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AZIENDE
E PRODOTTI
Oltre i wine kit. Spunta il vino alla cola
e quello di palma
Novità, prodotti accattivanti e a basso costo. Dopo i kit
per il fai da te, bloccato dall'Interpol in Gran Bretagna, ecco da Francia
e India le nuove frontiere per svilire e snaturare il vino
Vengono presentati in contesti e fiere
vitivinicole importanti, come Vinexpo di Bordeaux, oppure si pensa alla
loro commercializzazione in grande stile anche all'estero.
Stiamo parlando di prodotti che assomigliano, e magari vengono anche realizzati,
a partire dal vino ma che con questo non hanno in realtà nulla
a che fare.
Un nuovo modello di business che va oltre la contraffazione e che sfrutta
le pieghe delle norme.
Si scopre così, proprio nella settimana in cui l'Italia può
festeggiare il sequestro dei wine kit fai da te per produrre in casa dei
fac simile a buon mercato dei nostri più prestigiosi vini, che
si è andati oltre proponendo bevande a base di vino ma aromatizzate
e a basso costo e che la parola vino vorrebbe essere pure associata a
una bevanda alcolica ottenuta dalla palma.
Nel primo caso è dalla Francia che arriva il Rouge Sucette, ovvero
un vino aromatizzato alla cola. La bevanda è così composta:
75% di vino rosso e il rimanente 25% di acqua, zucchero e aroma di cola.
Il prezzo di vendita è di appena 2 euro e 95 centesimi. Economico,
dissetante, poco alcolico. Buono per le tasche povere degli europei, alla
faccia di storia e tradizioni.
Qual'è lo scandalo? In fondo anche in Italia abbiamo lo spritz,
che, nella sua ricetta originale, al posto di Aperol o Campari, prevedeva
vino allungato con acqua frizzante. Per non parlare del calimocho (metà
vino e metà cola) in Spagna. La differenza sta che questi cocktail
non hanno la pretesa di lanciarsi nel tempio del vino per eccellenza:
Vinexpo di Bordeaux.
Lanciandosi in tale contesto è chiara l'associazione tra Rouge
Sucette e vino, creando un po' di confusione nel consumatore.
Ancor di più può farne, se venisse lanciata in grande stile
dall'India, l'ìdea di un vino di palma. Nella regione di Kochi
c'è infatti una bevanda alcolica, chiamata toddy, dalle origini
abbastanza antiche, essendoci già cronache del 1800 a parlarne.
Si tratta di un liquore, ma gli indiani vorrebbero chiamarlo vino, a base
di palma.
Il toddy raggiunge a malapena una gradazione dell'8% e viene prodotto
anche artigianalmente. Ci sono più di cinquemila spacci di questa
bevanda nello stato di Kochi da cui il governo incassa parecchio grazie
alla tassa sugli alcolici, tanto da pensare di farne un modello per esportazione.
Anche in questo caso a favorirne la diffusione potrebbe proprio essere
il grando alcolico basso e il prezzo contenuto.
Nuove frontiere di concorrenza si aprono per il vino nel prossimo futuro
e non è detto che sia sempre competizione leale. (Ernesto Vania
- www.teatronaturale.it)
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