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AZIENDE
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La minaccia cinese sul vino europeo
Pechino apre un’indagine antidumping sulle importazioni
dall’Ue, in risposta ai dazi della Commissione europea sui pannelli
solari cinesi dal 6 giugno. L'Italia esporta nel gigante asiatico per
77 milioni di euro
"Il vino italiano entra incolpevole in una guerra di dazi che rischia
di frenare l’export verso la Cina, dove l’incidenza delle
nostre bottiglie sul mercato di Pechino è passata da appena l’1
per cento di fine anni Novanta all’8 per cento attuale, con un volume
d’affari in costante crescita che oggi sfiora gli 80 milioni di
euro".
Così la Cia commenta la decisione del gigante asiatico di aprire
un’indagine anti dumping nei confronti del vino importato dall’Ue,
in risposta alla decisione comunitaria di imporre dazi ai pannelli solari
cinesi dal 6 giugno.
Sale la preoccupazione in Europa e, in particolare in Italia, dopo l'annuncio
della Cina di voler avviare un'indagine per verificare se i vini importati
dall'Europa europea stiano arrivando in Cina ad un prezzo e in quantità
congrui, considerata come una "ritorsione" nei confronti dell'Unione
europea che dai primi di giugno aumenterà dall’11,8% al 47,6%
in media i dazi sui pannelli solari importati in Europa dalla Cina.
E mentre Ue respinge l'accusa di Pechino di sovvenzionare le esportazioni
di vino verso la Cina - "secondo noi non c'è dumping",
ha detto un portavoce della Commissione - il presidente francese Francois
Hollande ha chiesto una riunione dei 27 Stati membri dell'Ue sul
tema del commercio con la Cina, invocando una "iniziativa a
livello della Commissione europea perché si arrivi a una solidarietà
di punti di vista da parte dei ventisette".
“L’indagine aperta dalla Repubblica popolare Cinese sui vini
europei va seguita con la massima attenzione ma non ci deve spaventare,
perché il prezzo dei nostri prodotti non è frutto di sovvenzioni
o aiuti all’esportazione”. Così il ministro delle
Politiche agricole, Nunzia De Girolamo.
“Siamo già in contatto sia con la Commissione che con gli
altri partner europei e non faremo mancare il nostro assoluto impegno,
affinché - ha concluso il ministro - l’Europa possa
trovare l’unità e la serenità necessaria per giungere
a una soluzione positiva della vicenda. L’attenzione del Presidente
Letta sulla questione è la prova di quanto sia importante per questo
Governo tutelare l’agroalimentare italiano”.
Nell’ultimo anno le esportazioni di vino made in Italy in Cina sono
aumentate del 15 per cento - ricorda la Cia - e anche nel primo bimestre
del 2013 la spesa per le nostre bottiglie è cresciuta del 41,5
per cento per 32.596 ettolitri venduti oltre la Grande Muraglia solo tra
gennaio e febbraio.
“Non si deve assolutamente arrivare ad imporre nuovi dazi e siamo
convinti che non vi siano elementi oggettivi per procedere in tal senso
– ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi–.
Invitiamo il Governo e le autorità comunitarie a trovare una soluzione
prima di mettere a repentaglio un comparto ed un mercato per i quali le
nostre esportazioni stanno raccogliendo successi importanti".
Secondo il rapporto 2012 dell'Istituto Britannico International Wine and
Spirit Research la Cina, con 19 milioni di consumatori abituali, è
il quinto consumatore di vino al mondo dopo Stati Uniti, Italia, Francia
e Germania.
L’Italia negli ultimi anni ha colto bene la fase di espansione con
l’aumento del flusso di export pari nel 2012 in valore a 77 milioni
di euro e in volume di 326 mila hl. Con un aumento negli ultimi cinque
anni rispettivamente del 300% circa in quantità e del 400% in valore.
(http://agronotizie.imagelinenetwork.com)
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