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AZIENDE
E PRODOTTI
Storica apertura all’export USA per i salumi italiani
Salami, pancette, coppe si aggiungono a prosciutti crudi,
prosciutti cotti, speck, mortadelle e cotechini tra i prodotti made in
Italy esportabili negli Stati Uniti. Dopo oltre 15 anni liberalizzati
gli invii dalle regioni del nord Italia
Dal prossimo 28 maggio salami, pancette
coppe e gli altri salumi a breve stagionatura potranno essere esportati
negli USA. È stato infatti pubblicato il 26 aprile il provvedimento
con cui le Autorità statunitensi di APHIS (Animal and Plant Health
Inspection Service) hanno ufficialmente riconosciuto l’indennità
di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e delle Province autonome
di Trento e Bolzano dalla Malattia Vescicolare del Suino.
Si tratta di un evento epocale: una delle aree più importanti per
la produzione di salumi supera, dopo oltre 15 anni di lavoro, una delle
barriere non tariffarie che impediscono il pieno sviluppo delle esportazioni
italiane di salumi nel mondo.
“Si tratta di un primo importante risultato del percorso intrapreso
da ASSICA per avviare l’esportazione negli Stati Uniti di importanti
prodotti della salumeria italiana come il salame, la pancetta, la coppa
o il culatello” ha affermato il Presidente di ASSICA, Lisa Ferrarini.
“Negli USA la conoscenza del Made in Italy è molto diffusa
(e i nostri prodotti sono anche molto imitati): i prodotti alimentari
italiani sono particolarmente apprezzati come dimostrano gli acquisti
di prosciutti crudi, prosciutti cotti e mortadelle che, già da
anni, possono essere esportati.”
“Non posso che ringraziare le autorità sanitarie italiane
ed europee per il lavoro svolto a favore dell’intero comparto”
ha proseguito Lisa Ferrarini “Questo importante successo mostra
ancora una volta che solo se il settore lavora in modo unitario, attraverso
lo stretto coordinamento tra l’associazione di categoria e le autorità
pubbliche, è possibile ottenere vantaggi generalizzati per le imprese.
ASSICA proseguirà la propria azione strategica per estendere il
provvedimento di oggi alle altre regioni e per aprire nuovi mercati.”
Le barriere “costano” alla filiera 250 milioni di euro di
mancate esportazioni
Ricordiamo che le perdite per il settore dovute alle barriere non tariffarie
si possono prudenzialmente stimare in circa 250 milioni di euro/anno di
mancate esportazioni: la completa liberalizzazione delle esportazioni
garantirebbe 200/210 milioni di euro di maggior export di carni e frattaglie
e 40/50 milioni di euro di salumi.
Un dato che viene calcolato considerando, da un lato, i nuovi prodotti
esportabili e la crescita complessiva delle esportazioni dovuta alla possibilità
di offrire la gamma completa della salumeria italiana e, dall’altro
lato, le barriere culturali in Asia e i fenomeni di Italian sounding nelle
Americhe e Australia che limiterebbero presumibilmente in una prima fase
la crescita delle nostre esportazioni.
Abbattere rapidamente queste barriere è quindi fondamentale perché
il tempo non è una variabile indipendente. Mentre le nostre aziende
attendono i necessari provvedimenti, infatti, i concorrenti europei e
i produttori locali rafforzano le loro posizioni commerciali, che saranno
difficilmente recuperabili in futuro.
Il provvedimento delle autorità
USA: i limiti ancora esistenti
Con il provvedimento pubblicato il 26 aprile, APHIS ha ufficialmente dichiarato
di aver valutato il rischio derivante dall’importazione di prodotti
a base di carne suina a breve stagionatura dall’Italia e di aver
ritenuto che “le misure di sorveglianza, prevenzione e controllo
attuate dall’Italia nelle quattro Regioni e due Province autonome
in esame sono sufficienti per ridurre al minimo la probabilità
di introdurre MVS negli Stati Uniti”.
Tuttavia, a causa della prossimità di queste Regioni a territori
non riconosciuti indenni e dell’esistenza di rapporti commerciali
tra realtà situate nelle diverse Regioni italiane, APHIS ha ritenuto
di dover imporre alle nostre esportazioni alcune restrizioni: i prodotti
potranno essere esportati solamente da stabilimenti espressamente autorizzati
dalle Autorità statunitensi, accompagnati da apposito certificato
sanitario. I salumi dovranno inoltre essere scortati da un’ulteriore
attestazione veterinaria con la quale si deve garantire che nell’impianto
in cui gli animali sono stati macellati non siano stati introdotti carni
o animali provenienti da Regioni non indenni da MVS o che abbiano attraversato
Regioni non indenni, a meno che questo non sia avvenuto (per le carni)
in container sigillati dall’Autorità sanitaria in Regioni
riconosciute free.
Un risultato raggiunto dopo oltre 15 anni
di trattative
Il percorso per giungere a questo risultato è stato lungo e tortuoso.
Oggi le Autorità statunitensi di APHIS (Animal and Plant Health
Inspection Service) hanno ufficialmente riconosciuto l’indennità
di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e delle Province autonome
di Trento e Bolzano dalla Malattia Vescicolare del suino.
La prima richiesta di riconoscimento di indennità da Malattia Vescicolare,
tuttavia, fu presentata alle Autorità statunitensi nel luglio 1997
da Consiglio europeo, Commissione e Governo italiano. Dopo aver condotto
una valutazione del rischio, nel giugno 1999 APHIS pubblicò nel
Federal Register una proposta di modifica dei regolamenti vigenti, al
fine di riconoscere otto regioni del Nord Italia indenni dalla malattia.
Tuttavia, prima che l’iter procedurale potesse concludersi, in quattro
delle otto Regioni in questione si verificarono focolai di Malattia Vescicolare,
che hanno portato APHIS a riconoscere, nel 2003, solamente le quattro
Regioni effettivamente rimaste indenni da MVS (Friuli Venezia Giulia,
Liguria, Marche e Valle d’Aosta).
Nel corso degli anni, il Dipartimento della Sanità pubblica veterinaria,
della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della
salute del Ministero della Salute, su sollecitazione di ASSICA e con il
supporto tecnico/scientifico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
della Lombardia e dell'Emilia Romagna, ha continuato a sollecitare una
revisione da parte delle Autorità USA della decisione adottata
nel 2003, al fine di estendere il territorio nazionale riconosciuto indenne.
APHIS ha quindi portato avanti la valutazione dello status sanitario dell’Italia
ed è giunta, a seguito di ripetute missioni in Italia e sulla base
delle informazioni fornite dal nostro Ministero della Salute, al riconoscimento
di indennità da Malattia Vescicolare per quattro Regioni del Centro-Nord
(Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte) e due Province autonome
(Trento e Bolzano).
ASSICA - Associazione Industriali delle
Carni e dei Salumi
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione
nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta
le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro
delle proprie finalità istituzionali, l’attività di
ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica
settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa
180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo,
legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità
professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate
dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello
nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946,
ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo
come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui
ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana
delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi,
Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie
di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.
Monica Malavasi - Loredana Biscione
Ufficio Stampa – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi
tel. 02 8925901 – mob. 3357184908
malavasi@assica.it
www.assica.it
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