AZIENDE E PRODOTTI

Prosecco-Prosek, un conflitto solo potenziale
Prodotto italiano protetto da Dop, palla in campo croato

Non esiste al momento un conflitto, "se non potenziale", tra l'utilizzo del nome 'Prosek' per il vino da dessert prodotto in Croazia, e l'italiano 'Prosecco' a cui l'Europa ha riconosciuto la denominazione d'origine protetta (Dop). Così, a due giorni dall'adesione della Croazia all'Unione europea, cerca di gettare acqua sul fuoco, Roger Waite, portavoce del commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, facendo il punto con l'Ansa sull'esatta situazione di questo delicato dossier. E in primo luogo precisa che "il Trattato di adesione della Croazia all'Unione europea non prevede la protezione del nome 'Prosek' e al momento la Commissione europea non ha ricevuto nessuna domanda di registrazione del vino croato in quanto indicazione geografica". Quanto al 'Prosecco', aggiunge, "é riconosciuto dall'Ue come Dop e secondo le norme europee nessun prodotto che evochi un'indicazione geografica protetta può essere immesso sul mercato comunitario se rischia di confondere il consumatore". Spetta quindi alle autorità croate verificare che le norme europee siano correttamente rispettate".
Ufficialmente quindi la palla è nel campo croato di cui non si conoscono le intenzioni rispetto alla loro volontà di rinunciare o meno al nome 'Prosek'. In realtà, sotto il profilo giuridico la situazione è meno chiara di quella che potrebbe apparire. Esperti qualificati Ue tengono a precisare che, allo stato attuale, non vi è alcuna certezza giuridica sul fatto che il 'Prosek' sia una evocazione illegale del nome 'Prosecco'. Gli esperti legali della Commissione europea stanno analizzando il potenziale problema e ritengono che se il governo o i produttori italiani dovessero presentare ricorso contro il 'Prosek', solo la Corte di giustizia dell'Ue sarebbe competente a risolvere il caso. (ww.ansa.it)


 

 


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