AZIENDE E PRODOTTI

Caso Prosecco: stop all’uso del termine “secco” in Germania
La Germania per la prima volta dice no all’uso del termine “secco”.

Finalmente si mette un freno a uno dei casi di imitazione più discussi di questi ultimi tempi e che ha visto come "vittima" il Prosecco. Arriva lo stop dopo i tanti solleciti da parte dei Consorzi di tutela Prosecco Doc e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, rivolti all'ufficio marchi e brevetti tedesco a non dare il bene stare alle etichette poste su vini frizzanti prodotti in Germania che riportavano la dicitura "secco", evidente storpiatura del nome Prosecco, creando il così detto italian sounding. Proprio in quel Paese, che rappresenta il mercato di riferimento per le bollicine venete, di queste etichette ne sono state rintracciate moltissime e denunciate (un esempio pubblicato sul nostro giornale). Tant'è che i due principali Consorzi, grazie al sostegno del Ministero delle Politiche Agricole, a inizio anno avevano avviato una collaborazione per tutelare e difendere l’immagine del Prosecco e del Prosecco Superiore.  In merito al caso "secco" Cronache di Gusto aveva pubblicato le dichiarazioni di Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, che annunciava l'avvio di un'indagine, del presidente di Federdoc Ricci Curbastro, e dell'assessore regionale all’Agricoltura della Regione Veneto Franco Manzato.  La battaglia sulla tutela è stata così vinta, almeno a questo primo round. Il Deutsche Patent- und Markenamt ha accolto le richieste dei consorzi. Un importante pronunciamento. L'ufficio marchi ha preso la decisione di  dichiarare “non registrabile il marchio Neosecco (abbastanza diffuso nel mercato) in quanto la parola “secco” è una mera abbreviazione della parola Prosecco”.   "La sentenza in Germania rappresenta un risultato epocale, importante non solo per il mercato tedesco ma anche per scoraggiare tutti gli imitatori. – Afferma il presidente del Consorzio della Docg Conegliano Valdobbiadene Innocente Nardi. - In questi anni ci siamo impegnati nella protezione della nostra denominazione registrando da un lato il marchio della Docg e sostenendo attività di lobby con gli altri Consorzi e le istituzioni, al fine di impedire la commercializzazione di prodotti di imitazione e l’utilizzo illecito del nome Prosecco".  "I tempi sono maturi - aggiunge il presidente della Doc Prosecco, Stefano Zanette - affinché i nostri Consorzi pongano in essere con forza quelle azioni di tutela indispensabili a garantire un futuro alle nostre denominazioni. Appare evidente che molto dipende anche dalle nostre aziende, le quali devono comprendere per prime che spetta a loro operare una comunicazione corretta e coerente, e contribuire a questa attività che, nonostante nello spirito della norma comunitaria nasca a tutela della buona fede dei consumatori, non si può negare garantisca anche l‘operato dell’intera filiera produttiva".  Con l’inizio del nuovo anno, i tre Consorzi interessati dalla DO Prosecco, costituiranno un soggetto giuridico unitario, capace di difendere un patrimonio solo italiano nei principali mercati internazionali, e bloccare le imitazioni della denominazione in Europa e nel mondo. Le azioni che verranno poste in essere dalla nuova struttura riguarderanno tutti i principali paesi e saranno volte da un lato, al contrasto delle imitazioni e alla registrazione del marchio delle denominazioni, dall’altro ad una forte attività di lobby con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, il Ministero e l’UE, tesa a fare comprendere l’importanza di proteggere questo prodotto simbolo dell’Italia. 
(C.d.G. - www.cronachedigusto.it)



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