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AZIENDE
E PRODOTTI
Riso, Coldiretti chiede l’uso d’emergenza del Propanil
Coldiretti continua a prestare alle esigenze dei risicoltori la massima
attenzione. Sollecitata dalla richieste della Federazione Interprovinciale
Coldiretti di Vercelli e Biella e dalle Federazioni regionali della Lombardia
e del Veneto, Coldiretti ha evidenziato, con una lettera indirizzata sia
al Ministero della Salute che al Ministero delle Politiche Agricole, come
anche per quest’anno sia necessario garantire l’uso
di emergenza del Propanil per il riso a causa delle presenza di fenomeni
di resistenza che, come è noto, si manifestano quando una popolazione
di organismi, precedentemente controllata da una molecola, diviene tollerante
nei confronti della stessa.
L’Italia è il primo paese produttore di riso nell’UE
in quanto con 247.594 ha coltivati nel 2010 (fonte: Ente Risi) rappresenta
il 52% della superficie investita nell’Unione stessa (475.752
ha), seguita dalla Spagna con il 27% (135.000 ettari), mentre Grecia,
Francia e Portogallo coprono il 5% degli ettari ciascuno, seguiti da Romania,
Bulgaria e Ungheria con il 2%. (fonte COPA COGECA).
La maggior parte delle varietà (Carnaroli, Baldo, Arborio, Vialone
Nano, etc.), sono coltivate solo nel nostro Paese. La perdita di queste
varietà comporterebbe un danno non solo in campo economico, ma
anche in termini di tradizione, specificità e biodiversità.
Grazie ad una attenta gestione della Politica Agricola Comune che, per
il settore, è sempre stata caratterizzata da una specificità
e da una differenziazione rispetto agli altri cereali, la coltivazione
del riso in Italia ha potuto espandersi in termini di superfici per venire
incontro alle esigenze dei consumatori.
In questi ultimi anni, infatti, all’interno dell’Unione Europea,
il consumo di riso è cresciuto notevolmente ed il riso italiano
ha saputo conquistare una marcata leadership, con una quota pari al 40%,
anche per gli importanti investimenti industriali che hanno consolidato
ed ampliato le reti commerciali.
La comparsa delle resistenze è dovuta al processo di adattamento
dell’organismo che viene sottoposto ad una pressione selettiva,
ad esempio, di tipo chimico.
Il fenomeno (che interessa infestanti, funghi, insetti, acari, ecc.) ha
subito una considerevole accelerazione negli ultimi anni, in concomitanza
con la revoca (o la riduzione d’impiego) degli agrofarmaci multisito
a largo spettro d’azione che consentivano la prevenzione (e la gestione)
delle resistenze.
I problemi che ne derivano non sono solo di ordine tecnico-agronomico,
ma hanno un pesante impatto sia economico, attraverso l’aggravio
dei costi per le aziende agricole, quanto sociale, essendo potenzialmente
in grado di determinare la scomparsa di certe colture da interi territori.
Il problema è particolarmente grave nel caso delle infestanti
delle risaie, dove il ridottissimo numero di meccanismi d’azione
disponibili ha determinato la comparsa di numerose, popolazioni resistenti
appartenenti a molte diverse specie e famiglie botaniche e la pressochè
totale impossibilità di gestirle e prevenirle .
Il quadro sopra riportato, evidenzia la gravità della situazione:
sono coinvolte le infestanti più diffuse negli areali risicoli
ed il meccanismo d’azione (ALS) che caratterizza la quasi totalità
degli erbicidi impiegabili, anche quando appartenenti a famiglie chimiche
diverse.
L’impiego di Propanil è, quindi, fondamentale soprattutto
per il ruolo che gioca come partner fondamentale di principi attivi ad
azione ormonica (MCPA e triclopir) nelle strategie di gestione delle popolazioni
di infestanti Ciperacee ed Alismatacee resistenti ai principi attivi con
meccanismo d’azione d’inibizione dell’enzima ALS (aceto-lattato
sintetasi), oltre che per la sua valida attività per il controllo
integrato dei giavoni (Echinochloa spp.).
Informazioni provenienti da prove scientifiche e dalla pratica in campo
evidenziano chiaramente come l’unica strategia impiegabile per la
gestione e la prevenzione della comparsa di nuove popolazioni resistenti
sia l’utilizzo di Propanil, grazie al suo diverso meccanismo d’azione,
in miscela con MCPA o triclopir (molecole notoriamente non efficaci se
applicate da sole), trattamento in grado di controllare le popolazioni
resistenti.
Senza tale ausilio, ed in presenza sempre maggiore di erbicidi ALS impiegati
per il controllo delle infestanti “chiave” per la coltura
del riso, cioè giavoni (penoxsulam, bispiribac-sodio e azimsulfuron)
e riso crodo (utilizzo di varietà tolleranti ad imazamox), è
da prevedere un incremento rapido, consistente e costante delle superfici
interessate a tale fenomeno, con un notevole aggravio di costi per l’imprenditore
risicolo ed una reale difficoltà nel contenimento delle popolazioni
resistenti.
L’indisponibilità del Propanil (attualmente revocato) pone,
allora, serissimi interrogativi sulla possibilità di condurre la
coltura del riso nei tipici areali italiani.
Una stima conservativa derivante delle perdite derivanti dall’eventuale
impossibilità di impiego del Propanil su almeno 1/3 della superficie
(circa 80.000 ha) per il controllo di malerbe resistenti si aggira intorno
al 20% della produzione e, quindi, intorno al 6-7% della produzione totale.
In termini economici, la perdita e la mancata disponibilità di
risone sarebbe molto rilevante sia per la parte agricola sia per
l’industria risiera italiana, con ripercussione su tutta la filiera
legata al prodotto riso.
Sul piano dell’impatto ambientale della sostanza, Coldiretti ha
evidenziato come la dose d'impiego degli ultimi anni in Italia e
nell’EU sia stata di un settimo inferiore a quella di uso
comune negli USA e nel resto del mondo.
Inoltre, l’uso d’emergenza del Propanil anche per questa campagna
agraria, è giustificato dal fatto che l’iter di preparazione
del nuovo dossier per la registrazione del prodotto presso la Commissione
Europea, è ancora in corso e non arriverà a compimento prima
del 2014. La società produttrice (la United Phosphorous Limited),
ha nuovamente scelto l’Italia come paese relatore per cui l’uso
in deroga è uno strumento transitorio in attesa che il prodotto
sia di nuovo registrato.
La società produttrice sta effettuando anche i test di ecotossicità
del prodotto al fine di fugare eventuali preoccupazioni in merito all’impatto
ambientale della sostanza.
Nel triennio scorso, in attesa di una sua futura reintroduzione, si è
fatto ricorso alla concessione dell’uso eccezionale della molecola.
La complessità di questa procedura ha, però, portato ad
una tardiva disponibilità del principio attivo sul mercato, causando
applicazioni fuori tempo e conseguenti difficoltà nel controllo
delle infestazioni.
A fronte della situazione sopra evidenziata Coldiretti ha chiesto,
pertanto, l’autorizzazione eccezionale all’impiego del Propanil,
ai sensi dell’art. 53 (Situazioni di emergenza fitosanitaria) del
Reg. CE n. 1107/2009. per il periodo 15 aprile – 15 agosto, in modo
da poter essere impiegato in tempo utile.
(http://www.ilpuntocoldiretti.it)
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