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AZIENDE
E PRODOTTI
L’Unione europea apre ad Asia e Usa: “Il nostro riso in pericolo”
La preoccupazione di Coldiretti
ed Ente Risi. Allarme sulle importazioni: “Il governo tuteli l’Italia”
L'unione Europea mette a rischio il riso vercellese. Tutta colpa degli
accordi che l'Ue potrebbe stringere con India, Thailandia, Vietnam, Usa
e Giappone, i più importanti esportatori di riso a livello mondiale.
Paesi che da soli riescono a coprire l'80% del commercio globale esportando
circa 27 milioni di tonnellate di riso. Un vero pericolo per le terre
vercellesi che vedrebbero compromesso il commercio del loro prodotto principe
con gravi conseguenze soprattutto sulla filiera italiana, concentrata
nell’area del vercellese oltre che nelle terre di Novara e Pavia.
E' questo l'allarme lanciato attraverso un'interrogazione parlamentare
dall'onorevole del Pd Luigi Bobba. “La vera minaccia per i nostri
risicoltori – sottolinea il deputato vercellese -, sono paesi come
Stati Uniti e Paesi Asiatici che, grazie ad un'agricoltura sfruttata al
massimo, riescono a esportare in un anno quasi 10 milioni di euro. Per
questo è indispensabile che il Governo si attivi per tutelare la
nostra risicoltura”. Un allarme condiviso anche da Coldiretti e
da Ente Risi. “Tutto dipende da che impostazione si vuole dare all'agricoltura
del nostro territorio– chiosa il direttore di Coldiretti, Domenico
Pautasso -. Certo è che produrre in Italia ha un costo rispetto
al resto del mondo visto la garanzia del prodotto di qualità offerto”.
Così costo della mano d'opera più bassa rispetto all'Italia,
produzione senza cura, o quasi, dei pesticidi usati e sfruttamento massimo
delle terre per permettere almeno due raccolti all'anno rendono più
appetibili gli altri paesi agli occhi di quei paesi che mettono il guadagno
davanti alla qualità. “Basti pensare che in Vietnam il costo
della mano d'opera si aggira sui 4 euro al giorno. In Italia ce ne vogliono
70. Senza contare che i nostri risicoltori, per legge, utilizzano prodotti
che rispettano l'ambiente. E la qualità è sicuramente migliore”.
Tanto che l'Italia mediamente riesce a produrre 9,5 – 10 milioni
di quintali di riso ogni anno. Cifre che rendono il nostro Paese, con
230mila ettari di risaie su un totale di 450mila, il primo produttore
europeo di riso. “Quantità che ci renderebbe autosufficienti.
Eppure importare costa di meno alle aziende, e ad arricchirsi sono le
multinazionali. La situazione cambierebbe se si importasse dall'estero
ma con i nostri parametri sanitari. Per questo plaudiamo all'interrogazione
dell'onorevole Bobba e restiamo in attesa della risposta del ministro”.
Dello stesso pensiero anche Paolo Carrà, Presidente dell'Ente Nazionale
Risi di Vercelli: “La nostra è un'azione preventiva –
spiega – non si possono solo fare clausole sulla salvaguardia dei
prodotti quando i buoi sono già scappati. Certo è che siamo
è il primo paese che produce riso e quindi ne risentiamo di più”.
(Floriana Rullo - www.lastampa.it)
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