre l’unica ad aver recuperato volume
con decisione, tra i grandi Paesi, è la Russia, che ritorna sopra
270 milioni di litri (+7%).
Che la cosa sia spiegabile con la scarsità della vendemmia 2012,
è possibile. Come è possibile che le curve che vediamo nei
grafici qui sotto si trascinino dietro anche la scarsa produzione 2011.
Ma sono un po’ di anni ormai, sicuramente dal 2011, per qualcuno
anche prima, che l’assorbimento a volume sta incominciando a segnare
tendenza piatta. Escludendo il Regno Unito, che compensa con granndi quantitativi
di vino sfuso da Australia e Sudamerica, anche gli Usa vengono da un triennio
abbastanza piatto, attorno alla linea dei 700 milioni di litri. Idem per
la Germania, che dopo la botta presa nel 2010, non riesce più a
tornare sopra quota 600 milioni. Stessa musica suonano i Paesi Bassi,
anch’essi stabilizzati sotto soglia 300. Canada e Russia, pur provenendo
da situazioni diverse, sembrano quelli con meno magazzino rispetto alle
richieste del consumo interno, mentre la Cina pare aver esaurito la propulsione
che aveva caratterizzato il primo scorcio del decennio.
La musica non cambia nei Paesi di seconda fascia, rubricati sotto i 200
milioni di litri. Curva piatta e in tendenza negativa per il Belgio, arresto
corsa per il Giappone, linea stabile per la Svizzera e tendenze negative
più o meno accentuate per Brasile e Repubblica Ceca. Si salva dal
piattume la Svezia, che insieme a tutti gli altri Paesi scandinavi pare
avere ritrovato la crescita volumetrica del periodo ante-crisi (la curva
al ribasso del periodo 2010-11 è ascrivibile poi in gran parte
al fenomeno di riflusso sui vini sudafricani).
(www.uiv.it)
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