|
AZIENDE
E PRODOTTI
Parmigiano Reggiano: dopo il terremoto rallenta la crescita produttiva
Quotazioni in calo del 15% nel 2012 per l’eccesso produttivo
del 2011. Bene l’export con un +7,7%. Erogati dal Consorzio i primi
aiuti ai caseifici colpiti dal sisma per 2,5 milioni
Bologna, 29 gennaio 2013 - Profondamente segnato dal terremoto
del maggio scorso (danni per oltre 100 milioni, 37 caseifici e 600 allevamenti
colpiti, circa 600.000 forme cadute e 120.000 di queste distrutte o avviate
alla fusione), il bilancio 2012 del sistema imprenditoriale legato al
Parmigiano Reggiano (complessivamente oltre 20.000 operatori) si è
chiuso con una buona tenuta dei consumi, ma un sensibile calo delle quotazioni.
Il prezzo medio all’origine, infatti, è passato dai 10,76
euro/kg del 2011 a 9,12 euro/kg con una flessione del 15% che riporta
le quotazioni sugli stessi livelli del 2010 (9,14 euro/kg).
“Un dato sicuramente negativo – sottolinea il presidente del
Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – perché incide sensibilmente
sulla redditività dei produttori in un anno in cui le imprese hanno
subito significativi aumenti dei costi (tra i primi quelli dell’energia
e dei cereali) e che si lega anche ad alcuni fattori strutturali che possono
e devono essere meglio governati dal sistema”.
Tra questi – e con un’incidenza rilevante – Alai indica
soprattutto “un aumento della produzione 2011 (commercializzata
nel 2012) assai distante da quell’equilibrio tra domanda e offerta
che resta l’obiettivo primario per dare valore al lavoro e ai rischi
dei produttori”.
Meno prodotto disponibile
L’exploit produttivo del 2011 (+7,1%, con 3.231.915 forme), peraltro,
sembra destinato a rimanere isolato: nel 2012, infatti, la produzione
è cresciuta del 2,3% complessivamente, ma nel secondo semestre
(e la tendenza è confermata ad inizio 2013) si è registrata
una flessione, con 24.000 forme in meno rispetto allo stesso periodo del
2011.
“Siamo di fronte – spiega il presidente del Consorzio del
Parmigiano Reggiano – agli effetti dell’adesione ai piani
produttivi varati dal Consorzio (e confortati, nella loro validità,
dal “pacchetto latte” approvato un anno fa in sede europea),
cioè ad un governo della produzione che prevede tassi di crescita
più strettamente correlati ai consumi”.
E una stabilizzazione su valori delle quotazioni in lieve ripresa sembra
possibile già nei prossimi mesi: “il rallentamento dei flussi
produttivi, associato ad una sostanziale tenuta dei consumi interni (appena
-0,2%, con flessione delle vendite negli iper e aumento sensibile in altri
canali), ad un sensibile incremento delle esportazioni (+7,7% nel 2012),
al ritiro di 80.000 forme per progetti sull’estero da parte della
società I4S e ad una minore disponibilità di prodotto legata
anche agli effetti del terremoto – osserva Alai – dovrebbe
favorire un rialzo, sebbene appaia assai improbabile un ritorno alle quotazioni
record del 2011”.
La minore disponibilità di Parmigiano Reggiano per la campagna
commerciale 2013 andrà oltre le 130.000 forme, cifra che tiene
conto di quelle colpite dal terremoto (distrutte, fuse, avviate ad altri
canali) e degli acquisti solidali effettuati anche da tanti nuovi consumatori.
L’export
“Il saldo sull’export – afferma il direttore del Consorzio,
Riccardo Deserti – è andato oltre le già positive
previsioni, portandosi a 42.700 tonnellate; in questo modo si è
giunti ad un dato che parla di una crescita del 94,4% negli ultimi cinque
anni, frutto di un rilevante investimento del Consorzio e degli accordi
di collaborazione realizzati con gli esportatori”.
“Nell’ambito dei dati dell’export – prosegue Deserti
- è significativo rilevare il fatto che se i Paesi dell’Unione
Europea hanno confermato ad ottobre il buon andamento del 2011 con un
+7,65%, una decisa crescita (+6,68%) si è registrata negli Stati
Uniti (secondo importatore dopo la Germania), in Oceania (+10,4%) e in
Asia, dove l’aumento ha superato il 33%”.
“Proprio in Asia – sottolinea il direttore del Consorzio –
abbiamo registrato un rilevante aumento in Giappone (+48,8%) e, in prospettiva,
appare significativo anche il 277% in più della Cina, perché
se è vero che oggi siamo ancora a quantitativi modesti (prossimi
alle 140 tonnellate), è altrettanto vero che si sta verificando
ciò che abbiamo previsto con uno specifico piano di investimento
di lungo periodo (oltre il 2020), ovvero un ritmo di crescita elevatissimo
in un Paese sino a ieri legato ad una cultura alimentare in cui i formaggi
non avevano peso”.
Il futuro: gli investimenti
Ma mentre guarda ad un futuro che punta su export (con 6 milioni di investimenti),
ampliamento dei consumi interni (previsti investimenti per 7,4 milioni
anche a fronte dell’aggressività commerciale di similgrana
di importazione), rafforzamento nei canali ho.re.ca. e vending e su prodotti
innovativi (dalle barrette alle sottilette), anche grazie a nuovi progetti
rivolti ai giovani consumatori, il Consorzio del Parmigiano Reggiano continua
ad occuparsi delle conseguenze prodotte dal doppio terremoto del 20 e
29 maggio 2012.
Soccorso post-terremoto
“Ancora in assenza totale di contributi pubblici, per evitare il
default delle aziende coinvolte – spiega il presidente Alai –
abbiamo anticipato ai caseifici 2,5 milioni dei contributi raccolti grazie
all’intervento straordinario di tutti i consorziati (8,6 milioni),
alle donazioni spontanee, alle vendite solidali nei caseifici e a quelle
messe in atto da catene distributive (1,2 milioni di euro); sono le prime
risorse giunte dopo il terremoto ai caseifici, che riceveranno la parte
restante dei contributi, in proporzione al danno subito, dopo la ripartizione
dei fondi pubblici e gli indennizzi delle compagnie assicurative”.
Centro Stampa Comunicazione Integrata:
Gino Belli
tel. +39 0522 546277
mobile +39 335 8386149
info@centrostampa.net- stampa@unioncoop.re.it
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Consorzio del Parmigiano Reggiano:
Igino Morini
tel. +39 0522 700230 mobile
+39 335 6522327
morini@parmigianoreggiano.it
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|