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AZIENDE
E PRODOTTI
Carne di cavallo negli hamburger. Regno Unito
“disgustato”
Scoppia la protesta in Gran Bretagna dopo che in alcune catene di
supermercati sono state trovate proteine equine, anche al 25%. Il quadrupede
è infatti considerato alla stregua di un animale da compagnia e
usato al massimo per le competizioni
Un’intera nazione “disgustata”,
come scrivono ora alcuni quotidiani, per la carne di cavallo trovata negli
hamburger. Il Regno Unito, Paese che dagli anni Quaranta del Novecento
ha bandito dalle sue tavole la carne equina, è al centro di un
vero e proprio “psicodramma” dopo che nelle polpette –
apparentemente di manzo – di alcune catene di supermercati sono
state trovate proteine equine, anche al 25%, e carne suina. La notizia
della presenza di maiale, in alcuni casi anche al 75% del campione, ha
fatto infuriare soprattutto la comunità musulmana. Ma è
stata proprio la presenza dell’amato quadrupede, considerato in
Gran Bretagna quasi un animale da compagnia e usato al massimo per le
competizioni, a far “disgustare” britannici e irlandesi.
“Siete contenti di aver mangiato carne di cavallo?”, chiede
ironicamente, con un sondaggio, il Daily Mirror. Con l’Agenzia per
l’alimentazione che minaccia cause legali, la catena di supermercati
Tesco che chiede ufficialmente scusa e con oltre 10 milioni di hamburger
ritirati dagli scaffali in soli due giorni su disposizione delle autorità
alimentari di Londra e Dublino. Tutto nasce in Irlanda, appunto. Analisi
del dna di un lotto di produzione di un’azienda dell’isola
di smeraldo ha rivelato, lunedì scorso, la presenza di carne di
cavallo. Subito la notizia ha iniziato a circolare, le principali catene
commerciali del Regno Unito hanno iniziato a portare avanti controlli
propri e ieri la vicenda è emersa in tutta la sua virulenza. Sotto
accusa soprattutto gli hamburger surgelati venduti da Tesco, Lidl, Aldi,
Iceland e Dunnes Stores. Tesco, il principale operatore commerciale del
Regno Unito, oggi ha comprato alcune pagine sui tabloid britannici per
chiedere ufficialmente scusa ai consumatori di Sua Maestà. Ma ormai
il danno è fatto e non consola sapere, come scrivono ora le autorità
alimentari, che “molto probabilmente abbiamo mangiato carne di cavallo
per anni”.
Proteine equine sono state trovate nel 37% dei campioni, mentre quelle
suine addirittura nell’85%. Il Regno Unito, ogni anno, vende all’Europa
oltre 10mila cavalli, per scopi alimentari, tutti animali fuoriusciti
dalle competizioni oppure troppo anziani per il trotto e il galoppo. Eppure,
nonostante questo commercio, mangiare il cavallo è quasi visto
come, per un italiano, mangiare il cane o il gatto. Negli anni dell’ultima
grande guerra molti britannici non rispettarono questa regola non scritta,
ma fu comunque la necessità a guidarli nelle “errate”
scelte alimentari. Negli anni Ottanta la prima e unica macelleria equina
aprì in un paesino nella campagna inglese. Dovette chiudere dopo
un mese, per mancanza assoluta di clienti.
Ora, in un Paese noto per la sua litigiosità nelle aule di tribunale, si
aspettano cause legali provenienti dall’alto, dalle varie autorità
per la sicurezza del consumatore, e dal basso, da cittadini appunto “disgustati”
e “traditi”. C’è già chi quantifica in
300 milioni di sterline il danno economico alle catene di supermercati
legato al ritiro della carne dal commercio e alla cattiva pubblicità
per le aziende di distribuzione. Nel Regno Unito, che ancora non si è
ripreso dallo scandalo del morbo “della mucca pazza”, la qualità
di quello che si mangia è spesso al centro di inchieste giornalistiche
e giudiziarie. Eppure non è bastato l’alto livello di attenzione
ad evitare l’ultimo scandalo scoppiato sugli scaffali di un supermercato.
Barry Gardiner, parlamentare laburista e componente di una commissione
sulla sicurezza alimentare, ha subito commentato: “Ora è
molto comprensibile la rabbia dei cittadini britannici. E ora molte teste
dovranno saltare”. Intanto, a saltare ora sono soprattutto nervi
e tranquillità dei britannici, disgustati per quei quadrupedi finiti
sulle loro tavole. “I francesi mangiano il cavallo, gli italiani
mangiano il cavallo. Ma noi siamo diversi e non possiamo ridurci a una
tale atrocità”, ha commentato un lettore di un altro tabloid
che, grazie alla vicenda equina, oggi ha incrementato le vendite in edicola.
(Daniele Guido Gessa - www.ilfattoquotidiano.it)
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