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AZIENDE
E PRODOTTI
Biologico: oggi apre il “BioFach” a Norimberga. Germania
principale acquirente dei prodotti “made in Italy”
Anabio-Cia sottolinea l’importanza della manifestazione
per le nostre aziende vocate all’export: vendiamo soprattutto ortofrutta
(55%), vino (11,2%), conserve di pomodoro (8,5%) e olio d’oliva
(6,2%).
L’Italia è il primo paese europeo per esportazioni di prodotti
biologici e uno dei maggiori mercati di sbocco comunitari è la
Germania, dove l’alimentazione “organic” è un’abitudine
radicata, con un fatturato medio che arriva a 6 miliardi di euro l’anno,
vale a dire quasi un terzo del valore complessivo del comparto in Ue (20
miliardi). Per questo manifestazioni come “BioFach”, il Salone
mondiale del “bio” che apre ufficialmente oggi a Norimberga,
rappresenta per le nostre aziende agricole una delle vetrine internazionali
più importanti e redditizie. Lo afferma Anabio, l’associazione
nazionale agricoltura biologica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Già oggi, tra le imprese italiane “bio” internazionalizzate,
nove su dieci esportano in Germania -spiega Anabio Cia- ma c’è
ancora un enorme margine di crescita oltreconfine, visto che secondo l’Ice
il potenziale del biologico nel mercato tedesco si aggira a lungo termine
intorno ai 13 miliardi di euro.
E tra i prodotti “bio” che l’Italia esporta in Germania
-ricorda Anabio- il primo posto è occupato evidentemente dall’ortofrutta
(55 per cento), di cui Berlino è importatore netto mentre
lo Stivale è “l’orto d’Europa”. Seguono
vino biologico (11,2 per cento), conserve di pomodoro (8,5 per cento),
olio d’oliva (6,2 per cento) e “altri prodotti” (18,5
per cento).
“BioFach”, quindi, è una grossa opportunità
per le nostre aziende “bio”, dal punto di vista della visibilità
e del business -conclude la Cia- tanto più che solo nell’ultimo
anno il numero degli operatori del settore è passato da 47.663
unità a 48.269 e oggi in Italia si trova un terzo delle imprese
biologiche europee, con una superficie coltivata a “bio” pari
a oltre un milione e 200 mila ettari.
(www.cia.it/anabio/)
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