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AZIENDE
E PRODOTTI
Made In Italy: imitazioni, grana padano denuncia
danni per un miliardo di euro
Ricerca universitaria evidenzia situazione che penalizza
prodotto DOP più consumato del mondo. Il 62% degli ultra 65enni
ingannati dall'aspetto e dal "posizionamento" dei similari
"Nei negozi e nei supermercati è
forte e in continua crescita la presenza di prodotti che per aspetto,
presentazione e packaging sembrano uguali a quelli DOP, ma che nulla hanno
a che vedere con il livello qualitativo degli stessi. La confusione
causata dai generi alimentari ‘similari’, di ignota provenienza
e in vendita sugli scaffali al fianco di eccellenze come Grana Padano,
penalizza in maniera pesante i consumatori, il made in Italy e le aziende
produttrici. Un danno che, solo per il Grana Padano, vale 1 miliardo
di euro, 700 milioni all’estero e 300 milioni in Italia".
Lo ha detto Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Grana Padano,
incontrando la stampa, le Istituzioni e gli operatori del settore a Milano,
nell’ambito di ‘Tuttofood’, dove ha commentato i dati
di una ricerca realizzata e illustrata dal professor Vito Rubino, docente
di Diritto dell’Unione europea presso il Dipartimento di Giurisprudenza,
Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università Piemonte
Orientale ed esperto di legislazione alimentare. All'incontro erano presenti
anche Emilio Gatto, direttore generale della prevenzione e repressione
frodi del ministero delle Politiche Agricole, e Gianni Fava, assessore
all’Agricoltura di Regione Lombardia. I risultati dello studio evidenziano
una elevatissima incidenza di errori nella cernita dei prodotti, che può
tradursi in una notevole alterazione delle dinamiche di mercato. Nella
fascia di età compresa fra i 25 e i 44 anni, il 20,5% ritiene che
fra il prodotto DOP e quello similare posto a confronto non vi siano differenze,
mentre questo dato raggiunge addirittura il 62,5% se si analizza il target
oltre i 65 anni . "Da sempre – ha aggiunto Baldrighi - siamo
in prima linea nel sollecitare risposte concrete dalle istituzioni nazionali
e comunitarie per contrastare una problematica che colpisce non solo il
nostro prodotto, ma tutto il made in Italy di qualità. E' chiaro
che il consumatore viene confuso e non è libero di scegliere”.
Dello stesso avviso è Stefano Berni, direttore generale del Consorzio
Grana Padano, il prodotto DOP più consumato del mondo che - nel
2012 - ha fatto registrare una produzione di oltre 4 milioni e 700 mila
forme, con un incremento dell'export del 7,5%. “L’aggressione
crescente che subiamo dai ‘similari’, soprattutto da quelli
prodotti all’estero, con costi della materia prima latte e di trasformazione
esageratamente più bassi, è sleale per noi e per il consumatore
che – ha detto Berni - non viene messo in condizione di conoscere
la provenienza della ‘imitazione’. La mancanza in etichetta
della dicitura che indica il luogo di confezionamento e i molteplici nomi
di fantasia italiani, anche attraverso l'utilizzo della scritta 'Gran',
confondono il consumatore. Ma la vera beffa è che tutto questo,
per le leggi comunitarie, è legittimo”.
Una situazione, dunque, paradossale se
si considerano anche gli oltre 14.000 interventi di vigilanza e controlli
(per un investimento che supera gli 8 milioni di euro) effettuati dal
Consorzio Grana Padano ogni anno per garantire l'eccellenza del prodotto.
SINTESI
RICERCA GRANA PADANO
Marco Barabanti
CONSORZIO TUTELA GRANA PADANO
Ufficio Stampa
mob. 334 6954364
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