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AZIENDE
E PRODOTTI
Il vino biologico: “Un settore in crescita, un successo
meritato che necessita chiarezza normativa e terminologica”
Il vino biologico costituisce ormai un settore consolidato
che include numerose esperienze di alto livello, ha un mercato in crescita
ed è anche ideale strumento di valorizzazione territoriale. E’
stato questo il tema al centro della tavola rotonda organizzata
da AIAB che si è tenuta al Vinitaly di Verona.
L’evento è stato l’occasione
per illustrare esperienze di particolare significatività nell’ambito
della vitivinicoltura, ma anche per individuare quali sono, oggi, i punti
di forza del settore e i suoi fabbisogni per continuare a crescere. L’incontro
ha offerto un’opportunità di confronto sugli aspetti tecnici,
normativi, di tutela, valorizzazione e promozione del settore, dando avvio
ad una prima consultazione sulla revisione del regolamento sulla vinificazione
biologica che si concluderà nel 2015. Ad emergere è stata,
quindi, la necessità da parte dei produttori di una maggiore chiarezza
normativa e terminologica nell’ambito del settore, nonché
il bisogno di denominazioni trasparenti e sicure che consentano ai consumatori
di poter distinguere il vino bio dagli altri in commercio.
Presso lo stand del MiPAAF erano presenti Stefano Vaccari, direttore Generale
MIPAAF, Cristina Micheloni, vicepresidente AIAB, Paolo Carnemolla, Federbio,
Gianfranco Torelli: az. Mario Torelli, Bubbio, Daniele Piccinin:
az. Le Carline, Lison – Pramaggiore, Luca Orsini: az. Le Cinciole,
Biodistretto di Greve in Chianti, Francesco Galgani: az. Cappella Sant'Andrea,
Biodistretto di San Gimignano, Giovanni Sportelli: az. Amastuola, Massafra,
Salvatore Scilio: Tenuta Scilio, Linguaglossa.
“Gli oltre 50.000ha di vigneto biologico italiano e le centinaia
di cantine, oggi certificate, danno la misura di questo settore e dell’interesse
di un mercato esigente, interessato a capire e disposto a premiare le
vere eccellenze – ha dichiarato Cristina Micheloni, vicepresidente
AIAB – . Un successo che premia tanti vignaioli che, negli anni,
hanno lavorato per dimostrare come il biologico sia un magnifico strumento
per produrre qualità nel vino e nel territorio. Un ambito che,
tuttavia, spesso rischia di essere messo in ombra da chi cavalca l’onda,
confondendo i significati chiari del vino bio, con quelli meno trasparenti
e ‘ad effetto’ del vino naturale, vero, puro, etico, quasi
bio. Alla "babele" anche linguistica del sistema partecipa
tutto un sistema commerciale che, invece di riportare ciò che regole
scritte sanciscono, si lasciano affascinare dagli aggettivi di cui sopra.
E’ per questo che oggi abbiamo voluto raccontare le testimonianze
di maggior pregio, provenienti da regioni in cui il biologico sta diventando
un approccio non solo aziendale ma comprensoriale, condiviso tra viticoltori
con chiari benefici per tutto il territorio. Sono queste, alcune delle
esperienze migliori che rappresentano una parte di un settore in continua
evoluzione e in costante crescita”.
In un’Unione europea con una posizione dominante nel mercato mondiale
di vino biologico che conta sull’89% delle aree coltivate a vigneto
(dati FIBL/IFOAM 2012), i Paesi più importanti nella produzione
enologica bio sono l'Italia, la Francia e la Spagna dove le superfici
sono aumentate costantemente dai primi anni del 2000. Tale evoluzione
è solo in minima parte legata ai pagamenti agroambientali (PSR)
ed infatti non si evidenziano riduzioni di rilievo negli anni di fine
programmazione. Ciò significa che la scelta del metodo biologico
da parte dei produttori vitivinicoli, in questo decennio precedente, è
stata motivata da ragioni tecniche, di coscienza ambientale ed anche di
mercato, pur nella poco chiara situazione normativa che si viveva nel
comparto, e di conseguenza con maggiori difficoltà di comunicazione
verso i consumatori.
Nell’ambito europeo il nostro Paese di posiziona al secondo posto
con 52.812 ettari di superficie coltivata, di cui 51.343ha sono destinati
a coltivazione di uva da vino nel 2011 (dati Sinab). A fare da leader
per estensione di vigneti a livello nazionale è la Sicilia è
la regione, con 15.577ha convertiti al biologico, seguita a distanza da
Puglia, con oltre 8.004ha, e Toscana, con circa 5.036 ettari. Altre regioni
che emergono per superficie viticola sono Abruzzo, Marche, Umbria Emilia
Romagna, Calabria, Veneto e Lazio. (www.aiab.it)
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