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AZIENDE
E PRODOTTI
I vini rossi non più longevi come un
tempo, lo spiega Dubourdieu
Vendemmie sempre più calde e ritardate, uso di nuove barrique
e tendenza ad utilizzare meno anidride solforosa.
Sarebbero queste le cause del fatto che
anche i vini rossi non durano più come un tempo. Lo sostiene
uno studio dell'Università di Bordeaux, riportato da Decanter e
ripreso da Winenews. I vini rossi sono 'naturalmente' protetti dall'azione
dell'ossigeno grazie alla presenza di tannini e polifenoli. Ma questo
non basta. I segni di ossidazioni precoci si manifestano con la comparsa
di alcuni marcatori aromatici come profumi di prugne, frutta cotta e fichi
secchi, che dipenderebbero da due specifiche molecole che si sviluppano
rapidamente in presenza di ossigeno. ''Dieci anni fa - ha spiegato l'autore
dello studio, Denis Dubourdieu - molte persone erano a conoscenza del
problema di ossidazione precoce dei vini bianchi, ma non volevano parlarne.
Oggi si sta verificando la stessa situazione con i rossi''. E il fenomeno,
secondo lo studioso, non sarebbe limitato alla sola zona del Bordeaux,
ma colpirebbe anche la Toscana e la Napa Valley. Le principali cause sarebbero
la vendemmia tardiva, con lo scopo di raggiungere uve più mature
con bassa acidità, pratiche enologiche che privilegiano barrique
nuove, dosi sempre più basse di anidride solforosa. ''Si tratta
di pratiche che i produttori stanno facendo con le migliori intenzioni.
Uve più mature, rovere nuovo, basso tenore di solforosa, sono tutte
cose destinate a migliorare il vino. Ma io preferirei mettere in guardia
gli enologi piuttosto che rappresentare una voce solo politically correct''.
Dubourdieu è considerato uno dei maggiori esperti mondiali di vinificazione
e affinamento dei vini bianchi ed è attualmente consulente delle
più rinomate Case vinicole in Francia, come Chteau d'Yquem, Chteau
Margaux e Chteau Cheval Blanc, e all'estero, oltre a possedere alcuni
Domaines a sud-est di Bordeaux. ''La capacità d'invecchiamento
di un vino che sviluppa nel tempo la sua originalità è un
fattore determinante. - ha sostenuto in uno studio Dubourdieu - Ma oggi
la necessità di tutelare l'ambiente si impone a tutta l'umanità
in maniera stringente sia per la propria sopravvivenza sia per perseguire
stabilmente un corretto sviluppo economico. Il vino è il simbolo
della festa e della felicità, ma nel futuro non gli sarà
più sufficiente di essere buono o addirittura migliore di sempre:
dovrà essere l'essenza di una natura preservata, di un giardino
epicureo intatto, che è parte integrante della sua immagine, componente
essenziale del suo valore''.??Per il docente ''Tipicita' e valore di un
vino non si ottengono se non in situazioni limite. Il terroir non è
un privilegio, né un dono della natura. Al contrario: è
una condanna. A Bordeaux piove troppo e c'è un clima atlantico:
al limite per le uve rosse. Egualmente nelle Langhe si coltiva al limite,
così nel Duero o in Alsazia, o ancora sul Carso. In queste condizioni
i costi di produzione non possono esser bassi, ma quando gli handicap
iniziali sono superati e quando l'annata è quella giusta allora
la tipicità dei grandi Bordeaux, come dei grandi Barolo o degli
altri grandi vini coltivati in condizioni limite è insuperabile
e inimitabile''. ''Perché vinificare, nel senso più nobile
del termine e della pratica, - aggiunge - consiste nel guidare, intervenendo
il meno possibile, il processo naturale di trasformazione dell'uva in
vino per rivelare il gusto inimitabile del luogo che quel vino fa nascere,
vettore della sua immagine, capace di sedurre una comunità ogni
giorno rinnovata di amatori e di commercianti di vino''. ?? ''Per
arrivare a questo traguardo occorre una tecnologia minimalista illuminata
- afferma - da un' enologia sapiente e precisa al servizio della sensibilità
di chi fa il vino. Ciò comporta di sviluppare assolutamente una
viticoltura che sia esemplarmente rispettosa dell'ambiente. Infine è
necessario veicolare e promuovere in tutto il mondo una rappresentazione
potente e valorizzante del vino - conclude - nella consapevolezza dei
consumatori. Senza questa consapevolezza non ci sarà più
una viticoltura duratura''.
(Elena Mancuso - www.cronachedigusto.it)
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