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AZIENDE
E PRODOTTI
Cibo: la frutta esotica è sempre più
presente nella tavola degli italiani
Negli ultimi dieci anni gli italiani hanno scoperto la frutta esotica:
è la sola voce del reparto ortofrutticolo a segnare un aumento
a tre cifre negli acquisti (+104 per cento). Tutto il resto è invece
crollato: tanto che ciascun nucleo famigliare compra all’anno solo
331 kg di frutta e verdura (86 kg in meno rispetto al 2002). Lo dice il
Cso (Centro servizi ortofrutticoli) che spiega come siano cambiati i gusti
a tavola: meno mandarini (-30 per cento) e carciofi (-61 per cento) ma
più fagioli (+ 69 per cento).
Rispetto a dieci anni fa poi non si parla solo più di frutta esotica,
ora anche la verdura cinese o peruviana occupa il suo spazio sia al mercato
quanto nella grande distribuzione. Ma mentre l’alchechengi e l’avocado
- per non dire la banana e l’ananas - sono ormai entrati nelle cucine,
restano ancora fuori dalla porta l’Ají amarillo, il rocoto
e l’olluco. Eppure potrebbero essere stati raccolti non molto lontani
da casa nostra. Un esempio. Al mercato torinese di Porta Palazzo, un ex
bracciante cinese, Zhong Jinyung espone sul suo banchetto verdure che
coltiva nel campo a Carmagnola: quattro ettari in cui fa crescere pak
choi (cavolo), pagkoa (cetrioli lunghi anche due metri)e chez (melanzane
lunghe e sottili). Lo conferma Roberta Ferraris, autrice di "Verdura
e frutta esotica" (Terre di mezzo editore). "Non solo a Carmagnola,
ma anche a Prato, dove c’è la comunità cinese più
grande di Italia stanno nascendo aziende agricole che portano i prodotti
cinesi direttamente nei nostri mercati. D’altra parte il clima è
simile: si possono coltivare tranquillamente i loro prodotti anche qui".
Diverso il discorso per i prodotti tropicali "Di sicuro non possono
essere a chilometro zero. Ma ci siamo abituati a caffè, tè
e patate. Non vedo perché non provare altri prodotti. Credo che
far finta di nulla sia una specie di chiusura mentale, di provincialismo.
E detto da me, ho detto tutto" In che senso? "Abito nelle Langhe,
in una piccola cittadina, lontana dalle metropoli. Ho il mio orto e sono
da sempre sostenitrice del chilometro zero. Per questo dall’ anno
scorso a fianco degli ortaggi tradizionali ho piantato anche l’Ajimarillo
e il Cocoto. Da quando ho scoperto la cucina peruviana mi sono innamorata:
un mix di cultura ispanica, cinese e di alta cucina francese. E poi come
non fidarsi: già ci hanno fatto scoprire il mais e le patate".
Con l’aiuto di Roberta Ferraris impariamo a conoscere il corretto
utilizzo di 14 prodotti pronti ad entrare nelle nostre case. (Nicoletta
Moncalero - www.huffingtonpost.it)
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